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Dammi 3 Parole, Corsa, Controllo e Cuore!
di Paolo Baffigi, 14/02/2012

Cari amici orange,

parafrasando una canzone molto ascoltata diverse estati fa, ho pensato di metter giù qualche riga da condividere anche con voi, la mia famiglia allargata.

L'ispirazione non è casuale, ma dettata da ciò che mi è successo lo scorso 4 febbraio, si, proprio il giorno della nevicata su Roma; nonostante l'abbondante nevicata della notte, alle 7 del mattino sono uscito con l'intenzione di effettuare un allenamento, un lungo (per me:-)) di 19 Km che, seguendo la mia tabella personale, era programmato da tempo, anche in previsione della mia prima mezza maratona (la Roma-Ostia).

Ovviamente ero molto ben coperto compresi guanti e cappello di lana, oltre ad un K-way (si scrive così? boh) che avrei indossato a termine allenamento.
A quell'ora del mattino, con la temperatura ancora qualche grado sotto zero, anche correndo al centro della strada, si affondava nella neve quasi fino alla caviglia, è così che la fatica si è fatta sentire quasi da subito e, nonostante avessi coperto solo 4,5 Km, decido di camminare un po'; in quel momento, inizio a sentire un leggero fastidio (non l'ho mai considerato un vero e proprio dolore) in 2 punti sul petto, molto in alto, quasi vicino al collo.

Il fastidio era strano, sentivo come se avessi avuto 2 dita che mi spingevano leggermente sul petto; di li a poco, lo stesso fastidio inizio a sentirlo anche al braccio sinistro, ma all'altezza del GOMITO. Al gomito? Boh, che sarà?

Devo dire che li per li non ci faccio neanche caso, tant'è che riprendo a correre dicendomi "ADESSO MI PASSA".

Arrivo all'altezza di piazza Re di Roma ma il fastidio era sempre lì, decido quindi di rinunciare all'allenamento con "ottime scuse", visto il freddo, la neve, la fatica a correre in mezzo alla neve e, per ultimo, anche il fastidio di cui sopra, che era costante ma non aumentava. Mi infilo il K-Way, prendo la metropolitana e torno a casa. Dopo la doccia, decido di andare a prendere la macchina in garage; c'e' da spalare tutta la rampa per poter uscire, cosa che faccio in una mezz'oretta senza alcun problema e, sopratutto, senza pensare troppo al mio fastidio, che era sempre lì costante, senza aumentare ne diminuire. Finalmente con la macchina fuori dal garage.

A quel punto succede nella mia testa qualcosa che non riesco a spiegarmi ancora; vedo nella mia mente le mie figlie sorridenti che mi incitano a non mollare come se stessi terminando una gara particolarmente faticosa e, quasi in maniera involontaria, mi ritrovo a guidare in direzione pronto soccorso di Tor Vergata, nonostante mi fossi convinto che il fastidio che sentivo potesse essere qualcosa di lieve (tipo una contrattura).

Non appena arrivato al pronto soccorso (dove mi sono recato autonomamente guidando senza troppi problemi, a parte la neve), mi fanno subito l'elettrocardiogramma e mi accolgono immediatamente con CODICE ROSSO !! Sono molto sorpreso, anche se penso" .... sapranno cosa fanno....!!"; mi "attaccano" subito all'elettrocardiogramma continuo, al misuratore di pressione continua, mi avvicinano il defibrillatore e la dottoressa di turno mi informa che ancora non sanno di cosa possa trattarsi, ma non possono escludere l'infarto!!

Non avevo uno specchio, ma la mia faccia deve essersi bloccata su un'espressione del tipo "...... ma cosa cavolo state dicendo??......".
Resto lì sulla lettiga per 8 ore, con esami continui sopratutto del sangue che, con il passare delle ore, vanno sempre a delineare meglio il quadro clinico; alle 18 il cardiologo decide di ricoverarmi al reparto, informandomi che entro la sera sarebbero intervenuti prima con una coronografia e poi, se necessario, con l'angioplastica e l'applicazione di stent. È così che alle 22:30 intervengono; la coronografia rivela un'occlusione del 30% dell'arteria sinistra del cuore, procedono quindi con l'angioplastica e l'applicazione dello stent, che immediatamente rivascolarizza l'arteria, riportando il flusso sanguigno alla normalità. Quasi immediatamente termina il famoso "FASTIDIO" che provavo da circa 16 ore !
4 giorni di degenza e poi finalmente a casa.

In uscita dall'ospedale, i medici mi hanno detto 2 cose importanti che vorrei condividere con tutti voi, anche se auguro a tutti di non averne MAI bisogno:

1. l'infarto ha trovato un cuore allenato che ha retto molto bene
2. è stato fondamentale intervenire con tale anticipo al primissimo sintomo


A ciò, aggiungerei anche i controlli sistematici, che vanno ben al di la della visita medica per il rilascio del certificato per l'attività agonistica dell'atletica leggera.

Dovete sapere che io sono sempre stato una sorta di "miscredente" della medicina, convinto che sia ancora una scienza da scoprire, dove, sulla pelle umana, si sperimenta ancora molto; ciò nonostante, da qualche anno a questa parte ho effettuato diversi controlli e oggi credo molto nel fatto che sia importante la prevenzione, sopratutto per noi maschietti che da qualche anno abbiamo passato la quarantina.

Un'altra decisione importante l'avevo presa ad inizio 2011 quando, dopo circa 10 anni di stop, avevo ripreso con l'attività fisica, non senza difficoltà.

Commentando quanto accadutomi, qualche "simpaticone" ha detto che si è trattato di un altro fattore "C", ciò che spesso viene definito "LATO B", beh, personalmente ne dubito :-))

Ora mi sento come nuovo, anche se i medici mi hanno detto di aspettare un mesetto prima di riprendere qualunque attività fisica che, comunque, dovrà assolutamente essere fatta; ancora non so se potrò riprendere a correre come fatto nel 2011 e inizio 2012, tutto ciò sarà valutato al momento opportuno dal cardiologo e dal medico sportivo, tuttavia potrò certamente continuare con una vita normalissima, dove, cosa più importante di tutte, tutti i giorni potrò baciare le mie figlie al mattino e alla sera.

Vi abbraccio forte tutti, con la speranza di rivederci presto lungo le nostre strade a macinar chilometri e ...................altro che "LATO B", ricordiamocelo sempre: CORSA, CONTROLLO, CUORE !!

Ciao.
Paolo




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