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Tagliacozzo vale la chiusura dell’estate!
di Sandro Pecatelli, 15/09/2009

(foto di Patrizia De Castro)

(foto di Patrizia De Castro)

Vicino Roma ma lontano dal caos. Il clima fresco ma non freddo. Un paese piccolo ma non piccolissimo che ha radici antiche ma si affaccia felice alla modernità.

Tagliacozzo è Abruzzo e l’Abruzzo richiama il recente terremoto che, dopo tante scosse di avvertimento, una sera ha svegliato l’Italia intera ma non l’Aquila, e la sua estesa provincia, che erano mesi non dormiva. Anzi, il giorno si scambiava con la notte così dopo cena invece di svestirsi ci si vestiva per prepararsi alla grande scossa. Le autorità e gli studiosi assicuravano che non sarebbe mai avvenuta ma gli anziani (e non solo loro) credevano poco alle belle parole dette col volto serio ma sorridente.

Questi conoscevano la terra per averla coltivata e per averla edificata ma soprattutto per averla vissuta da generazioni. Avevano visto il territorio trasformarsi con la modernità e il progresso ma sapevano come i monti aquilani in profondità non erano cambiati. Avevano visto sorgere edifici qui e lì. Ogni anno aumentavano le macchine e i motorini. La vita fluttuava senza grosse preoccupazioni se non quelle private (belle e non belle) di ogni singolo.

Una notte, invece, la terra ha tremato forte e la vita non è stata più la stessa. La vita è stata spezzata e così i sogni. Le giovani vite, tante vivevano presso l’Università, a cui il concetto di morte è una lontana possibilità, sono state le più sorprese e, purtroppo, le più numerose a soccombere alle bizzarrie della terra e della leggerezza con cui si è costruito in sì nota zona sismica. I vecchi, altresì, andavano ai racconti (pochi ai ricordi) di un simile tragico evento. Alcuni si ricordavano di chi diceva dove era propizio edificare e dove non lo era.
Ma questi discorsi sono ormai retorica.

Il tempo lenisce il dolore ma non lo dimentica. Ci auguriamo il conforto arriva e giace in chi ha tanto perso e che la goccia della speranza e della vita torna a vivere nei vecchi e maggiormente nei giovani.
Il nostro presidente Pino ci ha ricordato che per i suddetti accadimenti si è rischiato di non organizzare la corsa ma lo spirito con cui ci è mossi, menzionata con vari articoli e commenti sul sito, ha tenuto vivo e nel dovuto rispetto la tragedia.

Alle 07:00 ero già in partenza da Villalba (di Guidonia) e tanti pensieri si sovrapponevano. Le vacanze erano alle spalle anche se stavo ancora recuperando la fatica ovvero il sonno perso. Ma le ferie non si fanno per riposare? Io lavoro a Roma ma sono in stretto contatto con colleghi abruzzesi. Alcuni di questi sono ancora negli alloggi di fortuna e l’Inverno si avvicina ma nessuno (di questi) ha perso dei cari e si sentono, pur senza il caro vecchio cuscino di casa, dei fortunati. Loro stessi mi tirano su il morale quando mi lamento di qualche difficoltà.

Invero, ora hanno una visione dei valori diversa dalla mia. Le cose importanti per cui preoccuparsi sono altre. Prima stavano male se sbagliavano a impostare una pratica, dovendola rifare, ora gli sembra una sciocchezza!

Viaggiavo e mi chiedevo se avrei fatto una discreta prestazione, almeno in linea con le precedenti, ma poi i chilometri e il paesaggio e il nascere del giorno mi rapivano. Pian piano i colori della natura e della montagna occupavano i miei occhi. Passavano a sinistra macchine con gente allegra che andava a divertirsi. Alcune avevano portapacchi con bici, le stesse forse tra un paio di mesi trasporteranno sci, tavole e slittini. Si parla sovente dei parchi attrezzati delle Alpi ma a pochi passi da Roma ci si industria lo stesso seppur in tono minore.

Alle 08:20 stavo al ritrovo di partenza e alle 10:02 si partiva. Dieci chilometri e 800 metri percorsi tra tanti Orange ma molte maglie avevano colori diversi. Mi pare in tutto 405 iscritti e 360 arrivati. Il folto gruppo muoveva i passi tra le strade, le stradine e le piazzette portando calore, colori e allegria. Tanto pubblico ad applaudire e sovente arrivavano voci di incitamento. Il percorso era impegnativo e alla fine la fatica, per alcuni repentini cambi di ritmo, si faceva sentire. Il traguardo si avvicinava e così il gradito ristoro.

La prima fatica dopo le vacanze era terminata ma, in me, s’infiltrava un sentimento dolce-amaro. La mia (fatica) era finita ma s’avvicinava l’Inverno e tanti ancora non l’avrebbero passato nelle loro case. La Podistica Solidarietà, come è nella sua natura, anche con questa corsa si è prodigata per aiutare le popolazioni abruzzesi. E questo pensiero mi ha reso il sentimento un po’ più dolce e meno amaro.

Grazie, Sandro

P.S. un grazie a Fabrizio Zeppa che mi ha aiutato a portare lo scatolone di tappi dalla mia alla sua macchina


Sandro Pecatelli (foto di Patrizia De Castro)

Sandro Pecatelli (foto di Patrizia De Castro)

Gara: Gara della Solidarietà di Tagliacozzo (13/09/2009)

SCHEDA GARA



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