home page   podistica   triathlon   trail   ciclismo   criterium   società   notizie   solidarietà   fototeca   videoteca   fidal   links   area riservata   contatti 
Podistica Solidarietà su FacebookPodistica Solidarietà su TwitterPodistica Solidarietà su InstagramPodistica Solidarietà su YouTube

archivio Gare Fittizie


calendario Gare Fittizie


notizie gare podistiche


archivio gare podistiche


calendario gare su strada


calendario gare atletica leggera


calendario gare in regione


calendario gare all'estero


11 consigli per la maratona


archivio notizie

Trail Serra di Celano
di Ettore Golvelli, 01/08/2013

Ci siamo ragazzi, finalmente è arrivata l'ora della verità, il momento di affrontare la regina delle Trail, la più dura, la più bella, la più spettacolare: sto parlando della Trail di Celano. Ed è proprio a Celano che io e mio fratello ci rechiamo di buonora nel buio di una mattina molto calda.

Celano ci appare alle prime luci dell'alba ed il suo splendido castello spicca sulle case dall'abitato ed è visibile anche dall'autostrada. È il castello medioevale Piccolomini e tutta l'antica cittadella che si dirama intorno al castello in forma radiale ed avvolgente è sicuramente la zona  più suggestiva. Un bel castello con le finestre tardo-gotiche, l'alto ed originale portale ad archi sovrapposti di stile senese, le merlature neoguelfe,con due ampi e verdi cortili; il Prato verdissimo e visibile anche dalle cime delle montagne.

Ho scoperto che Celano è una cittadina di grande cultura ma anche grande gusto della vita. L'ho capito entrando nei portoni anonimi, violando con dovuta discrezione il privato, curiosando nei cortili. Perché i cortili sapendoli "leggere" possono dirti tutto e comunque molto della cittadina. È nei cortili di Celano  ho potuto "vedere" e "sentire" il rumore del silenzio, una cosa straordinaria. Un silenzio rotto una volta solo dall'echeggiante ammonimento di Santo Tommaso da Celano e del suo "Dies Irae" dove, nel giorno del giudizio, l'ultima tromba raccoglierà le anime davanti al trono di Dio, dove i buoni saranno salvati  e i cattivi condannati al fuoco eterno. Brrrrrr...poveri noi. È meglio correre e soffrire le pene di lunghe e faticose salite al fuoco eterno.

Si parte e dopo aver attraversato un bosco mezzo bruciato ed ammirato su di una roccia un affresco raffigurante S. Giorgio a cavallo si arriva al Prato di S. Vittorino. Questo Prato è come un balcone verde che si affaccia su di un panorama stupendo: quello della Conca del Fucino. Il sole brilla forte e la sua luce si riflette accecante  in basso sulla Conca. Questo enorme Prato verde una volta era un lago putrido e maleodorante ma ricco di storia. Un lago dove grandi uomini come Cesare, Claudio, Traiano, Adriano , Federico II fallirono  nei loro tentavi di bonifica. Furono i Borboni che riuscirono a drenare le acque con un sistema che funziona ancora adesso e le scarica direttamente nel fiume Liri.

Si continua a salire e finalmente si arriva in cima al Monte Tino, la cima della Serra. È qui si apre il sipario e comincia lo spettacolo. La Serra di Celano vista dall'alto è una bella cresta aerea che disegna un arco proprio a ridosso delle gole, guardando in basso. Guardando lontano invece si scorge da lontano il nostro amato Gran Sasso con i suoi gioielli (Corvo, Intermesoli, Corno Grande) la cresta del Sirente e la Maiella  con tutti i figli a seguito(Pizzalto, Rotella Porrore). La brulla e sassosa montagna del Velìno, non solcata da strade, ricca di dirupi e brecciai e con un aspetto desolato e desertico. È tutti i paesi sottostanti: Aielli, adagiato su di uno sperone di roccia; Santa Iona con la sua bellissima torre di avvistamento; Ovindoli con la sua splendida vallata e gli impianti sciistici.

Qualsiasi rilievo scopre un panorama, qualsiasi valle proietta lo sguardo versi i piccoli massicci montuosi, qualsiasi roccia scopre il miracolo del paziente lavoro carsico e di limatura del del freddo e del ghiaccio. È qualsiasi stazione rivela caratteri pieni, colori miti e accesi, il vento che sulla cresta tagliava la faccia e la brezza lontana che attenua i colori  riverberati delle pareti calcaree.........è la voce del fratello che mi riporta alla realtà e che ci aspettano ancora 37 km di corsa.

Si scende lentamente verso Ovindoli  e dopo aver ammirato un maneggio pieno di cavalli, si comincia a salire verso la seconda grande cima: Monte Etra. In vetta una grossa croce metallica e da qui si apre sotto di noi un altro panorama stupendo: in basso il panorama si apre sulla Difesa di Aielli, sui resti di antiche fortificazioni di epoca italica.
In alto il Monte Sirente in tutta la sua bellezza-bruttezza. Da un versante un aspetto dolce e debolmente ondulato con discontinui affioramenti rocciosi; su di un altro versante di natura rocciosa con pareti incoerenti ricche di profonde incisioni dovute all'azione dei  ghiacciai in eta' remota; il terzo versante  dolce ed erboso con tonalità delicate di colori.

Il monte Etra guarda da vicino il monte Tino e, chissà se c'è un perché al maschile ed al femminile di questi nomi, i due monti sembrano due amanti che non potranno mai completarsi un con l'altro, condannati solo a guardarsi  e divisi dal salto nel vuoto delle Gole di Celano.
Si scende e dopo aver attraversato il sentiero della via Romana si entra in un altro gioiello di questi posto: Valle d'Arano. È una valle pensile, anticamente bacino lacustre, originata da un torrente che ha creato le Gole di Celano, uno dei canyon naturali più suggestivi di tutto lAppennino. Una sua caratteristica è quella di essere invisibile a chi arriva dalla pianura in quanto al suo imbocco delle discrete pareti a picco stringono il panorama.

Il posto è veramente suggestivo e si può ammirare la forza di un torrente che nei secoli ha scavato e lisciato la roccia, con tenacia, pazienza e violenza.
Inciampò e cado a terra, per fortuna non nel burrone. La bellezza del posto mi incanta, mi affascina e mi fa dimenticare la vecchia e sicura regola del podista: correre guardando a terra senza distrarsi.

Dopo un altra piccola salita si scende a Celano attraversando prima il sentiero di Cascalacqua, dove si può ammirare una piccola cascata e i resti di una torre di avvistamento.  È poi dopo aver visitato anche la suggestiva chiesa degli Alpini , o dei Caduti in Guerra, si arriva alla fine, al traguardo sotto le severe mura del castello.

Al traguardo, ultimi assoluti io ed il fratello, ci siamo imbattuti, oltre agli applausi, anche ad un bel progetto chiamato "Zero Gravity Celano Street" che ha lo scopo di avvicinare le persone al mondo dell'arrampicata all'interno di contesti urbani. Ma Ha anche un altro scopo ancora piu ambizioso: trasmettere lo sport dell'arrampicata ai giovani e, nel contempo, unire allo sport ed alla natura  anche la valorizzazione  dei centri storici abruzzesi.

Celano, con il suo splendido castello medioevale, è il perfetto punto di partenza per questa avventura tra i borghi dell'Abruzzo. Complimenti all'organizzazione......per tutto ed In bocca al lupo.
Ritornerò a Celano, promessa di podista.

Ciao a tutti.


Gara: Ultra Serra di Celano (28/07/2013)

SCHEDA GARA



File Attachment Icon
big.JPG
File Attachment Icon
small.jpg