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La soddisfazione per un traguardo particolare
di Antonio Marino, 26/01/2016

Ultimi sforzi prima del traguardo (foto C. Ubaldini)

Ultimi sforzi prima del traguardo (foto C. Ubaldini)

La “Maratonina dei Tre Comuni” rappresenta per me una gara particolare, davvero molto sentita nonché un appuntamento immancabile del mio personalissimo calendario podistico. Infatti, nonostante abbia iniziato a correre da relativamente poco tempo, questa è l’unica gara insieme alla Speata di cui non mi sono mai perso un’edizione. Masochista? Probabilmente sì ... ma vi posso garantire che, nonostante la durezza del percorso, il grado di soddisfazione che si raggiunge superando il traguardo finale è veramente elevato e ripaga tutta la fatica che si prova per portarla a termine.
La “Maratonina dei Tre Comuni” viene notoriamente definita come la gara “Regina dell’Inverno”: mai soprannome fu più azzeccato!!! Infatti, nelle quattro edizioni a cui ho partecipato la temperatura alla partenza non è mai stata superiore ai 3°C scendendo in un’occasione, se non erro nel 2014, anche sotto gli 0°C.
Il percorso della gara è abbastanza movimentato, ormai lo conosco quasi a memoria, nonostante la partenza venga data alternativamente dai tre comuni che sono attraversati dalla gara, Nepi, Castel S. Elia e Civita Castellana; il tracciato presenta un’altimetria abbastanza accentuata con continui saliscendi che non permettono quasi mai di riprendere il fiato e recuperare del tutto. Difficile sì, ma monotona mai.
Quest’anno la partenza viene data da Civita Castellana, ridente cittadina del viterbese fondata dai Falisci, la cui storia millenaria è indissolubilmente legata ai Romani e in particolar modo allo Stato Pontificio; infatti nel corso dei secoli molti Pontefici vi hanno soggiornato e hanno contribuito alla crescita della stessa cittadina.

La giornata per me inizia molto presto: infatti in base alla tabella di “designazione gare” i responsabili di questa gara siamo io e il Vice Presidente Marco Perrone Capano. Questo presuppone una sveglia all’alba per raggiungere il prima possibile Civita Castellana, ritirare i pettorali e i pacchi gara da distribuire successivamente a tutti gli atleti Orange, aiutare la task force a montare i gazebo e tante altre piccole cose che permettano a tutti di poter correre nelle migliori condizioni possibili.
Per cui dopo aver raccolto per strada il mio amico marciatore Marco “Tommy” Tomassini e dopo aver percorso la strada statale Cassia bis, altrimenti detta Veientana, ancora avvolta da un sottile velo di ghiaccio, raggiungiamo Civita Castellana, dove ad attenderci troviamo un pimpante Maurizio Ragozzino con il furgone della Podistica Solidarietà.
Grazie all’aiuto degli altri Orange mattinieri, Andrea Covino, Davide Nigro e Daniel Peiffer organizziamo la super postazione podistica, pronta ad accogliere ben 160 atleti e dopo un buon caffè offerto dal Vice ci prepariamo a tutte le operazioni pregara.
Piano piano l’onda Orange inizia ad arrivare per trasformarsi con l’avvicinarsi all’ora di partenza in marea; il freddo non riesce a scalfire il calore degli atleti Orange per cui per oltre un’ora sarà un susseguirsi di saluti e sorrisi sinceri, in cui purtroppo mi piacerebbe scambiare qualche parola in più, ma il dovere chiama e l'esiguo spazio temporale per la consegna dei pettorali non permette distrazioni. Però non posso non menzionare il saluto con Alfredo Donatucci che ancora non avevo avuto il piacere di conoscere dal vivo e il simpatico siparietto con Checco De Luca e Domenico Liberatore che hanno ricevuto dall’organizzazione pettorali a 4 cifre!!!
Unica nota dolente il fatto che alcuni atleti si presentano ben oltre le 9, termine limite stabilito per la consegna dei pettorali e, ancora peggio, alcuni non si presentano proprio senza dare alcun avviso; questo purtroppo non ci consente di fare il necessario riscaldamento che, soprattutto in condizioni di freddo come quelle che si presentano prima della partenza della gara, ci potrebbe causare infortuni.
Lasciato il gazebo nelle mani del buon Maurizio, ci si avvia allegramente verso l’arco di partenza. La difficoltà della gara non scoraggia gli appassionati podisti romani che in massa si son presentati al via: infatti gli iscritti alla manifestazione saranno quasi 2600.

