Grazie a Pino Coach, a Max Gazebo e a questi resoconti, mi sono accorto che ho acquistato un po’ di notorietà nell’ambito podistico e solidale. Sono diventato una “iconcina “ del gruppo.

La gente mi ferma e mi chiede: “ma sei tu quel provolone che scrive baggianate sul nostro sito?”
Io rispondo: “si, sono io”. Prima che parta un calcio negli stinchi però riesco sempre a scansarmela.
A proposito di scansare, stamattina ho scansato tre cinghiali che stavano per riportarmi dal carrozziere al quale avevo lasciato la macchina un mese fa per farmela riverniciare.

A Castel di Guido ci sono arrivato prestissimo stamattina, anzi quasi ieri sera oserei dire! Ad aspettarmi c’era solo un venditore di formaggi sardo che aspettava anche lui qualcuno, ma non si è capito bene chi fosse sto qualcuno. Pino è arrivato di lì a poco.

Con l’aiuto di qualche altro disgraziato che passava da quelle parti abbiamo montato il gazebo e i “laterali”, che sarebbero quelle lenzuola che si attaccano ai lati del gazebo per farlo diventare un’astronave quando tira vento.

Abbiamo posizionato il tavolino e il bottiglione per la raccolta tappi di plastica. Io ancora non ho capito (scusate) che ci dobbiamo fare co sti tappi. Pino me lo ha spiegato parecchie volte ma io ancora non ho recepito. Se qualcuno me lo volesse spiegare a parole sue (va bene anche il dialetto napoletano) può mandarmi una mail. Grazie.

Man mano che arrivava la gente consegnavo i pettorali e mi facevo dare i soldi dell’iscrizione. Praticamente è sempre lo stesso lavoro che si fa tutte le volte che partecipiamo a una gara (questo per i pochi, io fra questi, che ancora non sono riusciti a capirlo).

Alla partenza eravamo circa in cinquecento. Io, come al solito mi son collocato in fondo al gruppo insieme ai miei amici Sergio Paris e Franco Valerio.
Abbiamo corso insieme quasi tutta la gara, Franco con i suoi baffetti da sparviero e Sergio con la sua andatura da mastino.



Franco Valerio

Io ero senza occhiali e ci vedevo benissimo. Una volta accelerava uno e una volta accelerava l’altro. Abbiamo superato così un mare di gente che voleva insistentemente arrivare davanti a noi, chissà perché.

Verso la fine Franco si è involato e l’ho perso di vista. Anche Sergio ha preso il largo, ma non tanto, visto che alla fine, con uno scatto cinghialesco sono riuscito a superarlo.

Io non ho pìù niente da dire tranne che al ritorno ho sbagliato strada e invece di prendere l’Aurelia per poi tagliare verso casa me so fatto la fila di quelli che andavano a Bracciano per la fiera, ossia me so fatto tutta la Cassia a passo d’uomo.
Quando sono arrivato a Bracciano ho fatto una sosta alla fiera e indovinate cosa ho comprato?

Mezzo chilo di carne di cinghiale. Adesso la sto cucinando.Che soddisfazione! Corro a vedere se è pronta. Ciaooooooooooooooooooooo!!!!!

Attilio.