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La solita Maratona di Roma? No, motivazioni speciali!
di Marco Taddei, 09/04/2018

Premessa: Con quella di oggi sono 8 Maratone di Roma di fila che corro, con alterne prestazioni che vanno dal Personal Best (della nuova vita) ad un tempo, per le mie possibilità, indegno!
Per molti in una Maratona è importante arrivare, per me che da tempo ho iniziato un lavoro psicologico oltre che fisico sui miei atleti, importante è dare il massimo possibile! Inutile lamentarsi, frignare, nessuno parte in “condizioni splendide” ad una Maratona, causa anche il logorio di qualche allenamento con troppi chilometri (ma questa è una mia “fissazione” …), quindi la via si azzera tutto e si parte!

Ieri (n.d.r. sabato 7 aprile) ho partecipato alla “Messa del Maratoneta”, un evento speciale organizzato da Athletica Vaticana, una coinvolgente Funzione che ha fortemente toccato la mia sensibilità di Fedele/Atleta. Uscendo dalla bellissima Chiesa della Santissima Trinità degli Spagnoli mi sono sentito come uno degli Apostoli ai quali Gesù ha soffiato lo Spirito Santo, un grazie speciale a Michela Ciprietti che ha collaborato all’organizzazione e mi ha riservato un posto speciale in prima fila, nonchè la possibilità di leggere un passo della Preghiera dei Fedeli a nome della Podistica Solidarietà, sono attestati di stima che mi riempiono il cuore di gioia e gratitudine!
Inoltre, come se non bastasse, quest’anno non solo porto la fascetta al collo che rappresenta il mio impegno con l’Amip, Associazioni di Malati di Ipertensione Polmonare, ma grazie ad un permesso speciale ottenuto dalla mia società, posso correre con la maglia che annuncia “Insieme si può“, un messaggio che ho portato con orgoglio per le strade della mia città!!!

Con queste condizioni iniziali mi reco verso la postazione di partenza, attraversando il Colosseo come fossi un Gladiatore, pronto a dare il meglio, per chi corre con me nel mio cuore, Giorgia Onorati, che per me rappresenta l’AMIP, questo dopo aver abbracciato forte, come avviene tra veri Uomini, Vittorio Vivenzio, presidente dell’AMIP e sua moglie Laura che sono venuti a portare il loro saluto nei momenti che precedono la partenza!
Ovviamente non dimentico alcuni miei atleti che per un motivo o per un altro non sono alla partenza oggi, io corro anche per loro e anche per questo devo ottenere una prestazione speciale, per dare il segno che sono vicino, che aspetto di rivederli presto sgambettare nei nostri allenamenti!!!
Sono al cambio con il ToPaolo, lui parla e io ascolto, mi fa bene stare con lui, alleggerisce la tensione pre-gara, dice che ha piacere di partire con me… ma poi sparisce e non lo vedo piu'…

Partenza: Sono in terza onda, per la prima volta in vita mia, parto con gli “ultimi”, quelli che alternano corsa e camminata, quelli che alla prima salitella si piantano e si mettono al passo. Questo mi preoccupa e non poco, ho bisogno di una partenza fluida, avrò già problemi con i “ritardatari” della prima onda, sommare ritardi non facilita il mio piano. Qualcuno può intuire qual è il mio obiettivo, chi si allena con me sa che ho fatto ultimi allenamenti a ritmo 4’45″/km, tanto per memorizzarlo… e questo tempo non credo che sia alla portata dei miei compagni di partenza, quindi? Beh con la mia faccia tosta, pur entrando in griglia dopo molto e quindi dietro un muro umano, mi insinuo tra i corpi e tra un… scusa e un… vaffa, arrivo avanti!!! Durissima ma ci sono riuscito!
Partirà la prima onda, poi la seconda onda, poi dopo 7′ la terza onda, quindi avrò un distacco di 12′ dai primi e di 7′ dai secondi partenti.
Ci siamo, il cordone ci porta avanti, siamo sul tappeto “blu” che sancirà lo start ai nostri chip, 3,2,1… Via!!! Sono avanti, non penso più che sono tra gli ultimi e mi prodigo in una partenza come fosse una 10 km… vedo il crono segna 3’35″/km, forse troppo veloce, mi assesto, verso teatro Marcello, ad un 4’30″/Km con passo radente, che può andare.

