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I segreti dei Top Runners e l’alimentazione a Piramide
di Alberto Botta, 28/11/2011

Sul Lungarno, alle 8 del mattino, temperatura gelida tutti in attesa della partenza

Sul Lungarno, alle 8 del mattino, temperatura gelida tutti in attesa della partenza

Ora ho capito qualcosa in più dei VERI Top Runners....

Arrivo venerdì sera al villaggio per prendere il pettorale e avere il sabato libero per riposare dalle fatiche lavorative della settimana e stare con la famiglia.

Alloggiando nell’Hotel dei Top Runner  (dopo l’arrivo in Podistica della TOPa runner, io in mezzo a loro ero un TOPo runner...),  la cena in albergo ci troviamo a mangiare a mezzo metro dagli etiopi Bekele, Gela Hailu Seifu, la donna vincitrice Asha GiGi e il quarto arrivato (non pensavo sarebbero stati poi i vincitori).

Due  tavoli accanto mangiucchiano invece i Keniani. Il “mangiucchiano” è ironico perché quello che ho visto sbirciando nei loro piatti e in quelli degli Etiopi illudendomi di capire se avrei trovato qualche segreto per andare più veloce, ha dell’incredibile….

Quello che ho visto ha stravolto ogni regola che conoscevo sull’alimentazione pre-gara dell’atleta provetto.. Piatti ENORMI di pasta, riso, carne, pane, verdure. Veramente enormi….Tutto insieme! Una Piramide di cibo. L’Etiope 4° arrivato alla gara, ha replicato 3 volte un piatto del genere!!!!! Bekele “solo” due.. (infatti ha vinto). Tutto mangiato molto lentamente... Montagne di cibo... Esagerati….

I keniani poco più in là sembravano più riservati, più timidi, e sicuramente più al centro degli sguardi di tutti noi comuni mortali... Belli, magrissimi, quasi aristocratici nelle movenze. Chi voleva farsi una foto (da mettere su facebook oviamente!) sceglieva i keniani…  gli Etiopi in ciabatte, con movimenti lentissimi mangiavano, mangiavano, mangiavano…. ignorati da quasi tutti.  Asha Gigi (la vincitrice) in particolare sembrava stanca, lenta, apatica… E questo è l’incredibile…. La lentezza nei movimenti quotidiani, in contrapposizione alla velocità in corsa con ritmi che  io non raggiungerei sulle ripetute più spinte.. Grandioso.

Il giorno dopo a pranzo stessa scena, piatti enormi di gnocchi e pasta. Allora mi sono detto… Beh, se fanno così loro….lo faccio anche io… E quindi giù di carboidrati… E la sera alle 19 non avevo digerito mezzo grammo. Ho cominciato a stare male e sono uscito dall’albergo a passeggiare per digerire.

A cena di nuovo vicino agli Etiopi (non lo facevo apposta, l’albergo era quello) e di nuovo pane, pasta, riso, carne, verdura… Io che ho mangiato metà porzioni, avevo la nausea da carboidrati... e ho ingurgitato a forza un po’ di pasta e riso. In camera scambio di sms di incoraggiamento con Alfredo ed Aleksandra e poi a dormire.

La notte alle tre è entrato nella mia stanza Montezuma… Lo stesso di Maurizio… Tralascio i particolari, ma ho pensato che la gara ormai era compromessa. Alle sei di mattina ero stravolto e senza soluzione. Avrei corso senza i canonici gel al 12° - 24° e 32° km. Fantastico…. Scendo a fare colazione e comincio a mangiare fette di limone a go go e al tavolo la persona davanti a me chiede conferma sulla squadra di appartenenza indicando il logo della divisa. Conosce la Podistica Solidarietà ma non ricorda in quale circostanza, insomma mentre parliamo mi dice essere lo speaker internazionale della gara Herbert Thomas, persona simpaticissima, (conosce 4-5 lingue perfettamente) che mi consiglia anche sull’abbigliamento da mettere in gara.

