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I miracoli esistono… se sei tenace - Sergio Grieco, tempo 5.19.04
di Sergio Grieco, 10/11/2011

Ho iniziato la mia avventura podistica a dicembre 2010 e a gennaio mi sono iscritto alla Podistica Solidarietà.
Tutto è iniziato per gioco e senza alcuna esperienza, ma con un obiettivo ambizioso, come prima gara partecipare alla più bella ed impegnativa maratona del mondo, New York.

Mi sono confrontato con il grande presidente Pino che ha stilato una “comoda tabella di allenamento graduale“ considerando anche la mia condizione fisica iniziale, sovrappeso, minima attività fisica; mi sarei accorto nel tempo vista la quantità di contrarietà avvenute che a volte “il diavolo fa le pentole e non i coperchi”.

Inizia così un lungo periodo di allenamento, con militare rispetto della scheda predisposta (ripetute, piramidali, medi ecc.) e corso a Caracalla due volte la settimana (preziosi anche i consigli di Fulvio), i risultati sono stati subito apprezzabili anche se funestati da stiramenti muscolari, distorsioni, inizio di fascite plantare.

Finalmente arriva il primo medio, 25 km a fine luglio, mi sento bene, tutto ok, parto con i compiti per le vacanze con l’obiettivo dei 28 km a fine agosto ma durante una ripetuta il “dramma”: il 10 di agosto distrazione 2,5 cm del “soleo” impossibile proseguire gli allenamenti, conseguente crisi di rabbia e di sconforto ma una forte determinazione e volontà a continuare.

Dopo quasi due mesi di inattività, tecar, laser e cure riabilitative, il 26 settembre ho iniziato timidamente a correre ma a “soli 45 giorni dalla maratona”, Pino mi suggerisce di iniziare con il metodo Gallaway 2 km poi 5 km e poi intensifico con normale corsa lenta 10…15…25 e il 23 di ottobre 30 km l’unico lungo della mia vita, in sostanza in 25 giorni sono passato da 2 a 30 km seguito quasi giornalmente da Pino; questo risultato mi ha ridato fiducia e le parole del caro Pino “il corpo non dimentica” mi facevano ben sperare.

Parto così per NY il 4 di novembre, incontro il gruppetto orange a Fiumicino “ Lisa e company” ci eravamo già incontrati a cena qualche settimana prima… ottimi consigli, forte spinta emotiva anche se si percepisce subito che sono tutti su un altri livelli atletici... si è visto poi dai tempi; siamo in differenti alberghi, ci siamo comunque incrociati nell’allenamento pre gara a Central Park il venerdi… saluti… baci e 7 km in scioltezza, rientrato in albergo un incubo “dolore lancinante ad un gluteo… rapido consulto medico ed immediate iniezioni di voltaren, venerdi e sabato, il dolore non passa sono disperato domani si corre la maratona, il medico mi suggerisce di prendere un Aulin un’ora prima della partenza “o la và o la spacca”; ormai sono entrato in uno stato di confusione mi sembra incredibile che tutto possa essere vanificato da questo maledetto dolore ma… accada al fine quel che accada e, certo è, che le condizioni psicologiche non sono delle migliori.

E’ il 6, giorno della gara sveglia alle 4.00 alle 5.00 sul bus che ci porterà al traghetto per Verrazzano Bridge, essendo in settori diversi abbiamo deciso di incontrarci per correre assieme dall’8° km con l’altro orange Maurizio (incredibilmente ci siamo incontrati).
Sulla linea dello start sono inebetito e frastornato dalla quantità di partecipanti, un mare di teste, dalla allegria delle persone, dai colori, la musica, la folla e soprattutto dallo splendido sole autunnale; tutto attorno stranamente non si avverte alcuna tensione siamo tutti pronti, forse ho dei dolori ma li respingo, è arrivato il momento, mancano pochi minuti alla partenza, ci incanalano nel corrall io sono alla 3° onda Green delle 10,40.

Sono allo start, mancano 3 minuti, parte ”God bless America” una voce magnifica senza musica, tutti tacciono è un momento surreale, emozionante ti senti parte di un tutt’uno e ti senti forte… l’adrenalina è a 1000, ce la farò!!