Arrivo a Circo Massimo e già inizio a riprendere i runner partiti prima. Un pettorale verde probabilmente poco meritato…
A Caracalla il primo incontro con il Laudazi (con una zeta) Team!!! Che bello sentire le loro urla, il loro tifo, anche se per pochi secondi, ogni incontro infonde una carica speciale!!! Devo enormemente ringraziare le persone che offrono il loro tempo e il loro appassionato calore a chi si sta impegnando in uno sforzo incredibile!! Grazie di cuore!
Devo ammettere che il mio desueto completo da corsa mi ha fatto spesso passare inosservato, tanto che molti supporters li ho dovuti chiamare a chiara voce per farmi riconoscere!!! Ma è un prezzo che pago volentieri per la causa AMIP.

Primi 10 km: Sono stati sicuramente i più impegnativi, a causa di alcuni imbottigliamenti, da cui però sono sempre uscito con esperienza e tattica. Sono un “navigato” di corse, e quando capita di partire dietro, bisogna azzeccare le traiettorie, specialmente nelle curve, per evitare il rallentamento cronico di alcuni runner…
Il momento peggiore: la curva dopo il ponte della Tecnica, un tratto molto stretto con curva a gomito, dove se non passi esterno è la fine! In questo tratto ho potuto rivivere ricordi adolescenti, quando frequentavo l’Istituto Tecnico Statale Industriale G. Armellini. Guarda caso la nostra maglia da gara era Orange, un segno del destino. Passando davanti la scuola ho potuto constatare che ora anche le tapparelle delle finestre sono di questo colore. E qua la mente ha viaggiato posandosi su quei banchi di scuola, allora un po' odiati ma che ora vorrei tanto rivivere!!!

Ho preso un passo costante che visualizzava sul display del mio TomTom 4’36″/km !!! Ho impostato la media “generale” e non il chilometro corrente, per avere una proiezione finale già dai primi chilometri, tanto nel display c’era anche il valore dell'andatura attuale e mediante quello potevo verificare eventuali rallentamenti o eccessive accelerazioni!
Ribadisco che la Maratona si corre regolari! Il difficile è impostare il passo giusto, ma una volta scelto, costi quel che costi, si deve tenere!!! Rallentare provoca inevitabili dolori ai quadricipiti e correre con questi problemi diventa un supplizio! Non voglio (ancora) neanche pensare come potrei concludere la Maratona con questa media/km, è troppo presto, certo che la mente vola e inizia a sognare! Ho forte necessità di rivincite personali, ho bisogno, incredibile bisogno di fare qualcosa di straordinario per me stesso e per chi crede in me!
Non sono il tipo che si adagia, sono alla costante ricerca di come migliorare, mettendomi spesso in gioco, e questa è una meravigliosa opportunità! Ma il sogno, se svanisce, diventa incubo, quando inizi un’impresa speciale, aumentano in modo esponenziale le responsabilità… e devi fare la massima attenzione ad evitare problemi muscolari, a contenere dolori che sopraggiungono inevitabilmente, far si che compromettano tutto dipende solo da te, dalla forza mentale che sai imporre e che alza la soglia del dolore!!! Cedere, mollare è un attimo e tutto finisce… tenere è la differenza tra chi “deve solo arrivare” e chi “deve arrivare degnamente”!!!

Secondi 10 km, verso la mezza…: Ci sono tanti modi per segmentare i 42,195 metri. Si possono vedere con 4×10.000 e poi si arriva con 2Km e spicci di gloria! Oppure 2 mezze Maratone, e passata la prima… non ti resta che chiudere la seconda e arrivare!!! Io questa volta ho usato un’altra segmentazione, ispirato dal numero che mi rappresenta, che indica i momenti fondamentali della mia Vita, il 14!
Ho deciso che segmenterò in 3 x 14 km e quindi gli ultimi saranno ulteriormente frazionati in un 2x 7 km, è importante ridurre per affaticare meno la mente. Ovviamente non si conta, si pongono dei check-point, per capire quale obiettivo è alla portata. Quasi mai l’obiettivo finale è lo stesso dell’iniziale, in quel caso è la Gara Perfetta!

Non sono l’unico ad essere partito dal fondo, con me c’era Giorgio Calcaterra, che quest’anno ha deciso di compiere l’impresa di partire per ultimo e poi… recuperare posizione su posizione. Lui mi prende dopo l'undicesimo chilometro, sfrecciando ad un’andatura davvero veloce, ma il fatto che mi ha ripreso cosi tardi offre alla mia impresa caratteri “storici”!
Sono tanti, tantissimi i runner che anche io ho ripreso molti Orange, e questo rende ancor più divertente la mia rincocorsa verso un obiettivo impossibile!
Il mio orologio sembra abbia un’immagine fissa, il quadrante non si scosta da quel 4’36”, un tempo che non ho tenuto neanche alla Roma Ostia!!!
In un punto intorno a Piramide, in cui non ti aspetti nulla, ecco un gruppo di fans super scatenati, riconosco subito Elena, per la canotta Orange e poi mi accorgo che ci sono anche Alessandro e Roberta!!! Che bello vedervi e che carica adrenalinica sapete infondere!!!

