Marcia? in coma. di Romano Dessì, 04/04/2012
Romano Dessi - Maratona di Roma 2012 Cari amici solidali,
come tutti gli anni, ad Oriolo ho partecipato al Trofeo Lazio di marcia, e mai come in questa edizione ho provato per questa disciplina che amo tantissimo, la sensazione che stiamo alle corde. Il movimento della marcia è in coma, il ricambio generazionale non funziona.
Tanti giovani, ma nessuno che esprima un gesto tecnico più che apprezzabile, insegnanti che nemmeno loro sanno quello che insegnano, io amo la marcia e mi dispiace parlare così, ma diversamente non si può.
Forse cambieranno le regole e sarà più difficile la squalifica, ma, per me il gesto della marcia rimane sempre il famoso tacco e punta. Non si possono vedere atleti che marciano con le gambe piegate, oppure corrono, senza che i giudici dicano nulla.
La marcia è marcia non una corsa a ginocchia bloccate, se l'atleta master o agonista deve essere squalificato, non ci sono santi deve essere buttato fuori anche a costo di far arrivare un solo atleta.
Così la marcia è in coma perché ognuno interpreta il regolamento a modo proprio, senza tener conto della presenza dei giudici. Io faccio marcia da 37 anni e partecipo a tutte le competizioni di marcia, e potrei correre, ma il primo giudice sono io. Non mi piace barare, come dire, oggi il giudice di gara non c'è e mi metto a correre, non esiste, con quale coraggio andrei a prendere il mio premio sapendo di aver barato? a costo di arrivare ultimo e prendermi le più sonore pernacchie, non alzerei i piedi da terra nemmeno se mi pagassero.
Questa disciplina deve continuare a vivere, ma così non si va da nessuna parte. Scusatemi dello sfogo ma non ne posso più.
Un saluto dal vostro marciatore Romano
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Romano Dessì
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