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Tinforma Estate 2015 - Il caldo non ci ferma... mai!
di Mario Durante, 01/09/2015

La Corsa de Noantri edizione 2015... con sorpresa

La Corsa de Noantri edizione 2015... con sorpresa

Carissime amiche e Carissimi amici Orange,
una delle più calde estati degli ultimi anni volge al termine. Per chi fa della corsa una delle sue passioni principali, al di là delle prestazioni, per il grande piacere di trascorrere qualche ora all’aria aperta, spesso insieme a tante amiche o tanti amici, rigenerando il corpo e lo spirito, la fatica stesso ha dovuto fare i conti con l’afa e l’umidità. Ma nulla ci ferma e facendo attenzione a idratarci al meglio e nutrirci nel modo corretto abbiamo superato anche l’ostacolo della canicola.


Abbiamo corso di sera, di mattina presto, anche di notte, ma le sensazioni sono state sempre le stesse; indimenticabili e piacevoli da raccontare e per questo motivo che vi proponiamo un numero estivo fresco e frizzante. Ecco alcuni spunti tratti dagli articoli e dai resoconti che troverete in questo numero.

Si possono spendere fiumi di parole su gare, mezze maratone, maratone ed ultra maratone, ma le parole per descrivere un viaggio del genere presuppongono tanta memoria. Molti si chiederanno perché affrontare una competizione così ardua ed impegnativa, ma la risposta è da cercare nei pensieri più intimi, in quella parte del cervello che spegne ogni forma di buon senso e ragionevolezza. Per sfida? Per mettere alla prova se stessi? Per sfidare le leggi della natura? Oppure per dimostrare qualcosa a qualcuno?
Il discorso è proprio complicato, a titolo psicologico scattano dei meccanismi di pura follia che partendo dall'obiettivo ambizioso tramite allenamenti, preparazione anche mentale ci conducono sul nastro di partenza di una ultra maratona di 84 km con 6000 metri di dislivello in salita.

Dice “C’è una bella garetta, a Campotosto, in montagna. E’ fatica, ma è bella. Solo 25 km”. Tu prendi un podista un po' idealista e lo alletti con la fatica, la montagna e l’onore, misto a vanità, di avercela fatta ad arrivare al traguardo e il gioco è fatto. M’hanno fregato.
Mi alzo prima dell’alba e calcolo che se parto da Piazza Vittorio e mi dirigo verso Cinecittà e torno indietro corro un paio d’ore, le quali dovrebbero darmi “la gamba” per non collassare tra i monti intorno ad Amatrice. Strana la vita del “Tapascione”, tutto intento a mantenersi in forma e disciplinato. Difficile, ad ogni gara, confrontarsi con quella serie di Silfidi e Adoni che sono i corridori giovani e forti che vanno ad una velocità che tu giudichi stratosferica per i tuoi 6 minuti scarsi al km. Quando va bene. Ma tanto sai che arrivi. Sempre. O quasi.
Quindi ci si alza quando ancora è notte. Si punta un itinerario e cogli occhi cisposi si entra nelle scarpe, nei calzoncini e nella maglia domandandosi perché si ha tutta quell’incoscienza di lasciare un letto comodo che ci urla di restare con lui. Non ti puoi permettere di domandartelo. Semplicemente esci.

La montagna mi ha sempre accompagnato nelle mie fantasie. Da bambino la disegnavo sempre su di un foglio bianco: un bel triangolone ... o forse un cono, con le pendici verdi, più irte in cima e via via declinando in prati sempre più dolci. Con un bel sole raggiante alle spalle, la pianura tutta intorno, a volte con la vetta innevata.
Poi chiudevo gli occhi ed esprimevo il desiderio di quello che volevo incontrare: il bosco dei miei sogni. Una grande foresta continua, con abeti bianchi, castagni e poi, a salire sulla montagna, pini e poi faggi. Una selva che copriva tutta la montagna, interrotta solo da fiumi e torrenti di acqua cristallina.
Poi sognavo di incontrare cervi, caprioli e daini e poi osservare i lupi senza correre rischio.

Buona lettura...

Per leggere Tinforma di Estate 2015 in formato pdf : clicca qui


La Speata

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