Non so per quale magia, ma so che ci saranno in almeno altri 3 momenti fondamentali di questa infinita galoppata!
Si arriva sul Lungo Tevere e qua incontro un runner della Podistica che ultimamente è stato antagonista in diverse gare, Antonio Capuano, all’inizio non lo vedevo di buon occhio, perché mi sorpassava sempre… ma poi è nato un rispetto reciproco e sono contento della stima che nutre nei miei confronti. Sta andando molto più lento di me, lo testimonia il fatto che lo sto affiancando ed è partito 7′ prima… gli dico, a modo mio, che può fare molto di più, e infatti mi ascolta si mette nel treno, seguendomi.
La rivalità è fondamentale ed è la base del mio innato agonismo, ma da quando sono coach, ho imparato anche a dispensare consigli anche a potenziali “rivali” e questo mi gratifica enormemente, è un processo evolutivo che ho saputo affrontare con successo!
Lui è un po' titubante e mi dice, siamo solo al dodicesimo… io lo guardo e gli dico, è il momento giusto per osare!!! Poi per la paura di rovinare la sua gara aggiungo, poi ovviamente fai come ti credi! Lui mi segue, riuscirà a tenere il passo fino alla fine, arrivandomi avanti. Anche questa è una vittoria!

Il tratto del LungoTevere è abbastanza noioso, ma i supporters ti danno una carica speciale! Si curva e si volta verso er Cupolone!!!
Qua raggiungo i palloncini delle 3h30!!! Un pacer (non ho un buon rapporto con loro, specialmente quelli che si esaltano troppo presto!!) dice in milanese, guardate cosa vi regalo??? Stavo per scoppiargli i palloncini in faccia!!! Tu regali? Ahoo stamo a Roma, qua, a Porta Cavalleggeri io ci sono nato!! Tu sei l’ultimo che può dire una frase del genere!!! E poi aggiunge invasato, stiamo al diciassettesimo, e stiamo perfettamente allineati!!! Ma che te strilli, ma che ti esalti, non stai manco all’inizio, stai quieto se davvero li vuoi portare al traguardo!!!
Ma questo (infausto) incontro mi porta alla mente un paio di considerazioni, già ho ripreso un obiettivo possibile, sono partiti 7′ prima, quindi vuol dire che sto volando (sempre 4’36/km), la seconda considerazione che me li devo togliere di mezzo prima possibile, ma se vado a questo ritmo perché non li stacco? Facile, i pacer non vanno ad un passo regolare, ma a strappi, e questo, evidentemente, è un momento veloce… mai fidarsi… io comunque sono più veloce ancora e seppur alla fine di Via della Conciliazione li stacco…
Sono tratti impegnativi, sampietrini, falsopiano, insomma si perde un po’ il ritmo, e si trovano altri ingorghi, sorpasso le bellissime Lucia e Laura. Un po' più avanti prendo il dottore Gajardoc, ovvero Andrea, sta andando bene, regolare, lo saluto e continuo… Siamo alla mezza, e tutto sommato va abbastanza bene!

Verso i 30 km: Dopo la mezza il percorso si snoda verso Olimpico, Paolo Rosi, Villa Glori e Villaggio Olimpico, ovvero un tratto molto molto complicato. Si è vero, questo è il nostro regno, qua i nostri allenamenti sono fantastiche occasioni per stare insieme condividendo la nostra passione, ma correrci sulla strada non è esaltante. Tutto però comincia alla grande, incontro Carla, Tiziana e Fulvio, è la loro prima postazione, Tiziana è affaccendata con il telefono e si accorge di me alla fine, ma Carla mi regala un sorriso che mi riempie di gioia, sono emozioni forti che si trasmettono anche attraverso l’obiettivo della macchina fotografica, senza guardarsi negli occhi, ma abbracciando i pensieri!
Passo consapevole della mia impresa, tronfio e concentrato, ma probabilmente loro mi vedono solo attardato e molto dietro ad altri che mi precedono…

