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Baci Olimpionici!
di Redazione Podistica, 06/12/2022

Glenn e Leni.

Ma anche Emil e Dana, Vera e Josef o Sue e Megan.

Le Olimpiadi sono state anche dei grandi amori.

Lunghi o brevissimi, appassiti in fretta o durati tutta la vita, romanzi tragici e pagine di rotocalco, distanti un Oceano o nati e cresciuti fra ragazzi della porta accanto.

Unioni diventate persino capitoli di storia. Non solo dello sport.

È così che qualche bacio scambiato fugacemen­te, per sigillare un traguardo storico, o distrat­tamente, con la consapevolezza che il proprio amore resterà confinato alla pista di uno stadio, diventa protagonista degli avvenimenti salien­ti dell’ultimo secolo.

Tra le ingiustizie dei regimi totalitari, il sospetto del doping, morti tragiche e inaspettate, o la battaglia per i diritti civili e la pa­rità di genere, le sette coppie di Baci olimpionici ci tengono per mano in un viaggio fra la storia e i sentimenti, in cui a volte non basta vincere sul campo per essere felici.


Quarta di copertina

Le Olimpiadi sono come gli amori che hanno fatto nascere: un percorso che parte con un sogno e poi diventa gioia, delusione, prime pagine o minuscoli ritagli.

Bisogna avvicinarsi con la consapevolezza che non basta afferrare l’attimo fuggente per capirne lo spirito.

Spesso ci arrivi con soggezione, ma poi c’è quasi sempre un momento in cui ti senti a casa.

Qualcosa che ti sorprende e ti conquista”.


Biografia dell'autore

Nato a Roma nel 1961, è giornalista della “Gazzetta dello Sport” e podista amatoriale.

Ha seguito otto Olimpiadi, otto Tour de France e cinque Giri d’Italia.

Nel 1997 ha vinto il premio Saint Vincent per le sue inchieste antidoping.

Nel 2000 ha “inventato” con alcuni amici la Corsa di Miguel, gara dedicata al maratoneta-poeta argentino desaparecido Miguel Benancio Sanchez, che raduna ogni anno migliaia di podisti nella capitale e che gli è valso il titolo di “Cittadino illustre” di Buenos Aires.

Ha scritto tra gli altri Quando giocava Pasolini (1996), La rivoluzione di Bikila (con G. Lo Giudice, 2010), dedicato al grande maratoneta etiope, e Manlio Gelsomini. Campione partigiano (2014).




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