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L'intervista al podista. Antonino Condò. Un esempio.
di Tiziana Colamonico, 10/01/2010

Antonino e i suoi trofei (foto di Patrizia De Castro)

Antonino e i suoi trofei (foto di Patrizia De Castro)

ORA ANCHE DUE VIDEO!


10.01.2010 L’atleta podista campione provinciale di categoria,

classe 07.01.1925

Antonino Condò

Dedico questa poesia al gruppo Podistica Solidarietà di cui faccio parte:

Vento di gennaio.

Illuminato e presente.

Sugli alberi frondosi e sui tetti di tegole rosse.

Fresca erba in cui volano le farfalle e come in un sogno d’amore nei vostri occhi.

Giorno di gennaio che scorre senza nostalgia

e se ne va via e vi specchiate sul vostro calmo cuore.

Antonino Condò


L’incontro con Antonino si svolge nella sua casa di Guidonia alle dieci di una mattina d’inverno, il 10 gennaio 2010. C’è un pallido sole già dalle prime ore del giorno, il cielo ha un velo grigio, l’aria profuma di legna bagnata. L’appuntamento con Patrizia è di buon ora a piazza Vittorio, ci riscaldiamo con un caldo caffè e da lì iniziamo il nostro viaggio.

Antonino ci accoglie insieme ai figli con affettuoso abbraccio. Sorridente e cordiale ci accompagna nel soggiorno di casa. Qui comincia la nostra intervista.

Pat con la sua innata praticità e velocità predispone gli oggetti della stanza nonché me e Antonino nei giusti punti luce per fare lo scatto delle sue foto. Srotola sul tavolo tondo i due bellissimi posters che ritraggono Antonino, decide, poi, di spostare il tavolo stesso e di far accomodare me e lui di spalle alle cristalliera su cui sono poggiate tutte le coppe vinte da Antonino nel corso dei suoi trent’anni di carriera podistica. Ogni iniziativa di Pat è un fuori programma. La seguo divertita ed entrambe ci affidiamo alla spontaneità dei nostri gesti.

Antonino è perfettamente a suo agio, sorridente, disinvolto, caloroso nell’abbraccio, scorrevole nella conversazione.

“Auguri per i tuoi 85 anni Antonino. Come li hai festeggiati il 7 gennaio?”

“Li ho festeggiati il 25 dicembre. Il giorno in cui sono nato. Infatti mi chiamo Antonino Natale. All’epoca, però, poiché son nato in un piccolo paesino vicino Reggio Calabria mi han dichiarato alcuni giorni dopo. Il 7 gennaio esattamente”.

“A che età sei arrivato a Roma?”

“All’età di dodici anni e da sessanta sono sposato con mia moglie Maria”

“Anche lei è calabrese come te?”

“No, lei è di Tivoli”

“A che età e perché hai iniziato a correre?”

“Avevo 55 anni ed accompagnavo la mia nipotina di 10 anni a correre, poi, di lì ho sentito il bisogno di voler andare sempre più avanti”

“Anche tua nipote ha continuato a correre?”

“No, in famiglia sono il solo. La corsa la devi sentire dentro”

“All’epoca quante volte ti allenavi? Avevi un allenatore? Dei compagni con cui correvi?”

“Mi allenavo tre volte la settimana, di sera, dopo il lavoro. Non ho mai avuto un allenatore né compagni di allenamento. Ho sempre amato correre da solo, libero, senza schemi. Mettevo le scarpe e correvo ed ogni domenica partecipavo ad una gara, vincevo una coppa. Prima si vincevano sempre le coppe o le medaglie non come adesso che ci sono tanti premi diversi”.

“A quale società eri iscritto?”

“A quella di Villanova”

“Ricordi qualche gara particolarmente bella oppure sofferta?”

“No, nessuna in particolare. Per me sono state sempre belle. Le ho sempre vissute con entusiasmo e la stessa energia”

“A cosa pensi mentre corri?”

