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Sulla strada del benessere...
di Maurizio Zacchi, 09/09/2012

Oggi mi resta difficile interpretare questa bella gara con un occhio completamente oggettivo, scevro dalle mie emozioni.

Sono arrivato a Vico con la voglia di mettermi alla prova, con la voglia di comprendere se tutti i sacrifici dell’estate e il mio personale percorso benessere avessero prodotto qualche risultato concretamente misurabile sul piano delle prestazioni in gara.

Quante volte nel mese di agosto avevo maledetto la sveglia che suonava alle 6 di mattina per ricordarmi l’allenamento. Quante volte ho dovuto ricacciare indietro la tentazione di girarmi dall’altra parte e ignorarla. E poi tutti quei cambiamenti nell’alimentazione.

Già, ma quando mi fisso nella testa un obiettivo sono testardo, determinato a raggiungerlo. Ed ecco l’ago della bilancia arretrare instancabilmente e il contatore dei chilometri aumentare inesorabilmente. Quanto sudore su quelle strade battute dal sole, quanta fatica consumata in quei boschi.

Oggi era il giorno della verità, il giorno delle risposte. Dopo la bella prova di Orte sentivo che era venuto il momento di fare un salto di qualità sulla distanza che amo di più, su quei 21.097 metri sparsi intorno al Lago di Vico. Pensavo razionalmente che avrei dovuto almeno ritoccare il mio personale di 2h e 04’ stabilito all’ultima Roma-Ostia, ma dentro la testa c’era quella voglia di abbattere il limite delle 2 ore, che rappresentava una sorta di ostacolo simbolico posto lì sul mio percorso.

Vico in questo senso assumeva un valore simbolico, perché lo scorso anno fino al 15’ chilometro mi ero illuso di farcela, un’illusione crollata miseramente negli ultimi 5 chilometri, quando le mie gambe avevano architettato una sorta di “sciopero selvaggio”.

Per quello stamattina avevo raggiunto il lago pervaso da un inafferrabile senso di nervosismo. Poi lo scenario incantevole di questo specchio d’acqua, la temperatura gradevole, l’incontro con gli amici della Podistica Solidarietà, avevano spazzato via ogni pensiero negativo.

Ed eccoci lì, tutti ammucchiati sotto l’arco della partenza, ognuno con i propri pensieri, con i propri obiettivi, da condividere con i compagni di squadra. Una sirena sottolinea il momento magico della partenza, quando tutte le parole vengono spazzate dal vento e arriva il momento di confrontarsi con le proprie gambe, con la propria testa e con il proprio cuore.

Il primo chilometro vola via nel vano tentativo di trovare spazio libero per correre, ma dal secondo in poi la strada si fa più accessibile. Il mio orologio segna ritmi improponibili per me e continuo a chiedermi fino a quando potrò continuare a tenere quella velocità. Fortunatamente al quinto chilometro incontro sul mio percorso Angelo Coccia, che con la sua saggezza mi frena un po’ e mi porta a raggiungere ritmi più consoni di quel 5’:04” raggiunto nei secondi 1000 metri.

Al duo si aggiunge anche Patrizia Melchior e si forma un bel terzetto che procede regolare tra i noccioleti che circondano la strada. Il lago a volte compare alla vista in tutta la sua bellezza, altre volte si nasconde tra gli alberi, facendosi solo immaginare.

Nella mia testa comincia a materializzarsi l’incubo del 15’ chilometro, quello che lo scorso anno aveva messo fine alle mie speranze. Al 13’ il ritmo tende ad aumentare ed ecco piombare su di noi Laura Spescha e Fabiola Restuccia, che sembrano avere una marcia in più. Un attimo di cedimento, ma poi anche grazie all’aiuto di Angelo torniamo sotto e cominciamo a sfruttare la loro andatura.

Arriviamo al 15’ e il ritmo è tornato baldanzoso, con un bel passaggio a 5’:16”. Cerco di interpretare i segnali di un’imminente crisi, ma le mie gambe procedono senza troppa fatica. Con gli occhi cerco il ristoro, là dove era posizionato lo scorso anno, ma Laura mi avvisa che quest’anno è stato spostato un paio di chilometri più avanti…meno male che c’è la mia borraccetta a dissetarmi, in uno dei passaggi più assolati del percorso.

Arriva il ristoro al 17’, ma arriva anche una salita fastidiosa. Laura si lancia e io cerco di rimanerle attaccato, mentre Angelo e Fabiola si staccano. La crisi attesa non arriva e acquisto fiducia…in fondo mancano solo 3 km. Le mie gambe girano bene e decido di attaccare, riprendo e supero un po’ di compagni orange e prendo anche qualche metro di vantaggio nei confronti di Laura.

Guardo l’orologio, l’obiettivo delle due ore è a portata di mano, ma ancora non mi fido. Il ritmo continua a crescere: 19', 20', ci siamo. Ecco la discesa che conduce all’arrivo. Il rimo cresce ancora e il mio orologio "straparla", segnando un 4’ e qualcosa.

Laura torna su di me e chiudiamo insieme. L’orologio mi regala una grande soddisfazione, segnando 1h e 52’, ben al di sotto del mio obiettivo.

I complimenti sinceri dei miei compagni di squadra mi imbarazzano, ma sono al settimo cielo. Un bel risultato alla fine di una corsa incantevole, con un’organizzazione che in questa edizione ha rasentato la perfezione.

E poi c’è il risultato più bello a coronare questa giornata: il secondo posto della Podistica Solidarietà, un secondo posto che si va a sommare al primo conquistato la sera prima alla Corri Roma, e al terzo conquistato sempre in mattinata alla Gara della Solidarietà di Tagliacozzo. Sempre più orgoglio di far parte di questa straordinaria squadra.


Gara: Giro del Lago di Vico 21K (09/09/2012)

SCHEDA GARA


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