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Se i miei occhi potessero ringraziarti...
di Maria Adelaide Frabotta, 15/07/2014

Assolato pomeriggio del 30 giugno; mi accingo ad uscire dal lavoro questa volta non per andare a correre e rubacchiare la solita oretta agli esercizi podistici, bensì per festeggiare Romano Dessì.
Il suo sogno si è realizzato: continuare a marciare da una vita si è trasformato in libro dove raccontare la propria storia di sportivo. Una piacevole biblioteca come quella diretta da Liliana Bilello, nostra amica runner, fa da perfetto sfondo a questo evento. Ci accoglie Giuseppina Madonna e suo marito Gianfranco che fin dal primo momento lo hanno incoraggiato a rendere realtà questo suo desiderio.

Romano, visibilmente emozionato, saluta tutti abbracciando e scrivendo dediche nella seconda pagina del volume; è il suo giorno e tutti coloro che sono potuti venire alla presentazione (chissà quanti altri bloccati da un orario difficile) notano questo bel clima, di affetto e semplicità aleggiante nella saletta. Proprio come il testo, proprio come il suo stile di scrittura, proprio come la schiettezza con cui viene presentato dai vari relatori il volume. Pino Coccia descrive episodi di Romano e con Romano che appartengono ad una vita passata di Podistica e Solidarietà a me ignoti. In molti siamo incuriositi.

Sono le 19 e dobbiamo chiudere per i tempi concessi dalla Biblioteca. Compro il volume e dico a me stessa: lo leggerò domani. Prendo l’autobus. Si blocca in un ingorgo incredibile ma ho il libro di Romano che inizio a leggere. Procedo di pagina in pagina ed i miei occhi iniziano ”a volare” dentro un film, d’epoca, che mi parla di una Roma bella ma anche difficile come il Borghetto Prenestino, la prima maratona di Roma, le prime edizioni di Roma Ostia. Non posso lasciare ora il racconto. Alzo lo sguardo e il mio autobus è ancora imbrigliato nell’inferno del traffico. Per la prima volta non mi arrabbio: ho un compagno di svago con me, il libro di Romano. Devo finire di leggerlo. Il film d’epoca diventa un film attuale dove anche io ora sono protagonista: i capitoli dei “Beati gli ultimi” e “Una maratona”. I miei occhi ripercorrono tutte le immagini di me, quasi sempre ultima, alla mia prima maratona di Valencia, leggendo le emozioni di Romano e cercando di sovrapporle con le mie come in una moviola. Sono finalmente arrivata a casa ed è il crepuscolo; finisco il libro che è buio. Vedo il cielo stellato e ripercorro mentalmente la descrizione di Romano sul cielo buio del Passatore.

Grazie per questa bella giornata: se i miei occhi potessero ringraziarti...




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