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Giovanni e Romano...di nuovo passo a due
di Romano Dessì, 30/07/2013

Cari amici solidali, con Giovanni Cossu si è rinnovato il nostro passo di danza, il nostro passo a due che avevamo fatto lo scorso anno.

Solita partenza e solito percorso, che io ricordavo più duro, ma andiamo per ordine; con Giovanni alla partenza cerchiamo di definire la nostra andatura, né troppo forte né troppo piano.

Purtroppo il bus da Roma era arrivato con qualche minuto di ritardo, costringendoci così a partire a freddo. Dopo la solita foto di rito, la partenza, con Giovanni che partiva un po' forte, tanto che io gli ho fatto notare che dovevamo fare 25 km e che partivamo a freddo per cui ogni stilla d'energia andava risparmiata, per cercare di arrivare freschi all'arrivo.

Il percorso, inutile dirsi, è di una bellezza unica, le salite si susseguivano alle discese, curve e contro curve facevano in modo che il percorso sembrasse un lungo serpente da affrontare, l'unica mia paura era per i ristori, perché credevo che eravamo rimasti isolati, ma, per fortuna la mia era una paura infondata perché i ristori li abbiamo trovati tutti, merito anche del commissario di corsa che monitorava ogni nostro km.

Come dico da qualche tempo, la marcia è fatica e sudore, ed anche per questo si vedono pochi marciatori, la marcia è dedizione a una disciplina olimpica. Con Giovanni abbiamo dato vita a un passo a due ritmato dai nostri respiri e dal rumore delle nostre scarpe sull'asfalto, ritmato anche dai colori che si avvicendavano sul percorso, dal verde dei boschi che circondavano il lago, all'azzurro del lago stesso.

Ogni tanto con Giovanni ci siamo soffermati sui nostri ricordi, belli o brutti, ma sempre ricordi; cercavamo di esorcizzare le nostre paure raccontandoci vecchi aneddoti di vita.

Andavamo avanti con una leggerezza unica sia mentale che fisica. Ad un certo punto mi sono posto una domanda, "Ma quante volte avrò oscillato le mie braccia durante tutta la mia carriera di marciatore? Migliaia di volte, milioni o miliardi di volte?".

Su questa domanda non ho trovato risposta. una domanda forse stupida, ma, che veniva dal mio cuore. Intanto il percorso ci mostrava tutti i lati più belli e straordinari che ci potesse dare la natura. Lungo le strade roulotte e caravan la facevano da padrone, e i campeggiatori erano intenti a preparare i loro pasti, per cui due marciatori che passavano isolati dal resto del gruppo non erano presi nemmeno in considerazione, ma, noi continuavamo a macinare km su km.

Dopo il ponte che era un giro di boa Giovanni mi dice che aveva un dolore al nervo sciatico, per cui ho preso in mano le redini del gioco e ho condotto io le danze per far si che Giovanni non si trovasse in difficoltà, l'ho preso quasi per mano, cercando di non fargli fare ritmi troppo veloci. Voi direte "Ma quando mai andate veloci?".

E io vi rispondo "Provate voi a marciare e poi mi racconterete". Comunque il più era fatto, dopo il ponte mancavano solo 12 km all'arrivo. Giovanni resisteva stoicamente al dolore, ogni tanto gli davo una voce per sapere come stava, ma quel passo a due continuava incessante fra le ultime salite e discese. Come dicevo all'inizio, io il percorso me lo ricordavo più duro, ricordo che l'anno prima avevo lasciato Giovanni a circa 5 km all'arrivo proprio in salita e mi era sembrata molto più dura di quest'anno.

Iinfatti iniziamo l'ascesa insieme senza forzare i ritmi e cercando di dare un senso alle nostre fatiche. Vedevo Giovanni abbastanza affaticato, ma la decisione era presa, saremmo arrivati insieme ad ogni costo. Giovanni all'arrivo mi ha fatto arrivare davanti, e per questo lo ringrazio, grande Giovanni uomo di sport ed esempio di vita.

Con questo vi saluto, il vostro marciatore Romano


Gara: Giro del Lago di Campotosto (T.S./C.E.) (27/07/2013)

SCHEDA GARA



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