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Petali di Margherita
di Romano Dessì, 04/06/2013

Cari amici solidali, quanti di noi da giovani hanno sfogliato una margherita?

Credo in tanti, ma, io voglio fare di più, voglio sfogliare il Passatore petalo dopo petalo, cercando di far capire quello che si prova ad affrontare una simile impresa.

Primo petalo la pioggia: La pioggia non ci ha quasi mai lasciati soli, fin dall'arrivo a Firenze cadeva incessante sulle nostre teste, per brevi istanti la vedevi smettere, ma, poi la vedevi iniziare di nuovo a cadere, come a dire "Voi partite al resto penso io " Molti di noi partivano con l'ombrello aperto, ben sapendo che sarebbe servito a poco. Durante il percorso sulle nostre teste si riversavano vere bombe d'acqua, in alcuni tratti un timidissimo sole appariva in cielo, dandoci l'illusoria speranza di un miglioramento climatico, ma. era solo una illusione, perché subito dopo il cielo riapriva i suoi rubinetti per inondarci di nuovo. Avete mai provato a specchiarvi in una goccia d'acqua? Io si, e c'ho visto riflessa l'immagine di un vecchio senza più speranze e futuro, quella stessa goccia mi schiaffeggiava dicendomi "Tu non sei senza speranze, non sei senza futuro, devi andare avanti pregando e sperando sempre"
 
Secondo petalo la solitudine: In 5 edizioni del Passatore non ricordo di aver affrontato la solitudine, fin dall'inizio c'era sempre gente che ti incitava e che ti dava generi di conforto fino a tarda notte, ma, quest'anno la gente sul percorso era latitante, ti ritrovavi solo con i tuoi pensieri, con le tue paure, con i tuoi affanni. Passando per certi paesini, avevi addirittura il timore di far rumore con le scarpe, ne entravi in punta di piedi, timoroso, ne uscivi felice di non avere svegliato nessuno. La solitudine ti avvolgeva come una coperta, solo ai ristori ti lasciava qualche spiraglio, ti liberava la mente da quei fugaci fantasmi che ti si paravano davanti, nel buio la solitudine è ancora più opprimente, è cieca e non vede nessuno. Solo alle prime luci dell'alba questa oppressione viene dissolta da immagini più chiare, si ha meno timore di andare avanti, ogni tuo passo diventa più deciso. In ogni caso sei li per tua scelta, non te la mica ordinato il dottore.

Terzo petalo la tigna e il coraggio: ci vuole coraggio per affrontare una simile impresa, non tutti siamo pronti per simili pazzie, tutti quelli che sono partiti da Firenze e sono arrivati a Faenza sono da considerarsi coraggiosi e tignosi, perché affrontare quelle salite, e, dopo le discese, ben sapendo che alla fine non avresti guadagnato nulla, e, da tignosi. Affrontare gli ultimi km con le vesciche ai piedi, cercando di stare in piedi, con tutti i dolori che ti percuotono tutto il corpo, arrivare nonostante tutto, dolori, vesciche è da coraggiosi. Le tue energie fisiche che vanno lasciandoti e tu vai avanti solo ad energie nervose, e quando arrivi stremato da una lunga nottata di dolori e afflizione ti abbandonano come per incanto e tu ti ritrovi vuoto come un vecchi sacco, ti ritrovi senza forze, ma, hai ancora la forza di fare una smorfia che dovrebbe sembrare un sorriso.

Quarto petalo l'ultimo Passatore: Questo è il mio ultimo Passatore, un impegno psico fisico troppo importante, non è come affrontare una maratona, devi stare sempre sul percorso sia con la testa sia col fisico, ho raggiunto il mio obiettivo quello dei 5 Passatore e ne posso andare orgoglioso. Ben sapendo che non ho mai avuto aiutini vari sul percorso, posso andare a testa alta e quando mi hanno consegnato il piattino con su la scritta "Io 5 volte c'ero" mi sono sentito orgoglioso di far parte di una società come la nostra, la PODISTICA SOLIDARIETA'.

Con questo vi saluto, dicendovi che la mia margherita ha pochi petali, ma, molto cuore, e che un petalo va dato anche a quei temerari che hanno iniziato, ma non hanno avuto la forza per finire, un plauso va anche a loro coraggiosi compagni di viaggio.

Un Saluto dal vostro marciatore Romano


Gara: 100 Km del Passatore (25/05/2013)

SCHEDA GARA



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