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Il passo dell'atleta che ha corso con me
di Tiziana Colamonico, 02/06/2010

Sotto il cielo di Ostia.... (foto di Anna Maria Ciani)

Sotto il cielo di Ostia.... (foto di Anna Maria Ciani)

Cari Amici Orange,

la mia gara ad Ostia ha avuto “un passo insolito”. Il passo dell’atleta che ha corso con me.

Come sovente mi accade ho deciso di correre all’ultimo minuto, questa volta perché dubbiosa per la rigidità delle mie gambe e di un non continuo allenamento. Comunque mi avventuro, però non da sola, ma con chi, invece, è sovente gareggiare tutte le domeniche e che attualmente ha un infortunio momentaneo ma, doloroso, alla gamba.

All’inizio sono ovviamente concentrata unicamente sulla mia persona, sul mio respiro, sulla conoscenza del mio corpo in questa fase di sforzo. Accuso rigidità, cerco di spingere in avanti e poi di rallentare, ascoltando la tensione dei miei muscoli e assecondando i comandi del mio corpo, poi, all’improvviso qualcosa cambia per me…lungo il percorso sterrato che conduce dalla strada principale all’interno della pineta sento il rumore di passi che incedono pesanti sul pietrisco bianco e assolato della strada polverosa.

E’ il rumore di un passo che affonda, con tutta la pesantezza del corpo, nella terra, simile a quello di un animale che aggredisce la sua preda. Non è il mio passo. “Possibile?” mi chiedo. In questo momento non corrono altri atleti accanto a noi, presto la massima attenzione. “non è il mio passo” ora ne sono certa. E’ il passo dell’atleta che corre accanto a me. Lo guardo ma, lui non se ne accorge. La fronte gronda di sudore, come tutto il suo corpo. E’ silenzioso, a tratti sorridente, le sue uniche parole sono di incoraggiamento per me. Capto le percezioni di questo passo insolito che, sovrasta il mio, in un rumore secco di sassi e terra battuta.

Avverto la tensione del suo corpo che determinato resiste ed incede in avanti. Le mie sensazioni psicologiche, contrastanti e sconosciute fino a questo momento mi rendono intenta all’ascolto di me e dell’altro che incosciamente s’impone alla mia attenzione.
Distinguo ora il battere del mio passo a ritmo discontinuo, guidato dalla rigidità e fluidità dei miei muscoli, dal suo che, imprime la potenza del suo corpo sul suolo, per poi ripartire.

E’, ora, un percepirmi e un percepire, un gioco di alternanza tra l’ascoltarmi e l’ascoltare, ritmato dal battere e dall’affondare di due corpi in movimento.

La gara è quasi finita, il ritmo è leggermente cambiato ma, l’affondere di quel passo solca la mia mente, non avverto quasi più la rigidità iniziale, mi sento stanca ma sciolta nella tensione muscolare.

Km 9,00. Il mare di Ostia è alla nostra destra. L’arrivo a 700 mt davanti a noi. Ora il passo di Valter mi precede con modulazione diversa, a tratti breve, a tratti più lungo, a tratti di scatto…come lo scatto dell’ultima foto fatta al raggiungimento del nostro traguardo.

Tiziana Colamonico


Valter Santoni (foto di Anna Maria Ciani)

Valter Santoni (foto di Anna Maria Ciani)

Gara: Rock&Run (02/06/2010)

SCHEDA GARA



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