Spazio, silenzio, solitudine e solidarietà. di Marco Perrone Capano, 28/02/2009Cari amici e podisti solidali a fine marzo porterò la mia consunta ma amatissima canotta Orange al via della Atacama Desert Race, che si correrà nell'omonimo deserto ai piedi delle Ande cilene.
La gara, 250 km a tappe (40+40+40+40+80+10), fa parte di un criterium di 4 gare organizzate dalla Racing the Planet (www.racingtheplanet.com), nei posti più inospitali oggi noti sulla terra.
La Gobi desert, si corre nella steppa mongola con venti molto forti in un ambiente allucinante fatto di erba alta secca e altipiani infiniti.
La Sahara race in Tunisia, 220 km di sabbia e dune immense su 250 totali.
L'Antartica, la più estrema e pazzesca di tutte, si corre sui ghiacci e tra i crepacci dell'Antartide.
L'Atacama desert invece si corre in uno dei posti più aridi del mondo, a quote sempre superiori ai 2500 metri sui terreni di ogni tipo. Rocce, canyon allagati, dune pietrose e sterrati ondulati, passaggi ad oltre 3000 metri di altitudine connotano uno scenario che a detta di chi ci è stato è davvero mozzafiato. Se poi ci si va di corsa, beh lasciamo spazio all'immaginazione !
La gara è in autosufficienza alimentare: tutto quello che mangeremo (oltre ai vestiti e a tutto il resto) lo porteremo sulle spalle ogni giorno. L'organizzazione mette a disposizione, la sera, l'acqua per il the e per le nostre minestrine liofilizzate.
100 i partecipanti da tutto il mondo, 5 gli italiani iscritti.
Una quota dei costi di iscrizione viene devoluta dagli organizzatori a progetti di solidarietà e sviluppo per le popolazioni autoctone andine; da sempre tra le più sperdute e refrattarie ai contatti con la cosiddetta civiltà .
Al prossimo aggiornamento.
Marco Perrone Capano
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