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Un orange e ¼ a Copenaghen
di Enrico Galanti, 22/05/2013

Alessandra ed Enrico

Alessandra ed Enrico

Avendo 55 anni e due maratone alle spalle, avevo deciso che dovevo farne una terza, prima di diventare troppo vecchio. Così dopo un anno di fermo gare a causa di un brutta storta ed una ripresa graduale (affiancando molta bici), siccome la Roma-Ostia 2013 era andata bene per i miei standard (1.44.28), ho deciso di lanciarmi: sarebbe stata Copenaghen 19.5.2013, oltretutto un pretesto per andare a trovare mia figlia che studia lì.

Siamo arrivati venerdì pomeriggio, io, mia moglie e mia cognata Alessandra Vulterini che, con il suo noto entusiasmo, aveva deciso che mi avrebbe accompagnato per gli ultimi 12, più difficili chilometri. Copenaghen ci ha accolto con un tempo primaverile che ci ha un po' spiazzato visto che, partendo per una capitale nordica, ci eravamo attrezzati con abbigliamento pesante un po' alla Totò e Peppino che vanno a Milano. Domenica la musica era cambiata con un cielo compatto di nuvole, temperatura sui 10 C e discreta umidità. Dopo una colazione leggera io e Giacomo, un amico anche lui studente a Copenaghen (che si era generosamente iscritto per accompagnarmi per il primo pezzo), ci siamo recati di buon ora alla Partenza. Dopo i soliti rituali, abbiamo seguito i consigli dell'organizzazione e ci siamo piazzati vicino ai pace-marker che avevo scelto per il mio tempo finale sperato (4.10').

Gli oltre 10.000 iscritti (in prevalenza scandinavi, poi tedeschi), sembravano per nulla scoraggiati dal meteo. Partiti regolari alle 9,30, dal 2° km una pioggia fredda ha iniziato a scendere inclemente su di noi. Prima qualche goccia incerta portata da una leggera brezza, poi quando quest'ultima si è calmata, l'acqua dal cielo è diventata fitta ed è andata avanti così per 20 minuti prima di diradarsi, senza tuttavia abbandonarci fino al traguardo.

La maratona di Copenaghen è molto piatta tranne le poche, brevi e leggere salite su qualche ponte. Il percorso si snoda tutto in città con passaggi anche due o tre volte nello stesso punto, il che lo rende un po' noioso. Avrei preferito una puntata fuori di 15 km: non sarebbe mancata certo la scelta! In compenso, a ravvivare l'atmosfera, ci pensavano numerose bands, cori, tamburi, majorettes, clown che costellavano fittamente il percorso. Evidentemente, mi sono detto, l'organizzazione ha preferito spendere così i soldi dell'iscrizione (non economica: equivalente di € 80 al penultimo scaglione temporale) e degli sponsor perché il pacco gara, se comparato con quelli di analoghe nostre manifestazioni, era decisamente povero. Quindi, detto per inciso, viaggiare e comparare serve anche a togliersi un italico complesso di inferiorità.

Al 15° km, Giacomo mi ha lasciato avendo dato sin troppo rispetto al suo allenamento medio. Ma non mi sono sentito solo perché gli abitanti di Copenaghen partecipavano molto alla manifestazione incitandoci e chiamandoci per nome. Alcuni diffondevano musica a tutto volume dalle finestre. Così altri 15 km sono passati presto. Al 30° km., come programmato, un'altra canotta orange (Alessandra) mi attendeva incurante della pioggia e, pur senza pettorale, si è inserita nel fiume umano, per accompagnarmi l'ultimo tratto. Il suo umore, il suo incoraggiamento, il suo servizio acqua (al bisogno mi porgeva una bottiglietta che mi consentiva di bere meglio e di evitare di fermarmi alle postazioni risparmiando tempo prezioso) sono stati fondamentali. Non abbiamo rallentato il ritmo, anzi siamo riusciti a rosicchiare qualcosa ai pace-marker, tagliando il traguardo mano nella mano. Ho chiuso a 4.07.33, più di 20 minuti in meno della mia ultima maratona (Roma 2011): una grande soddisfazione, soprattutto perché non ho sperimentato muri, rallentamenti o grandi fastidi verso la fine.

Penso che questo sia dovuto ai fattori che elenco per chi, come me, di maratone ne fa poche e punta più ad arrivare bene che ad abbattere i tempi. Quattro lunghi i fine settimana di cui uno quasi maratona (29, 33, 39,5 e 31,5 km) un medio/medio lungo a settimana (il mercoledì dai 16 ai 22 km) con qualche ripetuta dentro, che con le altre uscite quotidiane (5/7 km) portano ad un totale di circa 400 km in 40-45 gg. Altro fattore importante l'alimentazione in gara, da sperimentare durante i lunghi, per me è stata la seguente: colazione leggera ma energetica a 2 ore dalla partenza (1 mela, thè, 2 fette di pane integrale con miele); una barretta proteica, con un po' d'acqua mezz'ora prima della partenza; polase in granuli e gel proteici ben spalmati durante la gara (il polase dal 15mo km in avanti prima di bere, ma questo dipende anche dal clima, i gel uno al 25simo e l'altro al 35simo km: importante trovare il gel che fa per voi).


Gara: Maratona di Copenhagen (19/05/2013)

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