All’uscita dall’hotel trovo con sorpresa molti amici della podistica, visibilmente emozionati, saluto Daniela Paciotti sempre affettuosissima, Lino, Marziale, Pietro Paolo e ci dirigiamo verso le gabbie distanti pochi metri dove ci aspetta il Presidente per i saluti e la foto di rito. Giuseppe Tirelli e Franco Piccioni mi consigliano di non prendere gel o integratori, e addirittura l’acqua potrebbe darmi problemi… ma sto molto meglio.

La gara parte e cerco di impostarla in maniera prudente, anche troppo… Alle cascine e nei tratti di incrocio cerco qualche orange da salutare o incitare ma non vedo quasi nessuno, a parte un ragazzo che non conoscevo e che ricambia il saluto e Romano Dessì.

Mentalmente non sono preparato a scendere sotto le 3 ore, non oggi (spero domani)… e non forzo, vado tranquillo, me la godo. Prima della mezza l’urlo di Pino è inconfondibile e mi risveglia dai pensieri in cui sono sommerso quando corro. C’è una ragazza Tedesca molto bella e forte che ha catalizzato l’attenzione dei podisti. Da qualche km si è formato un capannello intorno, o meglio.. dietro di lei (chissà perché vero?) quasi avesse il palloncino dei pace maker! Gli italiani fanno …gli italiani.. Anche sotto sforzo… Un ragazzo le si incolla al fianco e non la molla.....

Alla mezza passo con un ritardo di 3 minuti rispetto alla tabellina di marcia. Capisco di aver avuto troppa paura, di dovermene pentire… e allora comincio a spingere più che posso… Mi arrabbio con me stesso. Di brutto. E faccio una progressione che mi stupisce. Alla fine avrò superato 250 persone circa. Alla mezza sono 754° e all’arrivo 501°.... Al 30° km incontro finalmente il primo orange, Gianluca Cocciarelli, ci salutiamo e commentiamo la sua “pazzia” di affrontare Firenze dopo New York… Penso sia un grandissimo come lo è Stefano Fubelli, una leggenda, come Sergio Colantoni, altro superbo maratoneta, e ci salutiamo. Il muro stavolta non lo prendo in pieno come in passato, e al 30° azzardo e prendo un gel che mi darà energie fino alla fine.

Gli ultimi 7 km li faccio guardando per terra con la paura di prendere una storta sul difficilissimo pavè, senza capire in che piazza mi trovo, potrei essere a Pisa o Lucca, senza più punti di riferimento se non le mie gambe, alzando lo sguardo solo per salutare Giorgino Bizzarri che mi chiama e che è presente per incitarci nonostante l’infortunio, Antonio Tombolini e altri amici della Podistica che urlano improvvisamente da qualche transenna.

Arrivo in 3:07:38 pieno di stanchezza e adrenalina, ma felice.... Saluto il Presidente che mi stringe la mano dal palchetto d’onore dove fotografa le canotte arancioni e mi viene spontaneo mandargli un bacio con la mano, come si fa per ringraziare con affetto. Sono contento.

Prima di tornare in albergo però devo fare una cosa..... Mi fermo a 500 metri dall’arrivo e aspetto il passaggio della mia amica Aleksandra per lanciarle un urlo di incitamento e ricambiare i suoi a Roma e Firenze delle edizioni passate.

Grazie Aleksandra  per le pillole di emozioni che ci siamo regalati a vicenda. E grazie a tutta la squadra.

Ricapitolando: per andare veloci come gli Etiopi prima di una maratona bisogna mangiare due giorni interi “solo” un quintale di pasta, riso, carne e verdure, ma non in piatti separati.... Tutto in un monopiatto a piramide...


Alberto Botta

Alberto Botta

Gara: Maratona di Firenze (27/11/2011)

SCHEDA GARA



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