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Italia – Ungheria 1&1
di Marziale Feudale, 26/03/2013

Marziale Feudale al 32° km della maratona di Roma

Marziale Feudale al 32° km della maratona di Roma

Versione Italiana :

No, non è un errore, avete letto bene.
E’ 1&1 non 1-1 … e non è il risultato di una partita di calcio ma il risultato di una bella passeggiata fatta insieme ad un podista Ungherese con il quale ci siamo fatti compagnia lungo tutto il percorso quasi fosse un’uscita della Domenica con i soliti amici.

Sono state dette e verranno dette ancora tante cose sulla Maratona, tanti i consigli che ci vengono dati, impressioni più che altro soggettive ma per noi amatori penso che siano semplicemente due le regole per affrontare al meglio questa prova estrema.
Primo: quello che tutti sanno, ma che qualcuno talvolta trascura, è che non si può improvvisare, bisogna prepararla con precisione quasi matematica.

Secondo: quello che bisogna assolutamente non dimenticare è ascoltare il proprio corpo prima di partire e durante tutta la corsa. Come ha detto il nostro inossidabile Elio Dominici, bisogna arrivare meglio di come si è partiti.
E’ stato con questo spirito e ben cosciente della mia attuale non perfetta forma fisica (probabilmente legata all’età), ma con la ferma volontà di completare il percorso senza traumi, che ho affrontato la mia (forse 8-va… non me lo ricordo) maratona. Vi racconto com’è andata.

Partenza lenta, senza guardare l’orologio per non essere stressato da tempo e andatura. Mantengo un ritmo leggermente più basso del mio standard. Chi mi conosce e si allena con me sa che mi piace socializzare e parlare anche mentre corro pertanto, appena dopo il primo quarto di gara mi aggancio ad un gruppo di podisti che sento parlare in inglese a proposito del percorso e di altro.
Due sono Italiani, il terzo più giovane è Ungherese che comincia a raccontarmi delle sue esperienze di “trail runner” fatta di corse in piena natura a ritmi leggermente più lenti di quelli normalmente tenuti da noi podisti di “strada”.
In questa occasione, mi spiega, vuole completare il percorso al di sotto delle 4 ore e io decido di dargli una mano solo rallentando leggermente il mio passo per avvicinarmi al suo.

Lui si aggancia ed ecco che inizia il viaggio. Facciamo il resto del percorso scambiandoci impressioni ed emozioni. Io faccio anche un poco da cicerone mostrandogli i posti di Roma che attraversiamo con la maratona, l’unica al mondo, che percorre 2000 anni di storia connettendo simbolicamente le tre principali religioni della Città.

Così parlando dei nostri impegni e della nostra vita quotidiana, arriviamo al 36-mo Km dove allungo il passo e mi distacco un poco. E’ la parte più dura della gara, quella dove sei concentrato con tutto te stesso sulla volontà di arrivare. A piazza di Spagna guardo indietro ma non lo vedo più; spero sia a poca distanza e che mantenga lo stesso ritmo tenuto finora. Mi sento leggermente in colpa per averlo lasciato nel tratto più difficile.

Ecco la discesa su Via del Teatro di Marcello e poi la dura risalita che costeggia il circo massimo e ti porta fino alla volata (si fa per dire) finale verso l’arrivo.
Mentre mi avvio a riprendere il mio zaino, sento una mano sulla spalla: E’ lui che con un sorriso mi ringrazia di avergli fatto finire la gara nei tempi che sperava, addirittura un minuto sotto il suo tempo migliore.