Poco dopo le 9:30 finalmente si parte!!! O almeno i primi partono, visto che per passeranno quasi due minuti prima di varcare la linea dello start. Ci tengo parecchio a far bene in questa gara e so che partire troppo forte equivarrebbe ad un suicidio, per cui decido di starmene tranquillo per i primi chilometri, che tra l’altro sono in leggera salita.
Sin dalla partenza mi affianco alla mia amica Tiziana Bini, che con maestria dribblando a destra e sinistra i podisti più lenti riesce a portarmi al di fuori dell’inevitabile ingorgo che si era venuto a creare. Procedo insieme a lei fino al 4° km dopodiché la lascio andare avanti e decido di procedere con il mio passo. Già il mio passo … sulla strada che mi condurrà dapprima alla Maratona di Roma e poi al Passatore, la mia personalissima tabella di allenamento e la mia esperienza mi porta ad ipotizzare un ritmo di 5’08”/km; ovviamente riferito alla media finale, in quanto le continue variazioni altimetriche del percorso non permettono di ragionare su di un passo costante.
La strada continua ad inerpicarsi dolcemente fino quasi al 7° km, dove inizia una serie di saliscendi abbastanza impegnativi: li sto aspettando perfino con un pizzico di impazienza … ormai li conosco fin troppo bene. E qui che inizia la gara vera!!! Affronto le salite in spinta ma senza esagerare e utilizzo le discese per recuperare.
“After climbing a great hill, one only finds that there are many more hills to climb” recitava Nelson Mandela; ogni volta che arrivavo a fine di una salita già si intravedeva la salita successiva e mi preparavo mentalmente ad affrontarla in una sorta di sfida continua. Questa incessante giostra aveva termine intorno all’11° km in cui all’orizzonte appariva Nepi con il suo magnifico ed imponente acquedotto.
Una salita abbastanza ripida porta gli atleti ad attraversare la cittadina viterbese e un tratto a doppio senso permette di incrociare gli atleti che ti precedono mentre si è impegnati nella salita e quelli che ti seguono mentre stai riscendendo. Poche centinaia di metri in cui i reciproci incoraggiamenti e i "give me five” lanciati lungo le transenne e il nastro biancorosso di separazione ti fanno dimenticare per un po’ la stanchezza e la durezza della gara e ti danno lo slancio necessario a continuare. Così per me è un piacere incrociare con lo sguardo i miei amici Eleonora Mella, Alessandro Argentieri, Tamara Arias e Pietro Paolo Giuri che mi precedono.

Dopo pochi chilometri, in cui le pendenze si assottigliano leggermente, si giunge a Castel S. Elia, altro piccolo comune del viterbese famoso per la sua basilica abbastanza ricercata dai novelli sposi di tutta la regione. Da qui la strada inizia a scendere … è l’ora di spingere come si deve!!! Se voglio centrare l’obiettivo non ho altra scelta per cui innesto la quinta come si è soliti dire e giù … bisogna recuperare il più possibile prima di affrontare l’ultima grande asperità che ci attende prima di ritornare a Civita Castellana: il famigerato Millecori!!!
Prima di giungervi dobbiamo però prima affrontare una lunga discesa, a tratti anche abbastanza tecnica, in cui bisogna star attenti a non esagerare per non rimanere a secco di benzina durante l’ultima ascesa.
Eccola … ormai ci siamo … mi faccio il segno della croce, metaforicamente e materialmente, e attacco la salita cercando di andare ad un passo costante. Un ascesa lunga ben 1500 metri in cui le pendenze in alcuni tratti sfiorano il 17% di pendenza. Fino ad oltre metà riesco a gestire bene il ritmo fin quando le gambe iniziano a diventare veramente pesanti e mi costringono leggermente a rallentare. Ma adesso non servono più solo le gambe, adesso servono anche testa e cuore, tanto cuore: non si può mollare proprio adesso!!!
Verso la fine della salita ritrovo un po’ di smalto grazie all’incitamento di Antonella Laudazi e mi avvio verso l’ultimo chilometro e il rettilineo finale.

Ormai è fatta … mi rilasso, chiudo gli occhi e accompagnato ancora dall’incitamento di alcuni amici Orange taglio il traguardo. 1h55’51” alla media finale di 5’09”/km, più o meno in linea con quanto preventivato (per le statistiche 9 minuti in meno rispetto allo stesso percorso di tre anni prima). Probabilmente con qualche minuto di riscaldamento in più sarei riuscito a limare ancora qualche secondo ma va bene così. La fatica passa in secondo piano, lasciando il posto alla soddisfazione per quanto fatto. La strada che porta a Roma è ancora lunga ma sono consapevole di aver imboccato la direzione giusta!!!
Salutati gli amici Orange e tornato a casa non mi resta che fare la cerimonia ufficiale del cambio del piatto. Eh sì … per chi non avesse mai corso la “Maratonina dei Tre Comuni” il pacco gara consiste in un piatto di ceramica ogni anno diverso che viene disegnato con maestria dagli artigiani locali.
Ecco fatto!!! Una volta lì in bella mostra ci si può riposare un po’ … ma non troppo … da domani il Corsaro riparte!!! Be strong … be brave!!!!


Tutta la sofferenza durante la salita del Millecori (foto G. Bartolini)

Tutta la sofferenza durante la salita del Millecori (foto G. Bartolini)

Gara: Maratonina dei Tre Comuni - (Top) (24/01/2016)

SCHEDA GARA



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