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Emozioni sulla Costiera Amalfitana
di Ettore Golvelli, 16/05/2012

Lucio Battisti cantava:"Capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi, Emozioni". E sono emozioni fortissime quelle provate nell'Ecotrail di Minori, sulla Costiera Amalfitana. Emozioni sportive sicuramente per l'asprezza e la difficoltà nell'affrontare un percorso difficile, faticoso e soprattutto molto pericoloso.

Ma anche emozioni di natura paesaggistica, culturale, folkloristica e religiosa, tutte incastonate in un unico e caratteristico scenario che suscita forti sentimenti per chi partecipa ad un evento come questo e, soprattutto, in un posto come questo. Perchè questo è uno dei luoghi che ti strega per sempre, questo è un sentiero che ti fa innamorare dell'andar per i monti, un percorso che ti fa provare, se hai il corpo e la mente pronte, tutte le sensazioni, le emozioni, i profumi e le secrete bellezze della montagna.

Ci troviamo a Minori, piccolo borgo marinaro immerso nella pace e nella tranquillità, lontano dal frastuono e del caos della vita moderna, caratterizzato dai colori e dai profumi dello splendido scenario dei giardini di limoni della Costiera Amalfitana. Si parte e percorrendo migliaia di scalini ci si immerge nell'aria intrisa del profumo dei limoni, delle viti, dell'ulivo, del carrubo, dei melograni. Si passa il piccolo villaggio rurale di Torre che si articola lungo la strada collinare che collega Minori con Maiori. Qui, in particolare, la coltivazione del limone ha di conseguenza modificato l'aspetto stesso del territorio, caratterizzato dai tipici terrazzamenti con i muri a secco e dai canali di irrigazione.

Si arriva dopo una piccola discesa a Maiori, che con i suoi terrazzamenti ed i suoi prodotti tipici è da considerarsi l'altra faccia della Costiera, quella più produttiva e anche più vocata a quel turismo attento alle tradizioni, alle antiche usanze ed antichi mestieri, come la lavorazione del formaggio, delle ceste di vimini, della coltivazione del farro e di tanti altri prodotti.

Dopo le estenuanti scalinate la salita si addolcisce e si và su di una strada ombrosa di secolari castagni e primule e viole.

Si sale per la sorgente canalizzata di Capodacqua, parallelamente ad un piccolo impianto di risalita con rotaie a cremagliera ed i soliti estenuanti gradini in cemento, legno o pietra viva.

Salendo si incontra un'edicola votiva dove è forte la voglia di un riposino all'ombra della stessa. Ripreso il cammino si passa per un primo valico dove una croce metallica ricorda una vittima della montagna, un forte monito a chi affronta i pericoli della stessa senza saggezza e senza le opportune precauzioni.

Alla Cappella Vecchia si gode un panorama splendido e solo la noiosa foschia marina ci offusca la visione su tutta la costiera e sui monti dell'Alburno e del Cilento.

Si prosegue per un sentiero ripido e tortuoso mentre in alto si succedono le creste tormentate ed erose dei Monti Lattari. A sinistra uno strapiombo dove appare solare e sorridente il primo villaggio della Costiera, Cetara, il paese delle colature delle alici.

Si arriva al torrente dell'Acqua Fredda detta, in napoletano, "scetate ca è juorno" e dopo un altra ripida salita si arriva alla sella di S. Pietro dove appare la valle di Tramonti, la torre di Chiunzi e, sullo sfondo, Ravello.

Si prosegue (si cammina) fra castagneti cedui alternando ripide salite a piccoli pianori.

Si arriva finalmente alle spalle di Monte Falerno e, rasentando un enorme muro, si passa vicino al Santuario. La corsa non passa nel cortile della chiesa ma io, cambiando itinerario, oltrepasso un portale tra antiche mura e mi appare, in tutta la sua bellezza, l'enorme statua della Madonna e il Santuario dell'Avvocata.

Raccontare tutta la storia di questa chiesa sarebbe una cosa lunghissima. Dico solo che dall'apparizione della Madonna ad un pastorello di nome Gabriello è sorto un posto di culto, il luogo più santo di tutta la Costiera Amalfitana. Un luogo che ha creato una devozione lunga secoli che intreccia paganesimo e cristianesimo e dà vita ad una ritualità che trova la massima espressione nella tammurriata, una danza invasata di origini arcaiche, accompagnata dal ritmo trascinante delle tammorre e dai grandi tamburelli percossi dai componenti della "paranza" (i suonatori).

Lascio la chiesa e l'enorme Madonna che benedice tutti i pellegrini di passaggio e continuo la dura scalata. Percorrendo prima un sentiero piuttosto stretto e poi un altro esposto ma immerso nella nebbia di enormi nuvoloni, raggiungo finalmente la vetta (1014 metri) ma senza godere dello splendido paesaggio del Golfo di Salerno, della Costiera e di Capo Palinuro.

Si scende finalmente e dopo una discesa molto ripida e pericolosa si arriva ad una serie di grotte dove, nella più grande, si intravedono i ruderi di una enorme vasca scavata nella pietra viva dove, si dice, facessero la sauna i monaci del monastero.

Si ritorna sul sentiero iniziale e dopo la discesa sopra i soliti estenuanti scalini si arriva finalmente al traguardo di Minori

Una corsa durissima che asciuga tutte le tue energie, fisiche e mentali; una corsa ben organizzata e vigilata dagli amici dell'Aequa Trail di Minori ma soprattutto una corsa in uno dei posti più belli del mondo: la Costiera Amalfitana.

Buona corsa a tutti.


Gara: EcoTrail Minori (13/05/2012)

SCHEDA GARA



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