Non salto un ristoro! Anche il primo è stato utile per qualche sorso di acqua. Come da mie stesse raccomandazioni, i primi due veloci, solo acqua, dal 15° Km si possono iniziare a prendere sali, e se ci sono solidi, magari banane. Poi dal 20° km ci si ferma a bere, idratare al massimo, io ho bevuto mediamente, 2 bicchieri di acqua, uno di sali, mangiato qualche solido e poi ho sempre finito con 1 ma anche 2 bicchieri di acqua.
Perchè? Mi è successo in altre Maratone di aver mangiato solidi per ultimo, e poi sofferto per i successivi 5 km di sete, chiudere il ristoro bevendo previene questo problema!
Chi, come me, non prende gel o simili, deve utilizzare al meglio i ristori compensando quanto possibile gli scompensi causati dalla lunga corsa. Ho visto centinaia di runner vittime di crampi, e questo problema, fortemente bloccante, può essere risolto con adeguata idratazione, ma non solo durante la gara, anche nei giorni che la precedono e soprattutto la succedono.

Si va verso il Paolo Rosi e qua, a fare il tifo, il grande coach Sergio Cocozza con le sue runner, che bello vedervi! La cosa strana è che moltissimo atleti delle altre squadre mi riconoscevano subito, molto meno quelli Orange… mah!
Ecco il momento (per me…) più impegnativo della Maratona, la lunga salita verso Villa Glori, altro luogo a noi caro… Qua incontro Biagio, il coach della Lazio che mi guarda schifato e mi esclama :”Ma come stai ridotto”??? Non sa che sono partito 12′ dopo e che sto affrontando un tratto a me poco congeniale, mi ridimensiona molto il suo giudizio ma non mi perdo d’animo e continuo!
Causa salita e la fatica che inizia a fagocitare la mia tracotanza, il mio orologio ha cambiato immagine, ora visualizza 4’39″/km, lo so che era un’impresa impossibile ma ci avevo creduto e ora sono anche consapevole che il numero cambierà ancora. Mi pongo il limite che era poi il passo auspicabile 4’/45″/km, non devo superare questo numero… dajeeeeeeeeee!!

Verso il 40° km: Ho sempre detto che arrivati ai 32 km poi non resta che una 10 km lenta per giunta, quindi una corsa facile facile… certo se stai bene, se il percorso ti agevola e se tutto fila liscio!!!
Il problema è che ora i dolori sono più forti della forza resistente, ed è una dura battaglia tra la volontà e la fatica, il corpo che non risponde più al meglio e il male che è ovunque ma incentrato in quelli che erano i problemi che ti sei portato alla partenza!
Mollare è un attimo! E’ facile correre veloce, quando stai bene all’inizio puoi azzardare e prendere anche andature impossibili, il difficile viene alla resa dei conti, quando soffri anche ad andare 30″/km più lento. Se cedi è la fine, l’ho detto più volte, reagire sempre perché la voglia di mollare è subdola, ti prende attaccando le tue debolezze.

Ho corso solo, sempre sempre solo!! Ho incontrato tanti runner che hanno corso in coppia, in gruppo, c’è chi segue i pacer, chi ha l’amico che lo porta al traguardo… io sono solo, ma ho con me le mie MOTIVAZIONI FORTI!!! Sono contrario alle corse in “paranza”, a chi si fa portare, una gara si deve vivere da soli, cercare dentro sè stessi la forza, facendo tesoro dei consigli del coach. Correre da soli adduce alla corsa un percorso Spirituale, una ricerca interiore che ti fa accedere a qualità inesplorate!
Mancano 9 km faccio due conti e nella peggiore delle ipotesi mi manca l’allenamento di Venerdi … daje Forrest ce la devi fare!!!
Si torna sul Lungo Tevere e presto rispuntano le bellissime figure di Carla, Tiziana e Fulvio, quest’ultimo ha le due famose caramelle, ne prendo un paio, ne scarto una succulenta morbidosa ma… mi cade!!! E’ un segno, Fulvio mi rincorre e mi riempie la mano, mi ricordo di una gara, corsa da giovane, dove per una caramella ebbi problemi in quanto mi salì al massimo la glicemia per poi abbandonarmi di colpo, mi spiace, non posso rischiare, Fulvio sarà per la prossima volta… Carla che nel frattempo si era persa il mio passaggio, con uno scatto prende nuova posizione e mi immortala. Le tiro le caramelle e proseguo!!!

