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La mia prima volta, ovvero l’uomo che correva con lo zaino.
di Roberto Lombardi, 04/03/2009

Marco Boni (foto di Patrizia De Castro)

Marco Boni (foto di Patrizia De Castro)

Chi si è avvicinato da poco al mondo del podismo vede la Roma Ostia, cioè correre 21 km di seguito, come qualcosa di difficilissimo, pericoloso e sotto il fungo, all’Eur, alla partenza pensa: Da qui al mare = Da qui all’Eternità!

Ventuno (21!) km sono tanti e la paura si fa strada già al momento dell’iscrizione.
Ce la farò?

Si pensa ai propri piedi che ultimamente hanno fatto le bizze perché ci si è sforzati un po’ troppo.
Si guarda con preoccupazione al cielo plumbeo e ci si domanda se ci si è vestiti adeguatamente.

Ma quando ci siamo iscritti ci hanno dato uno zaino viola nuovo di zecca, piccolo, leggero, capiente. Stai a vedere che serve per metterci un impermeabile e una “merendina” contro eventuale pioggia e fame durante il lungo tragitto che ci porterà al mare. Così, siccome pesa poco e siccome “non si sa mai”, ecco che al momento di partire ci si accorge con imbarazzo di essere l’unico con quel fardello inutile.

E’ troppo tardi per sbarazzarsene e la propria sacca con il cambio è già in viaggio verso la rotonda di Ostia. Non c’è neanche un amico o un familiare nei paraggi a cui affidare quello che è divenuto un ridicolo orpello che tutti guardano con malcelato divertimento.

Ma in fondo non mi dispiace portare questa “coperta di Linus”. No, non il Linus di Radio DeeJay, quello che è lì davanti e sta per partire.
Ma eccola, la partenza. Ed è subito sudore fatica, dolori…..e grinta.

Tempi ottimi, intorno ai 6 minuti al Km e vele rosse con quei numeri che segnalano quanto manca alla fine del gioioso calvario.
Ad un certo punto cala la notte. E’ passato da poco il 10° Km e tutto quello che si sente fa male, ma….un sentimento di “arrivano i nostri” si fa strada. In lontananza si ode qualcosa di simile alle trombe del Paradiso e siccome sono ancora vivo deve essere una banda di ottoni.

E’ incredibile quello che può fare una musica in certi momenti perché sento le lacrime agli occhi e le ali ai piedi e mi sento leggero come non mai, mentre lo zaino continuare a ballonzolare allegramente.

Un ultimo piccolo grande sforzo ed ecco la nostra fotografa ufficiale che già prima di partire si prodigava per noi che mi dice, dal ciglio della strada, che ce l’ho fatta mentre mi immortala ed io, come un maratoneta olimpico che ha appena guadagnato l’ingresso allo stadio, alzo le braccia al cielo e saluto.
Mi sto esaltando?

Ma è ancora dura. I cavalloni nel mare di Ostia, che finalmente vedo, e il vento che urla sembrano dirmi di rimanere concentrato. C’è l’ultimo strappo… Faccio gli ultimi km in compagnia di una donna con il braccio ingessato che mi confessa che sono stato la sua “lepre” da circa un’ora. Alla fine mi consiglia di fare anche la mia “volata”. La faccio, mentre l’inutile zaino sulle spalle fa i suoi ultimi sussulti e so che la prossima volta lo lascerò a casa.

Roberto Lombardi


Roberto Lombardi (foto di Patrizia De Castro)

Roberto Lombardi (foto di Patrizia De Castro)

Gara: Roma Ostia Half Marathon (01/03/2009)

SCHEDA GARA



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