Quasi un anno senza correre di Maurizio De Pasqualis, 28/03/2012
Maurizio De Pasqualis Lo scorso anno in questo stesso periodo ho cominciato ad avere problemi al ginocchio, faceva un poco male quando iniziavo a correre, poi dopo 5/10 minuti il fastidio passava. Il giorno seguente solo qualche indolenzimento, niente di più.
Nulla di particolare quindi, facevo gli allenamenti alla scuola di podismo e qualche gara, la mia ultima è stata il Cross della Caffarella del 30 aprile con la media di 5’06’’, nel mio curriculum potevo vantare anche la media di 5’ 29’’ alla Roma – Ostia di febbraio, un tempo extra - lusso per me. Poi il fastidio è diventato un dolore, sempre più intenso e a giugno mi sono dovuto fermare per fare degli accertamenti. Lacerazione del menisco interno.
Dovevo operarmi a luglio, poi per una serie di problemi è slittato tutto a dopo l’estate e poi ancora in autunno, l’intervento l’ho fatto il 30 novembre.
Dopo qualche giorno ho iniziato la fisioterapia, solo laser e tecar all’inizio, poi esercizi per l’articolazione e per il tono muscolare. Da fine gennaio ho iniziato con il tapis-roulant, prima per camminare lentamente, poi sempre più veloce, poi finalmente per correre anche se solo per pochissimi minuti. Andava tutto per il verso giusto, molto lentamente, ma bene.
Ed è stato quel “molto lentamente” che mi ha fregato, verso la fine febbraio mi sentivo bene, non avevo il minimo fastidio. Oramai correvo circa venti minuti sul tapis-roulant per un paio di volte a settimana e ho voluto fare il test al “biscotto”. Errore grave, ai tempi della scuola sarebbe stato considerato come errore blu. Dopo un paio di giri di campo provo una forte fitta al ginocchio e mi devo fermare, la sera e il giorno dopo è ancora peggio.
Tendinite alla zampa d’oca è la diagnosi dell’ortopedico, il tono muscolare della gamba non è ancora adeguato e i tendini hanno sostituito la muscolatura per proteggere il ginocchio che ha subito uno stress improvviso, una piccola buca o uni imperfezione del terreno. Morale, si riparte da zero, laser e tecar e la ripresa è lontana.
Cosa mi manca della corsa ? Praticamente tutto.
Non solo la gara, il tempo impiegato e la gioia di aver raggiunto un risultato insperato, ma anche tutto il resto, tutte le sensazioni, piccole e grandi. Gli allenamenti settimanali, le indicazione di Fulvio, gli esercizi impossibili di Pino, le loro “urla” durante i giri di campo, il freddo delle sere di gennaio, l’umidità che entra nelle ossa, le mani e i piedi ghiacciati che non si scaldano mai, il caldo infernale di giugno, con l’aria bollente e il sudore che scende come se ti avessero aperto un rubinetto sopra la testa, il fiato che ti manca, la sensazione di sfinimento quando hai finito la corsa, perfino i mille dolori muscolari, quando ti metti a letto la sera e quando metti i piedi per terra la mattina seguente alzandoti.
Mi mancano i progetti fantastici di gare che non farai mai nei posti più incredibili, le tabelle di allenamento per migliorare anche solo di pochi secondi e poter scendere sotto i 5 minuti al chilometro.
Mi manca tutto questo, mi manca la corsa, mi manca la podistica…
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Maurizio De Pasqualis |