Sottopasso e poi ristoro siamo al 35° km: Qua un altro tratto difficile, si corre verso Piazza Navona, i turisti passeggiano e noi corriamo verso l’arrivo, stanchi, sfranti… finiti! Il pavè è devastante, non si riesce a tenere un adeguato ritmo. Conto i passi per non perdere troppi secondi, quello che mi conforta è che, anche quando mi sembra di andare pianissimo, tengo un passo sotto i 5’/km, questo lo devo alla fenomenale galoppata iniziale (chiamalo inizio oltre 25 km!!!) che mi ha impostato la mente ad una soglia molto performante! Anche a questo serve osare, a tenere più brillantemente dopo!
A Largo Argentina la delusione, niente DJ, non c’è il mio amico Mr.Ferdy a darmi la spinta finale, ma in compenso c’è Laudazi che è ovunque!!!
Ecco via del Corso, qua vedi “rosicando” quelli che stanno arrivando e a te manca ancora tantissimo!!! Cosa ho detto??? Non si fanno questi pensieri negativi. E allora cambio subito e penso, dajee manca solo il tratto relativo ad una sgambatella domenicale per il centro, in fondo sto rettilineo apparentemente infinito sarà una chilometrata… e un’altra nell’altro senso e poi… spicci e ci siamo!!!
Quanto è importante condizionare la mente in modo costruttivo, ma soprattutto positivo!!!

Ieri, quando sono andato a ritirare il pettorale alla Nuvola, lo speaker alla postazione congressi chiedeva ai suoi ospiti :”Dicono gli psicologi dello sport, che non pensare durante la gara… aiuta!” Appena ho sentito questo mi è venuto in mente il nome di quella psicologa, la dottoressa Grazia ar … beh il cognome è noto! E’ normale che se ti distrai, se non pensi a quanto manca, alla fatica, vai alla grande! A me oggi è successo cosi, sono stato concentrato con un computer per ogni metro della Maratona, ho pensato solo a fare bene, per un lungo tratto non mi sono accontentato di fare bene, volevo il massimo!!
Siamo quasi a Piazza del Popolo, vedo Raffaele Buonfiglio che non mi riconosce, lo chiamo… ahoooooooo, si gira e finalmente mi immortala! Poi mi segue anche dopo la rotonda, e mi fotografa di nuovo. Ecco, ora si va verso piazza di Spagna, un tratto che gli anni passati ho sempre sofferto, ma ora sono un automa, conto i passi e vado, non vado velocissimo ma punto su tenere questo passo, lento ma efficace!
Qualche turista vuole a tutti i costi attraversare, come me rischiano, potrei prenderli a calci anche in questo stato! I dolori ormai sono allo stremo, ma continuo nella mia corsa, è rimasto solo il tunnel. Mi fermo a bere, questo è il ristoro dei giorni dopo, trascurarlo significherebbe fermarsi alla Maratona, ma per noi domenica prossima c’è già un’altra impresa in calendario!!

Ultimi 2 km: Nel tunnel faccio il furbo, come ogni anno, salgo sul marciapiede ed evito i sampietrini, sboccio tutti i turisti con un… sorry, detto con la stessa enfasi di un “e levete dar… ” (stesso cognome della dottoressa Grazia…)
Sto soffrendo ma non è niente in confronto con i problemi quotidiani con cui un malato di AMIP è costretto a convivere. Io mi sto divertendo, loro no.
Esco dal tunnel e sfoggio la mia maglia, informo a tutti che Il mio respiro è per chi è rimasto senza, indicando la fascetta, indico la scritta INSIEME SI PUO‘ che è la frase che ci smuove tutti dall’immobilità, dal torpore dell’indifferenza e ci può rendere Uomini migliori, a volte basta un piccolo gesto per essere di aiuto, un piccolo dono economico per sostenere le spese di chi incontra questa terribile malattia.

Penso questo nell’ultimo tratto, e penso che non ho avuto l’accortezza di fissare un punto dove trovare i miei amici Vittorio e Laura per prendere la bandiera dell’AMIP e sventolarla al traguardo!!!
Discesa e curva, sono a Piazza Venezia, ma niente, non li vedo, allora penso, va beh sarò io la bandiera umana, porto il messaggio al traguardo, sono testimonial di una grande Onlus che si batte alacremente per sostenere chi è colpito da Ipertensione Polmonare.

Lo sguardo al cielo, salutando Giorgia e tutti gli Angeli che sono con lei, colpiti della stessa malattia, la mano sul cuore, le dita che indicano la fascetta che ho al collo… un bacio alla fede, quella che porto a destra e sono al traguardo: 3h27’35”, poteva andare molto molto meglio per come l’ho impostata ma devo fare i conti con diversi fattori, non ultimi la mia ostinazione a non prepararla come si deve… quindi mi prendo questo tempo e… alla prossima!!!


Gara: Maratona di Roma [TOP-GOLD] (08/04/2018)

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