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La Maratona nel 2013: Nuovo Record Maschile
di Stefano Severoni, 01/01/2014

Il 29 settembre 2013 il keniota Wilson Kipsang Kiprotich ha stabilito il nuovo record mondiale nella maratona in 2h03’23”, vincendo la 40a edizione della Berlin Marathon.

Egli ha migliorato il vecchio record di 2h03’38”, che apparteneva al suo connazionale Patrick Makau (2011). La medaglia di bronzo delle Olimpiadi 2012, 31 anni, alto 1,82 x 62 kg, ha battuto gli altri due kenioti Eliud Kipchoge (2h04’05”, quarta miglior prestazione mondiale!) e Geoffrey Kipsang (2h06’26”).

Ben cinque kenioti ai primi cinque posti. Kipsang ha volato alla media di 2’55” al km, ossia a 20.51 km/h. I 41.000 partenti hanno corso in condizioni climatiche ideali: 8° in partenza, 13° all’arrivo, cielo soleggiato. La gara ha confermato come la maratona tedesca sia una delle più veloci nel panorama internazionale. Infatti, si tratta del quinto uomo a battere il record a Berlino dopo il brasiliano Ronaldo Da Costa (1998), il keniota Paul Tergat (2003), l’etiope Haile Gebrselassie (2007 e 2008) e Patrick Makau (2011).

Kipsang detiene il diciassettesimo miglior risultato cronometrico di sempre sulla mezza maratona con 58’59”. Nel 2009, il recordman ha vinto la mezza maratona di Egmond e nel 2010 ha conquistato il 1° posto nella Maratona di Francoforte.

Analizzando la cronologia recente del record maratona maschile, si osserva che negli ultimi trent’anni esso è stato abbassato di circa 5’ (2h08’13” Salazar nel 1981), 1’32” negli ultimi dieci (2h04’55”, Tergat nel 2003). Ma i margini di miglioramento paiono alquanto esigui.

Oggi nel mondo della maratona domina l’Africa. C’è anche un po’ d’Asia, di America e di Europa, che però ha perso i campioni di un passato recente come Stefano Baldini.

La keniota Florence Kiplagat ha vinto la gara femminile di Berlino con 2h21’13”, davanti alla connazionale Sharon Cherop (2h22’28”) ed alla tedesca Irina Mikitenko (2h24’53”).

Sul finire dell’anno non si può dimenticare la New York Citry Marathon (3 novembre). Si è tornati a correre dopo l’annullamento del 2012. Trionfo keniota con Priscah Jeptoo (2h25’07”) e Geoffrey Mutai (2h08’24”).

Per i nostri colori, si ricorda Daniele Meucci, decimo in 2h12’03” (che potrà sicuramente migliorare), il quinto posto di Valeria Straneo (2h28’22”), il ritorno sui 42 km dell’olimpionico Stefano Baldini (2h43’41”) ormai in veste di amatore, e l’onorevole 3h06’51” di Franca Fiacconi (categoria master).

Nella Venicemarathon del 27 ottobre, dominio keniota con Nixon Machichim (2h13’10”) e Mercy Jerotich Kibarius (2h31’14”). La gara è si è tinta di azzurro con il terzo posto del campione europeo di cross Andrea Lalli, che al debutto ha firmato un 2h14’26”, anch’esso sicuramente migliorabile.

Analizzando ora le cifre delle migliori dieci gare italiane del 2013, troviamo ancora in testa Roma, benché in leggero calo con 10.666 arrivati, incalzata sempre di più da Firenze con la cifra record di 9˙297 atleti al traguardo. Solitaria sul terzo gradino del podio rimane Venezia (5˙426), che non sembra avere più lo stesso fascino del passato.

Quindi c’è quasi uno spalla a spalla fra Milano (3˙514) e Torino (3˙450) con una sostanziale tenuta di entrambe a medio livello e forse con Milano più attenta e concentrata sulla Relay Marathon che è arrivata ad oltre 8˙000 iscritti. In rigorosa fila indiana ci sono poi le tre maratone venete di Treviso (2˙541), Padova (1˙733) e Verona (1˙202).

Fanno un po’ di tristezza i 788 arrivati dell’ultima Maratona d’Italia di Carpi, la patria del mitico Dorando Pietri, qualche anno fa una delle maratone più affollate e qualificate del panorama italiano. Ma la crisi c’è per tutti, vedi anche i soli 1.800 italiani a New York rispetto agli oltre 3.000 degli anni precedenti.

L’anno 2013 ha conosciuto lo strapotere africano ed in specie keniota, nel panorama della maratona mondiale maschile. È stato altresì l’anno in cui un campione si è fregiato di un’impresa da ricordare. Con l’uno-due di Mosca 2013, sui 5˙000 e 10˙000 m, Mo Farah infatti ha eguagliato l’impresa di Kenenisa Bekele a Berlino 2009. Entrambi ora sognano l’avventura della maratona. Pertanto il record potrà essere abbassato. Ma non sempre chi ha qualità eccelse è anche uomo da record. Di sicuro ne vedremo in futuro delle belle. Ma l’auspicio più importante è che il mondo della maratona possa rimanere a largo da scandali doping, che invece pare riescano a scalfire l’immagine di altre discipline sportive.

Un discorso a parte merita la maratona femminile. Qui il record è datato. Certo, 12’ di differenza tra i due record, maschile e femminile, ci sembrano tanti, e più probabile un miglioramento cronometrico, anche in quanto le donne si sono dedicate dopo gli uomini alla disciplina dei 42 km. Se la Radcliffe è sulla strada del tramonto, forse il nome nuovo potrebbe essere l’etiope Tirunesh Dibaba Kenene, 28 anni, 1,55 x 44 kg di peso, la più forte fondista al mondo al momento, tre ori olimpici (uno nei 5˙000 e due 10˙000 m), tredici ori ai Mondiali di cross. La moglie del maratoneta Sileshi Sihine confessa che nel 2014 debutterà alla London Marathon del 13 aprile, per vincere non per il record: «Le maratone si corrono per vincerle. I record non sono così importanti, sono la conseguenza del lavoro svolto, dell’allenamento e della forma che hai al momento giusto».

Stefano Severoni




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