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Una goccia di sudore in più
di Alfredo Donatucci, 18/02/2015

il meritato relax

il meritato relax

Di solito quando uno si ferma poi riparte; e ciò avviene in qualsiasi ambito, durante una semplice passeggiata o lungo il più complicato sentiero della vita. Quindi, può capitare anche nello sport.

Così, dopo l’ultima gara del 28 dicembre 2014 mi sono fermato, o meglio ho smesso. Non di correre, che ormai fa parte dello stile di vita quotidiano, bensì di pensare ad altre gare e a come riaccendere il desiderio di parteciparvi, carico e motivato, non limitandomi a partire e arrivare ma ricercando dentro di me il gusto di quella sana competizione che le ha sempre caratterizzate. Ma quest’anno è dura, anzi durissima.
Dopo parecchie corse in totale relax, ho provato più volte a correre veloce però ho notato che le gambe preferivano una corsa più tranquilla, senza eccessive sollecitazioni. Una tranquillità che infatti riflette più aspetti del mio essere, al momento poco propenso ai sacrifici che la disciplina comporta e molto più voglioso di un certo confort rispetto agli incerti risultati derivanti dalla solita “sfida contro se stessi”. Insomma, alla fine di gennaio 2015 non ero ancora ripartito, ossia non l’avevo fatto come avrei voluto, dunque sono rimasto quasi fermo. Fermo a pensare.

Tuttavia, se da un lato il pensiero di restare fermi provava a prendere il sopravvento, dall’altro il desiderio di ripartire lo contrastava. Allora mi sono trovato in mezzo, leggermente in movimento, a guardare un po’ di qua e un po’ di là, senza saper scegliere tra “ingranare la marcia” o “restare in folle”…

Consapevole che il tempo passa, come io passo nel tempo, bisognava però decidersi, o forse bisognava solo lasciar decidere quest’ultimo, considerando che non avevo scadenze o impegni presi e da rispettare. Del resto, come noi siamo i padroni di quel tempo il tempo è padrone di noi, passa inesorabile senza guardare in faccia nessuno e, pure se non ci facciamo caso, ad ogni nuova edizione di una gara abbiamo un anno in più sulle spalle e parecchi km in più sulle gambe: la notte segue sempre il giorno e il giorno segue sempre la notte e in quel lento susseguirsi scorrono, impercettibili, “levigandoci” ogni volta un po’...

E così, leggermente in “conflitto” sono rimasto nel mezzo fino a sabato 7 febbraio scorso, continuando a guardare un po’ di qua e un po’ di là, finché lo sguardo si è soffermato verso un quartiere di Roma spingendomi a partecipare alla "Corriamo al Collatino"…
E’ stato fa-ti-co-sis-si-mo “riaccendere il motore da gara”, ma anche un vero piacere percepire ancora quelle sensazioni che solo la corsa veloce può regalarti...
Anche la corsa stessa è stata durissima però certe parole hanno forza e danno forza, cosicché ho corso pensando alla carica che mi avevano dato molti amici; una carica che è stata più forte della fatica, un pensiero costante che ha bruciato ogni istante in cui quest’ultima tentava di prendere il sopravvento cercando di rallentare l’andatura… Ho tenuto “il piede sull’acceleratore” fino all’ultimo centimetro di asfalto, forse anche poco dopo il traguardo, ed ho pensato e ripensato tanto a quegli amici, alle loro parole e alla forza che generavano dentro di me…
Tutto ciò può apparire esagerato, ma all’undicesimo anno di gare le avvisaglie che già in passato avevo percepito si sono ripresentate più prepotenti che mai, tanto per ricordarmi che non è facile continuare a tenere viva la motivazione che spinge a ricercare un pizzico di competizione (con se stessi), come un riscontro cronometrico o un piazzamento nella propria categoria…

In questi undici anni la Podistica Solidarietà mi ha regalato infinite emozioni, emozioni non ancora finite, un tempo troppo concentratissime e ora troppo diluite, che però vorrei continuare a vivere anche al costo di asciugare qualche goccia di sudore in più…


Alfredo al Collatino

Alfredo al Collatino

Gara: Corriamo al Collatino (15/02/2015)

SCHEDA GARA



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