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Maratonina di Villa Adriana ovvero l'invenzione del Kairometro!
di Roberto Lombardi, 01/06/2023

Tra poco varcherò la soglia dei LX anni, XV dei quali trascorsi a correre con Podistica Solidarietà.

Con il nostro club ho imparato a correre le medie e lunghe distanze.

Correre è dunque un rapporto tra tempo e distanze.

Quanto e come usare il tempo e scegliere le distanze delle proprie corse è Arte che si apprende.

Detto questo, trovarsi a correre una Domenica mattina tra le vestigia di Villa Adriana catapulta in un altro tempo, il tempo degli antichi romani.

I filosofi già prima che Roma arrivasse in Grecia avevano dato al tempo due parole distinte Chrono e Kairos.

Chrono per il tempo misurabile e Kairos come il momento giusto, un tempo interiore di cui altri filosofi hanno parlato secoli dopo.

Ma torniamo a noi.

Eccoci con le scarpe ai piedi dietro la linea di partenza dopo il minuto di raccoglimento per le vittime dell’alluvione in Emilia Romagna, in silenzio.

Lo sparo.

Si parte per un’altra esperienza. Scattano tutti i cronometri al polso dei podisti.

Anche il mio.

Tempo misurabile che si deve sconfiggere, limitandolo.

Questa mia Corsa, però, non sarà contro Chrono, ma con il Tempo, Kairos.

Da corridore lento, so già che arriverò tra gli ultimi.

So già che questo non mi darà nessun fastidio e allora all’entrare nella Villa dove il grande imperatore amava trascorrere il suo tempo, appunto, vengo rapito da altre possibilità di vivere la distanza che i miei piedi stanno tracciando, un passo dopo l’altro.

Kairos.

E’ il momento giusto di Correre.

Il momento giusto per gustare tutte le dimensioni che la Corsa regala.

E le elenco mentalmente, chilometro, dopo chilometro.


I. La Paura. Come nell’infanzia ed ogni inizio. La Paura dell’ignoto ci accompagna. Ci si può infortunare: basta mettere un piede in fallo, scivolare, cadere. La sento. Ci convivo.

II. Lo scorrere del tempo. Inesorabile. Ma che condividiamo come Umanità.

III. Il Corpo. Questa macchina perfetta che ci porta ovunque e ci parla continuamente.

IV. La Natura. Con le sue piante, il suo profumo, Madre accogliente.

V. La Velocità. Il ritmo in cui ci si muove e che bisogna calibrare.

VI. L’Allenamento. Necessario per rimanere in piedi. Sempre. In tutto.

VII. La Tenacia. Indispensabile per arrivare alla fine.

VIII. La Fatica. Imprescindibile.

IX. L’Infortunio. Sempre in agguato. Possibilità e realtà con cui convivere.

X. La Vittoria. Arrivare, finalmente al traguardo.


Alla conclusione della Gara, tra primo e ultimo arrivato c’è solo una separazione cronologica che ha un significato.

Alla conclusione di ogni Gara ogni atleta ha vinto.

E’ entrato dentro sé stesso in modi più o meno diversi.

E in fondo, senza acquistarlo, abbiamo tutti in dotazione un “Kairometro”.

Basta ascoltarlo.



Gara: Maratonina di Villa Adriana [TOP] (28/05/2023)

SCHEDA GARA



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