Grande soddisfazione per entrambi. È finita , ora è tempo di trovare un posto per rilassarsi godendoci il meritato riposo e i vestiti asciutti. Prima di salutarci facciamo ancora un lungo tratto di strada insieme per ritornare, lui in hotel e io verso il mio scooter.
Sulla via di casa rifletto sul significato che ha e che deve avere la maratona per noi podisti per passione. Al di la della sfida con se stessi, nient’altro che una bella passeggiata con qualcuno che si incontra per caso e che condivide la nostra stessa passione.
Hanno poca importanza i dieci minuti in più o in meno, ora so per esempio che a Budapest c’è qualcuno che mi piace pensare di aver aiutato e che ha condiviso con me una bella emozione.
Ho scritto lo stesso articolo in inglese cosi che anche il nostro amico possa leggerlo quando gli invierò il link (per l’inglese ho cercato di fare del mio meglio, per l’ungherese mi sto attrezzando).


English Version :


Italy – Hungary 1 & 1

No it is not a mistake. You read correctly: it is 1 & 1 not 1-1 and it is not a soccer match result. It is the result of a beautiful walk that I shared with a Hungarian runners as it was a Sunday run with one of my friends.

A lot of things are usually said (and still will be) about the marathon. Suggestions mainly coming from friends and other runners aiming to give you tricks to do your best time. Anyone believes to have the proper solution but two things in my opinion are the most suitable for runners like us who (of course) do not aim to win.

First: Everybody knows but someone sometime forgets, a marathon cannot be improvised or invented on the spot. You need to be well trained and use your energies with mathematical precision.

Second: What you really don’t have to forget is to continuously listen your body during the run.
The most suitable comment I’ve heard before starting , was from a well experienced runner of our team: “ at the arrival you have to feel better than how you started”. I fully agree with this approach and this was the spirit that drove my performance. I was well aware of the energies in my legs. I knew I did not have the best preparation but I was determined to finish my 8th marathon without any sort of injuries. I’ll tell you how I did it.

My start is pretty slow without looking at my watch. I do not want to be stressed by funny calculations, forecasts and things like that so, I keep a pace slower than my usual.
Who usually runs with me in the morning knows that I like to socialize. Even during the run I like to speak about everything. Just after few kilometres I’m running side by side with a group of runners who is speaking about the beautifulness of the course, ages , who is older , who is younger, etc….

Perfect: I take the chance to join them.
Two of them are Italians the third one is from Hungary and starts to tell me about his experience as trail runner usually immerse into the nature, no concrete below your feet and trees and fields everywhere. He wants to complete this marathon below 4hrs and it takes me just a second to decide to do all the run with him.
Our trip is started.
We do all the course together speaking about our experiences, our job, every thing that comes up in mind. I also act as a sort of guide for him describing all the places we cross during this particular marathon which is the only one virtually connecting the three main religions in Rome: Jewish, Muslim, Catholic crossing places that testify more than 2000 years history.

So while speaking we reach the 36th km where I increase a little bit my pace. The worst part of the course is initiated and everybody is concentrated on the will to finish. In “piazza di Spagna” I realize I’ve lost my friend. I hope he’s still behind me and I feel a little bit guilty to have left him in this critical moment.

Here is the last descent to “teatro di marcello” , then the last long climb which brings to the “last mile” and finally to the last 195 meters up to the finish line: it’s done. While I’m going to collect my bag I feel someone knocking at my shoulder. It’s him, smiling. He thanks me for my help and says he finished even below its best time.

We both feel satisfied and relaxed. Now it is time to find a place to enjoy the rest. After a marathon the most appreciated things are just dry clothes, some glass of water and nothing else. When it’s time to go ,we still share a long way back (home for me and to the hotel for him) before we say goodbye.

On the way home I think about the meaning of the marathon for runners like we are: just for fun. Beyond the challenge to oneself , I believe it is nothing else than a beautiful walk with someone casually met along the way who could shares more than just few steps with you.

The ten minutes more or less do not matter, now I know for example that there is someone in Budapest I like to think I helped, and who shared with me a great feeling. I wrote the same in Italian and in English so that our Hungarian friend can read and hopefully appreciate.

Congratulations to all of you.


Gara: Maratona di Roma (17/03/2013)

SCHEDA GARA



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