La Maratona di Roma così come non si era mai vista di Paolo Reali, 10/04/2017
Paolo sorridente nonostante la fatica Roma non è una città come le altre. È un grande museo, un salotto da attraversare in punta di piedi come diceva Alberto Sordi. Da qui inizia il racconto della mia Maratona di Roma, dalla fine. Da cio’ che più conta, finirla e finirla bene.
Per persone come me il risultato, a prescindere dal tempo, è l’impresa di quei fatidici 42 kilometri. Bissare il crono dell’anno scorso sarebbe fantastico, ma in realtà, mi porto dietro dei dolorini accumulati negli ultimi ultratrail per cui ritengo di essere distante anni luce dalla condizione fisica di fine 2016. Probabilmente allora avevo il potenziale per avvicinarmi alle 4 ore, adesso il mio obiettivo logico potrebbe essere al massimo dell’ambizione un 4.10.
Servono allenamenti veri per preparare una Maratona per fare “il tempo”, non si inventa niente in questa disciplina e se non si è preparati a dovere il conto da pagare arriva.
Partendo dall’assunto, di per se ovvio, che le maratone non sono tutte uguali, si può arrivare alla conclusione che alcune gare, per tradizione, fascino, numero di partecipanti e percorso si collocano su di un piano diverso rispetto alle altre.
Ogni Maratona ha una storia a sé, Roma è una di queste, una di quelle che, unitamente a poche altre, hanno un sapore e un valore speciale, e per il numero di partecipanti che la colloca nettamente al primo posto in Italia, anche come macchina organizzativa di spessore internazionale; e perché si corre nella capitale con tutte le esigenze ulteriori che questo comporta; oltre a ciò il percorso è il più bello che si possa trovare.
Mi permetto di affermare che, a mio modesto avviso, Roma esprime solo parte del suo potenziale, si pensi ad altre gare internazionali, di minor tradizione, che si corrono in città non altrettanto belle e lungo percorsi non altrettanto suggestivi ma che contano un numero di gran lunga superiore di partecipanti. Lo dico senza polemica ma solo perché mi piacerebbe che anche in Italia potessimo avere una gara al pari di quelle delle altre grandi capitali europee dato che, tra l´altro, possiamo mettere in campo quella che, “nonostante tutto” è la città più bella del mondo. Perdonatemi ora una piccola ma per me inevitabile digressione, questa Città, con la C maiuscola che pure ha sempre avuto le sue criticità, è purtroppo scivolata sempre più nel degrado e nell´abbandono e ciò, vista la sua bellezza, l´incanto e la meraviglia che suscita in chiunque si trovi a percorrere le sue strade, mi riempie sempre di una grande amarezza.
Ma abbandono subito discorsi che possono in qualche modo rovinare il resoconto di questa bellissima ‘’festa’’ per tornare rapidamente a temi più pertinenti.
Ore 5 sveglia e partenza con gli amici della Nuova Podistica verso il destino. Alle ore 8.10 entro in griglia; il cielo non promette nulla di buono, fitte nuvole si addensano sulla città. Alle 8,50 si comincia... circa 2 minuti prima di passare sotto la partenza e inizia a piovere dapprima pacatamente per poi aumentare di intensità. Via dei fori imperiali svolta a sinistra e si deve già andare a passo, la stessa scena ripetuta tante volte qui a Roma. C’è veramente una calca di gente e non si riesce a prendere il ritmo, ma devo ammettere che mi sento discretamente nonostante riconosca che non sarà giornata da tempo. Il passaggio alla mezza è in linea con quanto prefissato, sto gustandomi la città che con la pioggia scosciante acquista un suo fascino particolare con i suoi scorci incantevoli. L’idea di aver passato la metà mi da carica, poi di colpo avverto come era successo alla Maratona di Ferrara di 2 settimane fa dolori alle gambe che di estendono fin su al bacino. Le articolazioni si bloccano per cui, gli ultimi 10 km si rivelano i più infernali e proprio nella parte più suggestiva di Roma ma la più intensa . L’infinita Via del Corso, il tratto fino a Piazza di Spagna dopo aver circumnavigato Piazza del Popolo in queste condizioni mi sembrano il Mortirolo. Ma sono al quarantesimo e una breve discesa mi porta in Piazza Venezia.
L’arrivo in via dei Fori Imperiali è prossimo e le ultime decine di metri li vivo quasi in trance agonistica e inizio a sentire la pelle d’oca. Nel rettilineo che porta al Colosseo cerco dentro di me le motivazioni che mi hanno portato fino a qui; ancora pochi passi, alzo gli occhi al cielo e mi accorgo che sto sorridendo come un bambino felice.
Il percorso della Maratona di Roma 2017 ha presentato alcune piccole novità nella zona di partenza e arrivo e il tracciato ha previsto 77 cambi di direzione (nessuna curva a gomito) e circa 7,6 km di sampietrini.
In conclusione mi devo ricredere su tutto; non siamo a Parigi ma oggi è stata una vera ‘’festa mobile’’. Gli organizzatori si sono dati molto da fare sotto tutti gli aspetti e il risultato è stato degno di questa città superando le più rosee aspettative; lungo il tracciato della gara si è sviluppata una festa senza sosta, con 55 eventi musicali che ci hanno accompagnato per tutta la durata della gara. La partecipazione del pubblico soprattutto nelle vie del centro è stata quest’anno superlativa, i bordi delle strade sono state invasi da decine e decine di bambini che entusiasti porgevano le loro manine al nostro passaggio.
Sotto l’aspetto tecnico, due sono stati i momenti di medio impegno; le brevi salite tra via Pellegrino Matteucci (circa km 3,5) e via Benzoni (circa km 4,3 a precedere il ponte Spizzichino) intervallate da una discesa, e dalle alterne pendenze di fine di Via dei Campi Sportivi e Via dell'Agonistica (2-3%) e via della Moschea (quindi da circa km 28,1 a km 28,8) alle quali segue la discesa di Via Gaudini. Nella parte finale del percorso, il tradizionale e impercettibile innalzamento, da via del Corso alla fine via Milano (13/14 metri lungo 3,3 km) e, a seguire, il corrispettivo in discesa da Largo Magnanapoli a Piazza Venezia (per un totale di circa 500 mt e con la discesa rilevante di Via IV novembre) per un arrivo in velocità in Via dei Fori Imperiali.
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Paolo Reali
Il nostro Paolo Reali sulle strade della Maratona di Roma |