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Un triathlon abbastanza movimentato.
di Stefano Borgioli, 19/07/2013

Il podio

Il podio

Lo stagno dove si svolge il nuoto è proprio piccolo piccolo. Una pozza d’acqua in cui vengono gettati qualche centinaia di dannati, obbligati poi a nuotare un percorso a ziz-zag, che si avvita su stesso per arrivare ai regolamentari 1500 metri di distanza.

Il disegno del percorso (allegato) ricorda abbastanza da vicino “Unisci i puntini” de La Settimana Enigmistica.

Finiti tutti i preparativi di rito e invocati i numi tutelari del triathlon, ci caliamo nell’angolo della pozza da cui si parte. Fa freddo anche con la muta, ma non ci si può lamentare, l’acqua è la parte più calda della faccenda (vedi foto presa il giorno prima, al ritiro dei pettorali).

Si parte tutti nello stesso istante, ma la posizione di partenza dipende dal colore della cuffia assegnato in base alla velocità del nuoto: davanti i più veloci e poi a seguire gli altri. Io sono quasi in prima fila, con una bella cuffia rossa, quasi nessuno davanti e una massa minacciosa e scalpitante dietro. Due anni fa i primi minuti furono molto più simili a un incontro di pallanuoto che a una nuotata. Sono quindi mentalmente preparato alla bagarre, ma quello che si scatena quest’anno non è neanche pallanuoto.

Almeno nelle prime file sono tre, quattro minuti di Calcio Storico Fiorentino (http://www.youtube.com/watch?v=EcwAJIRMLzI) giocato nell’acqua. Succede di tutto. Mai visto una roba simile in un triathlon. Non sono preparato mentalmente a tanto, vengo un po’ preso di sorpresa e devo ammettere che stavolta ne prendo più di quante ne riesca a dare.

Dopo un po’ la bolgia si dirada e si può iniziare a nuotare con una certa continuità, ma è solo dalla metà in poi che riesco davvero a prendere velocità. Finisco la frazione a nuoto con un tempo decente ma sopra alle aspettative.

Primo cambio e via in bici. La seconda frazione non andrebbe neanche malissimo per i miei standard se non prendessi due minuti di penalizzazione per essermi messo in scia a un tedescone che mi aveva appena superato. La moto di un giudice di gara mi affianca, mi fa rallentare e mi segna il pettorale (dorsale nel caso della bici) con una bella striscia rossa a pennarello indelebile. Il marchio dell’infamia! Meno male che non me l’hanno impresso a fuoco sulla pelle come ne “La Lettera Scarlatta”. Devo dire che la penalità è meritata, di fatto stavo andando in scia, anche se per pochi metri.


Mi risulta tuttora misterioso come mai abbiano sanzionato me e pochi altri, visto le torme di ciclisti che facevano lo stesso. Comunque, si arriva in fondo, mi cambio le scarpe e … mi fanno accomodare nella penalty box, di fatto una panchina in mezzo al prato. Una rubiconda ufficiale di gara cronometra due minuti dall’attimo in cui appoggio le terga sulla panca e poi mi rilascia, non senza commentare su quanto mi fa bene “eine Pause”. Non replico per educazione.

Esco come una Furia dalla penalty box e nel primo chilometro supero una decina di concorrenti. Nei successivi nove recupero qualche altra posizione. Nel frattempo comincia anche a fare caldo.

Finisce anche questo triathlon, imbocco il vialetto finale, passo davanti alle majorettes e taglio il traguardo. A seguire frutta fresca, birrona analcolica e chiacchiere da dopo corsa. Da notare il podio messo su con un castello di casse di birra. Coreografico.

In definitiva, secondo e ultimo triathlon della stagione. Il 4 agosto c’è il Frankfurt City Triathlon, distanza olimpica, ma mi limiterò a nuotare per una staffetta. E stavolta mi presento nell’acqua corazzato.

Last but note least, l’iniziativa di solidarietà (http://www.betterplace.org/de/fundraising-events/triathlon-for-kids-in-syria) che avevo lanciato insieme a questo evento di sport è andata bene e 450 sono state donate a sostegno dell’intervento UNICEF per i bambini della Siria.

Saluti orange a tutti da Francoforte.


Gara: HEINERMAN -Triathlon 2013 (30/06/2013)

SCHEDA GARA



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