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Qualche altro passo per diventare triatleta. Qualche altro passo per diventare adulta
di Isabella Calidonna, 06/07/2016

Questa volta ho messo un pochino di più del solito a “digerire” le mie emozioni dopo la gara del 26 giugno.
Mi sono fermata spesso con carta e penna ad analizzare e a pensare alle emozioni suscitate in me dalla gara dei miei compagni di squadra.
Ore 5. Suona la sveglia. La giornata inizia con un velo di tristezza e un po’ di broncio. Avrebbe dovuto essere anche il giorno della mia gara a staffetta, ma così non è stato. Il venerdì antecedente la gara ho riposto il mio body nell’armadio, tra il mio abbigliamento sportivo. Ci tenevo, avevo bisogno di sfogarmi e può capirmi solo chi ha avuto modi di leggere quello che ho scritto della mia ultima gara podistica. Ma non era solo questo. Avevo bisogno di comprendere i meccanismi dall’interno. Era una gara perfetta. Non troppo pesante, essendo a staffetta, che mi avrebbe permesso di cogliere tutte le varie e impercettibili sfumature, così da arrivare a settembre un pochino più consapevole. Ma così non è stato e quindi pazienza.
Avrei potuto rimanere un pochino più a letto, ma avevo promesso e io le promesse le mantengo. Inoltre ci tenevo troppo. Purtroppo sono arrivata un pochino più tardi rispetto all’orario che avevo comunicato. I mezzi nel weekend sono sempre un’incognita, però arrivo. Sarà l’orario, sarà per gli intoppi dei giorni precedenti, sento qualcosa di strano. Un po’ tutto sottotono, esattamente come mi sentivo io.
Da lontano vedo Gigi, bruna, Daniela, Roger e Sandro. Arriva anche Marco con la sua macchina fotografica, aveva promesso ci sarebbe stato per fare le foto ai suoi compagni ed ha mantenuto anche lui la promessa. Come ha scritto Sandro, lo spirito di squadra è anche questo.
Iniziano a prepararsi, viene comunicato che dovranno nuotare senza muta. Io penso a come potrei prendere una notizia del genere. Mi destabilizzerebbe? Probabile, visto che per come sono mi destabilizzo per un semplice cambio di corsia in piscina, però è una cosa a cui mi devo preparare. Prima di partire bisogna attendere perché il percorso bike va messo in sicurezza. Avranno Roma ai loro piedi! Sarà un’emozione grandissima per loro.
Arriva il momento di entrare in acqua. Li osservo uno ad uno tuffarsi. Prendere posizione. Partire. Osservo le loro bracciate e penso che devo intensificare gli allenamenti con ulteriori esercizi in vasca. Dopo un po’ ci avviciniamo verso l’uscita dall’acqua e io, Bruna e Daniela incitiamo i nostri. Faccio qualche foto, ma per me arriva il momento di abbandonare l’EUR e recarmi verso il luogo di lavoro. Villa Torlonia. Saluto Bruna e Daniela e sparisco per un po’. Torno qualche ora dopo. Purtroppo per me non sono riuscita a vedere tutta la gara, questo mi dispiace molto, ma sono andati tutti bene e molti di loro andranno sul podio. Non posso che essere orgogliosa di questo!
A pranzo rimango in loro compagnia. Questa volta per il pasta party si sono superati, è elegantissimo. Altra bella emozione! Mi ha emozionata anche l’affetto con i quali i miei compagni si sono prodigati per farmi pranzare. Queste sono cose che mi colpiscono sempre positivamente. Non sono per niente scontate per me. Riesco a prendere e a fare mio ogni piccolo gesto che mi viene donato, così mi riempio.
Arriva il momento delle premiazioni, sapete come sono andate dal bellissimo articolo di Sandro. Io posso dirvi che di quella sensazione di “sottotono” che avevo sentito in principio non c’era più traccia. Ora era solo festa anche se con pochi intimi, forse anche per questo molto bella.
Da tutto questo traggo comunque insegnamento. E anche se delusa inizialmente, ho sicuramente messo dentro il mio bagaglio personale “esperienze” che mi faranno diventare adulta.




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