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Credo fosse al 7° km. ...
di Sandro Pecatelli, 15/01/2010

Elisabetta Baldini e i suoi bassottini

Elisabetta Baldini e i suoi bassottini

... forse 8, comunque in prossimità dell’ultimo terzo di gara e all’interno del Parco degli Acquedotti. Procedevamo in fila quasi indiana, non come alla partenza quando un folto gruppo invadeva in lungo e in largo via Tuscolana, prima e via delle Capannelle, poi.

Alla mia sinistra percepisco un passo insolito, fluido e silenzioso, ma completamente diverso da quello di un podista. Pochi passi ancora e mi vedo affiancare, poi passare. La sagoma scompare in fretta. Romanticamente mi piacerebbe dire all’orizzonte ma non eravamo in presenza di una distesa. Era il sentiero di un parco cittadino durante una gara podistica e la sagoma era un cane e il suo padrone.

L’andatura sarà stata attorno ai 4,40/45 al km ma, a vedere la coppia, avresti detto che passeggiassero. Non era un ritmo forsennato ma l’amatore un po’ di fatica la fa.
Il cane di taglia media, chiazzato bianco e nero a pelo lungo, muoveva leggiadre le zampette in perfetta armonia col suo amico e padrone ma, incuriosito, guardava da tutti i lati. Simpaticamente ha sbirciato anche me e chissà cosa avrà pensato nel vedermi un po’ affaticato? Tuttavia, non sembrava per nulla sorpreso mentre osservava tanta gente correre e neanche sembrava soffrisse il guinzaglio che pendeva, quasi come fosse sciolto.

In pochi secondi, scomparsi il cane e il suo amico! L’ho un po’ cercato (il cane) all’arrivo, tornando verso la macchina, mentre percorrevo via Lemonia ancora stracolma di podisti, addetti al servizio d’ordine, semplici curiosi nonché amici e parenti dei podisti. Tanti volti sorridenti a salutarsi, a parlare della gara, a riaversi della fatica ma dell’amico quadrupede nessuna traccia.

Era proprio sparito ma non è sparita la piacevole immagine che ha accompagnato la mia corsa per qualche istante.

Ho continuato, e mi capita ancora oggi, a pensare all’amico a 4 zampe. Credo di averlo anche un po’ invidiato ma soprattutto ammirato. Tante riflessioni mi ha profuso e due su tutte: l’ormai risaputa amicizia (seppur non alla pari) che si instaura tra uomo e cane e la naturalezza con cui correva. Il cane aveva un passo felpato e armonioso ,come se sorvolasse il terreno, sospinto dal vento. E’ vero che correva ma sembrava mimasse la falcata. Che bello!

Anche l’uomo può raggiungere la stessa grazia nella corsa ma solo a costo di notevole e costante impegno. Quando la raggiunge è uno spettacolo (della natura) da ammirare. E molti ci riescono.

Ero piccolo e vivevo negli USA. A quei tempi sentivo spesso nominare un velocista nero, un certo Carl Lewis. Per dire di lui, sovente usavano l’espressione “figlio del vento”. Io non capivo il perché ma un giorno l’ho visto in televisione ed ho compreso. Lewis, oltre ad essere un atleta veloce, era aggraziato (lo è tuttora). Sembrava non facesse fatica, invero ne faceva tanta ma non lo dava a vedere. Chiamandolo “figlio del vento” avevano coniato l’espressione massima e la sintesi a cui può aspirare l’uomo nella sua corsa.

Carl Lewis

Altresì, potrebbe essere una metafora per come affrontare la vita. Sarebbe bello vivere i nostri giorni sospinti dal vento, lasciandosi guidare da lui, porre la minima resistenza e godersi il piacevole soffio sulla pelle. A volte, lo sport può divenire maestro di vita!

La manifestazione all’Acquedotto ha arricchito il mio natale che considero uno dei più bei periodi dell’anno. Lo vivo intensamente. Mi si ripropone ogni anno l’eccitazione di quando ero bambino e non vedevo l’ora di scartare i regali e di udire mio padre raccontare la storia di come in una notte fredda, tra mille ostacoli, veniva al mondo il bambino Gesù. Anche adesso, che il lato commerciale a volte prevale, il clima mi coinvolge. Tra l’altro è il periodo in cui riesco a godermi maggiormente gli sport di fatica, e la corsa in particolare, perché sono rilassato ed eccitato allo stesso tempo.

Solitamente, per allenarmi devo rubare il tempo agli impegni quotidiani così non sempre mi diverto. Mettere la corsa tra un dovere e l’altro è stressante anche se a fine seduta, poi, mi ritrovo soddisfatto e appagato. Durante le feste invece, complice qualche giorno di ferie e il clima euforico, mi godo la sana fatica .

Ora ritorniamo al nostro amico cane corsaiolo. Non è stata la prima gara in cui un quadrupede mi è passato di fianco ma solo perché ero sereno mi sono accorto di lui. A fine gara, sul traguardo, ho anche fatto il classico saltino per dare lo schiaffo alla Befana. Quel gesto mi ha dato la certezza che un’altra volta si è compiuto per me il ‘miracolo del Natale’. Ho passato delle belle feste, culminate con una passeggiata con gli Orange e tra gli Orange a festeggiare l’Epifania ovvero la Befana.

Infine, ho letto il resoconto del ‘Corri per la Befana’ e preso atto che la ‘signora’ è stata benevole con la Podistica Solidarietà. Meglio di così.

Grazie, Sandro


Sandro Pecatelli

Sandro Pecatelli

Gara: Corri per la Befana (06/01/2010)

SCHEDA GARA



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