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Partire è un po’ morire, arrivare è rinascere!!!
di Daniela Paciotti, 29/07/2012

Fabrizio, Daniela e Lino

Fabrizio, Daniela e Lino

Partire per una gara mai fatta, senza indicazioni del percorso reale e delle possibili difficoltà riscontrabili durante la competizione è sempre un punto interrogativo.
Un Punto interrogativo che con il suo “ricciolo“ ti solletica la testa durante la notte e con il suo punto si comporta come il famoso “pisello” della Principessa e non ti fa dormire. A me è successo proprio questo.

Con poco più di due ore di sonno, finestre aperte spalancate sul caos del sabato sera, musica a palla, seppur lontana, caldo che come un antipatico corteggiatore ti rimane appiccicato senza farti respirare, agitazione per un allenamento pre-gara sui lunghetti, inesistente da settimane, per non parlare della sveglia prima dell’alba che funziona come un deterrente al riposo… domenica mattina mi sono predisposta alla gara di Campotosto.

L’idea era un intervallo al passo (metodo Galloway) che, come nella 3 Comuni mi portasse avanti in modo allegro-ma-non-troppo per almeno l’equivalente di una mezza.
Un passo che mi avrebbe permesso una corsetta verso la fine e una percorrenza in 3 ore e 12 al massimo!!

La partenza, in discesa, mi accompagna generosamente, poi, un primo tratto soleggiato mi fa ritrovare accanto un “podista chiacchierone” infatti, una maglia che non riconosco, mi si affianca zig-zagando e parlando al telefono, un po’ mi deconcentro e penso alla possibile società di appartenenza del colpevole…

Poi, in un lampo mi rendo conto che ho accanto Lino con la maglia di Finale Emilia!!!
Così cominciamo a correre insieme, intervallando corsa e passo con il famoso metodo , ci godiamo il panorama e chiacchieriamo giocosamente: siamo in fondo al gruppo ma tutto sommato non ci interessa molto: abbiamo già fatto insieme La Perla del Tirreno ed entrambi senza o quasi allenamento specifico ci accontenteremo di finirla!

La strada, pulita di traffico e di rifiuti, lasciapassare scorci del lago molto belli ed estremamente suggestivi: si fa fatica a pensare ad un lago non naturale, tanto alberi, anse, colori e il resto risultano perfettamente incastonate nel paesaggio.
Perfino i tanti campeggiatori e camperisti, posizionati ordinatamente pur sparsi ai lati della strada, ne sembrano fare parte naturale!

Usciamo da una curva e ci troviamo di fronte Natalia : decidere di trasformare il nostro passo in una corsetta ci riesce naturale e anche un po’ fanatico, ma insomma una foto ci immortala sorridenti: sorridiamo all’obbiettivo e a Nat che ci riprende gioiosa.

Ad un certo punto troviamo uno striscione con su scritto “Forza Abram, non mollare!” e ci viene spontaneo chiedere da quanto tempo è passato questo sconosciuto Abram, così per un attimo alla risposta “da un’ora” crolliamo nell’angoscia, poi riflettendo ci accorgiamo che siamo partiti da una mezz’oretta come avrebbe fatto Abram a passare prima della partenza?

Così proseguiamo, qualcuno ci sorride o ci invita a pranzo (profumi di arrosticini ci coinvolgono), qualcuno stando ben sdraiato all’ombra ci prende in giro, ma tutti molto cortesi e divertiti ci salutano.

Nelle salite camminiamo, nelle discese prendiamo un po’ di velocità, ma facciamo un rapido conto al 12° km che possiamo finire la gara in 3 ore!!
Ma fa caldo, il percorso pur facile è quasi tutto al sole (lo rivelerà la mia schiena con una grande “x” bianca di abbronzatura: sarò l’agnello sacrificato e arrostito?) l’acqua dei rifornimenti è calda e ora incontriamo anche Fabrizio De Angelis, fermo con l’autoambulanza, vistosamente imbottito al ginocchio in forse se fermarsi o continuare.
Ma siamo “podisti solidali” così .. se prima eravamo in due a marciare … adesso siamo in tre a marciare…”

Proseguiamo imperterriti e ci accorgiamo che il percorso è stato allungato di più di un km e questo è un deterrente bestiale per un podista: è come se uno fosse tarato per quella lunghezza e quel percorso e una variazione anche di 100 metri ti pone al limite dello sconforto.

Lino, che in più occasione ha allontanato l’autoambulanza che ci scortava troppo da presso, ad un tratto si trova costretto ad apprezzarne le “comodità”, ce ne accorgiamo dopo un pochino, Fabrizio ed io, così rallentiamo per farci raggiungere e riprendere il nostro “favoloso trio”.

Ci supera così il grande Romano (in salita è difficile batterlo) e anche Giovanni in marcia verso il traguardo, ma noi cominciamo a vedere la salita finale, anche qualche orange sulla via del ritorno che non lesina incoraggiamenti e una splendida fontanella fresca alla quale dissetarci!
“Dai ragazzi, contiamo i passi che aiuta!”
UNO, DUE, TRE… DIECI
UNO, DUE, TRE... VENTI……

Il passo aumenta e leggiamo 25° km, manca poco forse 250 metri, le nostre mani, senza parlare si uniscono e tra noi passa una forza di energia.. ecco il traguardo e sul traguardo la mogli di Lino, Maria, mia figlia Alba, Antonella Laudazi e l’immancabile Maurizio Ragozzino che fa due scatti, uno per arrivare al traguardo e uno per fotografarci…

Siamo arrivati in 3 ore e 49 minuti, ma siamo arrivati!!
Ci siamo meritati gli abbracci, la pasta, il rifornimento, ma soprattutto ci siamo meritati un premio immenso:
la consapevolezza della nostra forza mentale che non ci ha fatto mollare e la nostra coesione Orange!!

Daniela


Gara: Giro del Lago di Campotosto (28/07/2012)

SCHEDA GARA



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