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La Staffetta di beneficienza
di Gianluca Cocciarelli, 30/05/2016

Un po’ di tempo fa un mio amico impegnato nelle Onlus mi chiede se voglio aiutarlo ad organizzare e correre una staffetta alla Maratona di Milano per raccogliere fondi per Sport Senza Frontiere. Mi spiega che ci sono dei ragazzi extracomunitari che stanno facendo reintegrare nella società e gli stanno dando delle occasioni per fare dello sport. Li stanno iniziando alla corsa e fanno alcuni allenamenti insieme. Mi chiede se voglio fare una staffetta con tre ragazzi extracomunitari: Abdo (dell'Egitto), Karim (del Gambia), Amarildo (dell’Albania). Mi dice che non hanno mai corso, e che li stanno allenando. La partecipazione alla gara aiuta Sport Senza Frontiere a continuare ad aiutare questi ragazzi, sia materialmente (aiuti economici) che emotivamente (facendoli integrare con la corsa).

Alberto (mio amico) organizza tutto lui e ci mettiamo d’accordo nel correre la staffetta a seconda dei ragazzi; io partirò terzo ed accompagnerò l’ultimo al traguardo. Anche Giorgio Calcaterra ha partecipato ad una delle staffette (credo che Sport Senza Frontiere abbia portato circa 40 staffette). La sera prima ci vediamo in Duomo per conoscerci, scambiare due chiacchiere (sono tutti ragazzi simpatici). La mattina ci vediamo alla partenza, ognuno pronto con le proprie istruzioni (cosa fare con la metropolitana, dove scendere, dove farsi trovare, quando partire, …). Si vede nei ragazzi sia la tensione che l’emozione a partecipare ad un evento per loro nuovo. E’ una bella sensazione. Ognuno di noi allora va nel punto di cambio della staffetta pronto e carico (ognuno dei ragazzi però è scortato da altre persone che devono assicurare di farli tornare tutti al punto di partenza). Parte il primo (Karim), parte il secondo (Abdo), e poi tocca a me, mi lascia il testimone ed inizio a correre per cercare di ridurre il gap verso le altre staffette (avevamo la posizione di 500esimi circa), senza preoccuparmi che una settimana dopo avrò la Maratona di Roma (che tra l'altro non ho preparato). Corro ed arrivo al cambio del quarto staffettista (Amarildo), ma quando arrivo li non lo trovo … stava parlando con altri ragazzi.

Lo vedo, lo chiamo e partiamo ... Lui parte subito forte, ed io gli dico che se se la sente di andare (io mi riprendo un po’ perché ho corso i miei 10 km a 4’10”); lui va, si prende tre metri avanti a me. Dopo un po’ vedo che rallenta, allora mi metto a fianco a lui e gli dico di tenere il suo passo, di fare quello che si sente. Lungo il percorso insieme ogni tanto mi chiede “quanto manca?”, ed io gli dico i km rimanenti, e lui mi chiede “sono pochi o tanti?”, io rispondo "pochi, andiamo!". E così passano metri su metri. Ad un paio di km dal traguardo vedo che non ce la fa più, allora provo a stimolarlo dicendo che siamo arrivati, e lui mi dice “si ce la faccio, arrivo”.
Nel frattempo ci avviciniamo al traguardo e quando siamo nei pressi gli consegnano la bandiera di Sport Senza Frontiere. Io lo guardo ed è emozionato, allora lo incito nei 500 metri finali facendo il conto alla rovescia ... 450 ... 400 … 100 … dai dai 50 ... ARRIVATI!!!
Passiamo insieme sotto il traguardo, entrambi emozionati, lui per la gioia di averla fatta, ed io per averlo accompagnato ed aver vissuto con lui questa emozione. Alla fine era stanco ma soddisfatto e siamo arrivati 249esimi come staffetta chiudendo in 3h:23’. 
Subito dopo ci ricongiungiamo con gli altri staffettisti, tutti gasati e contenti di aver corso e vissuto quell’emozioni uniche che solo la corsa ti da, e nonostante la fatica erano immensamente felici. Io mi sono emozionato con loro, ringrazio Alberto che mi ha permesso di vivere insieme a loro questa emozione e ringrazio loro di avermi permesso di correre con loro.
 
Calcaterra alla fine ha fatto anche la passarella finale sotto il traguardo con tutti loro … è stato emozionante. Sono stato contento di aver dato il mio piccolo contributo alla gioia dei ragazzi.


Gara: Maratona di Milano (03/04/2016)

SCHEDA GARA



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