“Penso a fare, a ciò che devo fare, alle mie forze”.
Nel raccontare tutti i km percorsi, gli occhi volpini e acuti si illuminano. Leggo nella fierezza del suo sguardo tutto il coraggio e la determinazione di un uomo che si è sentito ed è stato libero nella corsa, nello sport, nello spirito.

“Ma Antonino per te cos’è la corsa?”

“La corsa è fantasia!”

“Fantasia?”

“Si, la fantasia della vita. L’entusiasmo, la gioia, la libertà”

“C’è un posto dove vorresti correre adesso con me e Patrizia?”

“In un posto pianeggiante. Un prato, vicino al mare. Vedi quella foto alla parete? Correvo d’estate sulla spiaggia il mattino presto. Poi andavo a prendere mia moglie Maria l’accompagnavo all’ombrellone e continuavo ad allenarmi”

“Hai mai corso in montagna?”

“Si due anni fa a Tagliacozzo”

“Sei nato in un paesino di Reggio Calabria. Cosa conservi in te della tua terra?”

“La generosità, la bontà d’animo. Ho sempre fatto del bene e poi l’ho dimenticato. Ho anche salvato delle vite umane. Una volta un ragazzo di 22 anni, dopo un litigio con la madre, si è messo una corda al collo e si è impiccato. La madre ha iniziato ad urlare ed io sono corso subito, ho preso il ragazzo ed ho tagliato la corda. Un’altra volta invece il bambino di un anno, figlio della vicina di casa, è caduto dal tavolo ed è svenuto. Anche lì sono subito accorso e l’ho portato in ospedale. Continuavo a ripetere che c’era Santa Pupa, la Santa protettrice. Un’altra volta invece ho salvato un uomo che dopo un litigio con la moglie pure aveva deciso di impiccarsi. Ed anche lì son corso e l’ho salvato”

“Ma allora Antonino, correre ti è servito…”

“Da quanti anni sei iscritto alla Podistica? Come hai conosciuto Pino?”

“Ci siamo conosciuti per caso dieci anni fa, quando la società nasceva, alla fine di una gara. Lui mi ha chiesto di iscrivermi ed io ho accettato ben volentieri perché la Podistica aveva la finalità della solidarietà”.

L’energia di Antonino ha coinvolto me e Pat che divertite e ammirate abbiamo sempre
più desiderio di addentrarci nella vita di quest’uomo poliedrico e vivace, capace anche di ballare bene il liscio e scrivere poesie. E’ un correre con lui dagli anni 70 ad oggi. Un correre diverso, senza materiali tecno né scarpe ammortizzanti.



Patrizia, Tiziana e Antonino

“facciamo una pausa? “

“Si, così sposto un po’ di oggetti per nuove inquadrature”. Antonino per nulla disorientato, prepara un buon caffè accompagnato da fette di pandoro.

“Cosa diresti oggi ad un giovane che inizia a correre?”

“di sentire la corsa dentro e avere fantasia in tutto ciò che fa. La fantasia ti da la forza di andare avanti”.

“C’è qualcosa che senti di dire al Presidente?”

“Si, grazie Pino, sei una splendida persona, molto generosa e disponibile, presente nella società e sensibile ai problemi. Mi hai dato tanto”

“Hai nuove poesie Antonino?”

“Si, ne ho scritta una stamane. “Vento di gennaio, illuminato e presente…”

Ascoltiamo in silenzio le parole scandite dai passi di quest’uomo che dalla strada rimbalzano al cuore regalandoci battiti di emozioni.

E’ il calore della tua Fantasia, Antonino, che ci riscalda in questo “giorno di gennaio che scorre senza nostalgia…”

Grazie Antonino



Antonino e Tiziana


GLI AUGURI DI ANTONINO ALLA PODISTICA


LA POESIA DI ANTONINO


Antonino Condò (foto di Patrizia De Castro)

Antonino Condò (foto di Patrizia De Castro)



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