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Illegal track trail
di Paolo Reali, 08/03/2016

Paolo reali

Paolo reali

Le previsioni davano brutto tempo in quella zona con pioggia e temporali, tutto il maltempo in Italia si concentra proprio sul basso Tirreno. Si susseguono nei giorni che precedono la partenza una serie di telefonate all'organizzatore che in barba a tutto mi rassicura che si partirà comunque. Sveglia alle quattro per percorrere quei 100 chilometri che mi separano da Cerveteri, la strada è sgombra e non piove anche se verso nord "lampeggia". L'incontro è previsto al forno Piergentili dove ci accoglie un ambiente "caldo" e una gustosa colazione
Inizia il briefing Sandro, distribuisce il roadbook che dovremo studiare alla perfezione per non incappare in spiacevoli inconvenienti
Secondo le previsioni meteorologiche il peggio arriverà da mezzogiorno, la partenza non è bagnata anche se sin da subito troviamo il fango, tutto sommato Giove pluvio è benevolo al contrario delle previsioni e alla pioggia seguono schiarite che ci permettono di ammirare gli splendidi scenari lungo l'itinerario che si snoda incassato, tra due alti parete di tufo che superando il Fosso del Manganello attraversa Via degli Inferi, un canyon artificiale, scavato dall’uomo per livellare i solchi provocati sul piano tufaceo dal passaggio dei carri in entrata e in uscita dalla città.



Alte pareti tufacee incorniciano la strada costellata, da tombe rupestri o a semidado (cioè tombe a dado in parte scavate nella roccia e in parte costruite in blocchi), in un susseguirsi di scale, necessarie per accedere alle tombe che si trovano più in alto, e di piazze, sulle quali se ne affacciano altre senza soluzione di continuità. Lo spettacolo è da togliere il fiato. Raggiungiamo poi, dopo aver attraversato il bosco , la Caldara di Manziana che rappresenta l'unico luogo ancora attivo dell'attività vulcanica della zona con le sue polle che sprigionano zolfo il cui odore è molto intenso. Aldilà delle rarità botaniche, quali la betulla bianca a queste latitudini, la parte centrale di questa caldara presenta un piccolo geyser di acqua ribollente in continuazione ed attorno varie polle di acqua sulfurea.
Si aggiunga poi: ai massi ricoperti di muschio da scalare più volte, la presenza di cavalli e buoi al pascolo che creano un atmosfera a dir poco idilliaca e che ci riportano, a quell'immaginario campestre quando le campagne erano luoghi ameni abitati da allegri pastori e agricoltori, i guadi continui di vorticosi ruscelli che permettono di bagnarci financo le ginocchia, e passaggi su rocce rese viscide dalla pioggia. E poi che dire dalla affettuosa accoglienza ai ristori sempre abbondanti e costituiti da prodotti genuini.

La presenza costante di Sandro lungo tutto il percorso e degli altri angeli custodi Roberto, Massimo ecc che si sono prodigati in tutti modi alla ricerca della giusta via. Nulla di ciò faceva presagire che tutte le difficoltà del percorso si sarebbero concentrate nell'ultima parte quando infatti Tolfa era alla vista dei nostri occhi e quindi alla nostra portata. Si incomincia a percorrere in discesa e sotto uno scosciare di acqua, un basolato smosso dall'incuria dell'uomo e dal tempo, di quel che doveva essere una strada medioevale ahimè, trasformatasi per l'occasione in un torrente in piena e per giunta al buio. La speranza è che alla fine di queste infinita discesa possa esserci un tratto in salita, ma agevole invece, all'uscita del bosco ci attende uno scroscio di acqua eccezionale, al frastuono degli aerei che atterrano si aggiunge il boato dei tuoni e il cielo si illumina a giorno.
Nell'oscurità dei campi vedo innanzi a me i compagni di avventura abbagliati dai fulmini. Sará difficile per me e altri dimenticare queste saette che a pochi centinaia di metri si scaricavano sui cavi dell'alta tensione. Il sentiero che percorriamo, questa volta in salita, si è trasformato in un torrente di fango. Saliamo, saliamo comincia a far freddo le scarpe sono diventate pesantissime, Sandro ci rincuora gridando "manca poco ... è finita", dalle sagome degli alberi spuntano le luci del paese, ci viene incontro la figlia di Sandro accompagnata dall’immancabile Totò. È finita, è finita. E se mi chiedessero di rifarla la rifarei, fantastica!


Giovan Battista Torelli

Giovan Battista Torelli



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