Alla fine dell’inno l’urlo liberatorio di questa immensa folla, lo speaker “Are you ready” la folla “Yes” e finalmente il colpo di cannone, il segno della croce, si parte, il risultato di tanta fatica si vedrà nelle prossime ore.

Si parte lentissimi non si riesce a correre a causa della quantità di persone, benché in salita si passa il Ponte da Verrazzano in un attimo “che magnifica sensazione” sei portato dall’onda della folla… ogni 5 km ho deciso di girare brevi video con il telefono vorrò ricordare per sempre questi momenti, la decisione si è rivelata un’ottima distrazione nei momenti difficili.
Tra il 6°e l’8° km le tre onde (blue, orange e green) che fino ad allora hanno corso su percorsi diversi, si uniscono, è indescrivibile la quantità di persone, sembra che tre fiumi siano incanalati in un unico alveo è un mare di teste a perdita d’occhio, musica, colori incitamento e tu “corri, corri, corri”.

All’8° km mi incontro con Maurizio ed allegramente proseguiamo assieme gustandoci la corsa, i primi 10\15 km trascorrono tranquilli (si fa per dire visti i falsipiani) tra ali di folla urlante, fino al 21° km si è travolti dal calore della gente, ti sembra di essere in un altro mondo.
23°\24° km ecco il mostro il “Queensboro bridge” oltre 1 km di salita spezza gambe, con Maurizio decidiamo di non camminare teniamo duro, mi attardo un momento per girare il video e inesorabilmente perdo Maurizio, proseguo solo.
Alla fine della discesa del ponte si vive l’emozione più forte sulla curva a gomito finale che immette sulla 1° avenue si è accolti da migliaia di persone urlanti, ho ancora il frastuono nella testa, incredibilmente questo suono ti mette le ali ai piedi, “go Italia, go…”.

Si entra in Manhattan e via sui 5 km della 1° avenue, dopo un po’ sono al 30° km, respingo i dolori, li scaccio con forza devo andare avanti… al 13°, 23° e 33° ho preso “Enervit gel endurance” e bevuto poco ogni 5 km… mi ripeto vai, vai, vai.
Nei momenti difficili penso che la mia famiglia mi sta seguendo da Roma “on line” ed ogni volta che passo sulle bande di rilevazione penso a loro, non posso deluderli… forza, forza, forza.

Sento chiamarmi è Maurizio in piena crisi, rallento, lo abbraccio camminiamo per qualche minuto con la mia mano sulla spalla, ha la canotta Orange, non posso abbandonarlo, parliamo, lo incoraggio, lo scuoto e dopo un po’ ricominciamo a correre, ha passato la crisi, ci sorridiamo a vicenda e continuiamo assieme.
Al 33°km incontriamo alcuni miei amici “supporters” sono venuti da Roma per incoraggiarmi, in effetti hanno delle magliette con la mia immagine stampata, una iniziativa magnifica, una iniezione di forza per me e Maurizio e un motivo in più per tenere duro.

Al 38° mi stacco da Maurizio che ha deciso di camminare un po’, è dura ma sento il profumo dell’arrivo, percorro la salita della 5° avenue tutta di un fiato, ormai non mi ferma più nessuno, ci sono, mancano solo 4 km , tengo duro, mi incitano “Italia Italia Italia”, sono concentrato sul finish addirittura accelero, eccolo lo vedo a 300 mt alzo le braccia al cielo, corro così fino all’arrivo, sono il lacrime ma non mi vergogno, ce l’ho fatta… il pubblico urla, applaude ormai non lo sento più sono in un’altra dimensione sono un “runner“.

Forse questo resoconto per molti “veri” runners potrà sembrare banale per me invece è un insieme di sensazioni uniche, il resoconto di un traguardo importante in quanto dopo solo 10 mesi dall’inizio della attività podistica, a 60 anni e con tutti le contrarietà descritte mi consentono di ripetere il detto latino “Nihil Difficile Volenti” ed io ho desiderato così fortemente di coronare questo sogno che al fine ci sono riuscito.

Un grazie di cuore va a Pino in quanto solo i suoi insegnamenti, la sua cura, passione e pazienza mi hanno consentito questo risultato, grazie Pino.


Sergio Grieco

Sergio Grieco

Gara: Maratona di New York (06/11/2011)

SCHEDA GARA



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