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Il compleanno del Maratoneta
di Marco Caressa, 26/01/2007

Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi...e il compleanno del Maratoneta con la Podistica

Chi scrive non è mai stato troppo attento alle ricorrenze, almeno quelle che lo riguardavano. L’enfasi era sempre sul non dimenticarsi quelle altrui, più che altro per evitare figuracce. C’è un amico carissimo di Milano, che conosco da quasi trent’anni, col quale facciamo gara a sbagliare puntualmente il giorno in cui scambiarci gli auguri di compleanno. Così capita che ogni anno ci si chiami un giorno prima o quello dopo e quando ci azzecchiamo è perché statisticamente deve prima o poi accadere.

Stavolta, però, il giorno del mio compleanno (il 28 dicembre ultimo scorso) mi ha stimolato qualche riflessione fuori schema. Giornata tranquilla: bucatini all’amatriciana a Testaccio per il pranzo; tonnarelli cacio e pepe preparati dal sottoscritto (oh yes) la sera ad un ristretto consesso di parenti e amici. Fin qui, direte, nulla di strano. Ancora meno strana la prosecuzione della serata. Cazzeggio, battute e l’ineludibile torta finale, preparata da mammà. Ma è stato lì, al momento di consumare il rito di spegnimento delle candeline che, come John Belushi davanti al coro gospel in chiesa, ho “visto la luce”. No, non quella fioca delle candeline, piuttosto quella suggeritami dalla cifra che componevano: 42. Azz’.

Amici miei e compagni di strada e di sudore, converrete che 42 non è un numero come gli altri. E’ quello che quando lo vediamo stampato sul cartellone al margine destro della strada, in preda ad allucinazioni da carenza di glicogeno, ci fa dire che ormai è fatta, perché i 195 metri che rimangono manco se ci sparano possono impedirci di percorrerli. Al cartello con su scritto 42 cambia il paesaggio. La gente assiepata di qua e di là. I nostri passi che si fanno felpati. No, non è la nostra tecnica di corsa ad essere migliorata di colpo, è il tappeto di feltro steso a terra che ci introduce nel corridoio di transenne rivestite dagli striscioni degli sponsor, in fondo al quale si staglia, ormai a portata di mano, il gonfiabile della linea di arrivo.

Voi cosa fate a quel punto? Le gambe hanno ormai il pilota automatico, il cuore faccia quel che vuole lui. Possiamo finalmente mollare di testa, rilassarci un po’ e assumere una postura eroica, casomai qualcuno dei nostri accompagnatori, che cerchiamo disperatamente con lo sguardo a destra e a sinistra mentre percorriamo gli ultimi metri, dovesse fotografarci. Fatica inutile, giacché la foto riuscirà tuttalpiù a fissare il momento in cui, stravolti, sputiamo a terra o ci soffiamo il naso direttamente nella mano.

42. Gran bel numero. Tutto questo mi è passato per la mente nella frazione di secondo precedente allo spegnimento delle candeline. Mentre soffiavo e l’amico deputato ad immortalare l’attimo mi flashava negli occhi, mi passavano davanti tutti gli 8 anni della mia vita di maratoneta. Poi, quando l’immancabile qualcuno ha gridato la fatidica frase “100 di questi giorni” ho capito. Ho capito che il compleanno biologico è una gran bella ricorrenza, che possiamo goderci diverse volte nel corso della nostra vita, il più possibile si spera. Ma c’è un evento unico, che capita una volta sola, che per la maggior parte dei mortali non riveste alcun significato, ma che per noi assume come il senso di una predestinazione: Il Compleanno del Maratoneta, 42 anni e 195 giorni.

Ciascuno di noi che abbia la ventura di arrivarci, può vivere il suo unico ed irripetibile Compleanno del Maratoneta. Allora mi sono divertito a vedere quando sarà il mio: mercoledì 11 luglio 2007. Naturalmente siffatta ricorrenza non può che essere consacrata correndo la distanza di Maratona. Se siete davvero fortunati, il vostro potrebbe capitare di domenica e coincidere magari con una vera Maratona. Nel mio caso non è così, quindi dovrò prepararmi a fare per conto mio. Però lancio un appello alla grande famiglia Orange. C’è qualcuno che può aiutarmi ad organizzare la Maratona del Pirata mercoledì 11 luglio? Devo fissare un orario, trovarmi un percorso misurato, o da misurare facilmente, di 42,195 km, e poi magari qualcuno che mi passi una bottiglietta d’acqua ogni tanto.

Il senso del Compleanno del Maratoneta non è correre da soli perché così siamo sicuri di vincere. Anche assieme ad altre 10.000 persone, nella maratona si parte e si arriva solo con le proprie gambe, cioè da soli. Quando vai in crisi il muro lo devi superare da solo. Gli altri possono solo incitarti, ma gambe, testa e cuore ce li devi mettere tu. Ci troviamo a fare un tratto di strada con questo o con quello, che vanno al nostro stesso passo, e poi lo perdiamo di vista, perché andiamo un po’ più veloci o un po’ più lenti, anche solo impercettibilmente.

Io ho comunque la consapevolezza di aver vinto tutte le volte che vedo con la coda dell’occhio e le gambe strascicanti il cartello con su scritto 42 alla mia destra. E voi? Avete fatto i calcoli? Quando sarà il vostro Compleanno del Maratoneta?

Il Pirata

P.S. Ah, quasi dimenticavo l’ovvio: l’11 luglio il pasta party si terrà…dopo la Maratona ))))))




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