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Prima della Corsa - (Considerazioni oltre i carboidrati)
di Roberto Lombardi, 26/07/2013

Quando leggerete queste righe, immagino che la gara di Campotosto sarà già conclusa e ci sarà chi farà un resoconto di quanto tutto sia stato bello, divertente, faticoso, ma come anche sia stato fonte di grande soddisfazione, alla fine.

Sarò nel gruppo dei partecipanti e questo mi dà già una grande gioia.
Vedere i compagni di squadra è sempre un’emozione.
Ma sto scrivendo alla vigilia della gara intorno a questo lago a due passi dall’Aquila. E vi domanderete perchè.

Tutti diranno: prima di una gara solo riposo, carboidrati e quattro risate.
Per me non è mai così. Agli elementi necessari per portare a termine la competizione ne aggiungo sempre uno. Il fattore più profondo. L’anima che pregusta già il calvario e l’estasi della fatica. Visualizzo percorso, difficoltà e con le viscere sono già lì.

Solo. Per me più che l’attesa della corsa, c’è la corsa dell’attesa.
Un travaglio interiore dove tutte le paure vanno sconfitte, tutte le difficoltà già superate e si deve formare con le ore che precedono la gara un io indistruttibile, che qualunque cosa trovi abbia solo il traguardo come scopo.
Non è esaltazione. E’ rispetto per una disciplina.

Questo non vuol dire non essere più che cortesi con gli altri partecipanti, leali nel percorso e presenti nella gratitudine verso chi ha organizzato la gara.
E’ qualcosa in più.
E’ una preparazione mentale, spesso e preferibilmente fatta in completa solitudine, anche usando vari tipi di meditazione. Una preparazione che termina solo nel momento dello sparo iniziale e del fatidico momento in cui il tempo viene scandito da un cronometro.

Fino agli ultimi secondi prima di partire come un cavallo, il cavallo ancestrale sopito dentro di noi, continuo, irrequieto, a visualizzare strada, paesaggi, gambe e pancia dolenti, fantasmi e voli di vittoria. Un magnifico lavorio interno!

E poi tutto diventa facile, gratuito, nobile e semplicemente indescrivibile: siamo in gara, tutti insieme, come nella vita. Siamo vivi più che mai.
Come quella canzone dei Simple Minds : “Alive and Kicking” –Vivi e scalcianti! Forma idiomatica inglese che sintetizza l’estrema vitalità.

Il grande regista Jodorowsky diceva in un suo aforisma riferito ad un’
amante qualcosa come “Non arrivare, ti prego! Il mio piacere è aspettarti.”

L’attesa della corsa per me è già la corsa, con tutto quello che comporta….
E abbiate pazienza con questo corridore romantico!

Roberto Lombardi




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