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Latina Vertical Sprint Resoconto
di Davide Ferrari, 14/01/2014

La Torre Pontina la si ama o la si odia, noi nel dubbio la scaliamo.
128 metri, 37 piani e 702 gradini sono i numeri di un’impresa unica in Italia che ha visto impegnati gli atleti temerari della Podistica Solidarietà in questa prima edizione.

Prima edizione non vuol dire solo assenza di riferimenti sulla più idonea preparazione, ma anche scarse informazioni e possibilità di test.

Nei giorni imminenti la gara si susseguivano suggerimenti e si intensificava il passaparola su come prepararsi al meglio. Ognuno aveva le sue teorie, ognuno ha seguito le sue idee: chi faceva su e giù per le scale del palazzo di casa, chi si allenava in montagna, chi faceva un po’ più di piegamenti sulle gambe.
Il tutto nel dubbio se si stesse facendo la cosa giusta.

Il giorno della gara.

Poco prima della partenza tra i racconti e la tensione ci si rende conto che a farla da padrona nei giorni precedenti è stata una vera e propria paura. Più o meno tutti hanno sognato o avuto incubi sulla fattibilità della stessa in relazione alla propria preparazione.
Si parte in batterie di 5-8 persone ad intervalli regolari di circa 5 minuti.
Le prime a partire sono le donne tra cui la nostra Micaela Testa. Nella stessa batteria la specialista italiana di questo sport Cristina Bonacina, giunta prima.
La nostra batteria dei soli uomini della Podistica Solidarietà è la penultima. Un’attesa snervante in cui l’adrenalina saliva ad ogni sparo delle batterie precedenti.
Abbiamo il tempo di sentire lo speaker annunciare gli arrivi degli altri, ma soprattutto di vedere tornare “dall’alto” una raggiante e saltellante Micaela arrivata poi 1a di categoria e 4a assoluta.
Lo sparo.
Un semigiro di accelerazione alla base della torre come palline in un flipper. E poi lo scuro dell’ingresso e su via per la rampa delle scale di emergenza.
Gradino dopo gradino, piano dopo piano, veloci, forse troppo per la troppa adrenalina? Ma chi lo sa come può rispondere il nostro corpo durante la lunga sollecitazione?
Ad ogni pianerottolo uno o due infermieri che chiedevano rassicurazioni.
Erano i nostri angeli custodi con tanto di defibrillatori. Le uniche presenze e punti di riferimento perché le scale erano completamente chiuse, prive di finestre e di spazio tra una rampa e l’altra in modo che non si vedesse l’altezza.
Ecco il 20° le gambe iniziano a diventare pesanti, c’è chi allunga il passo afferrando il passamano e usando il pomello come perno per girare. 30° iniziano a sentirsi voci dall’alto, 37° la luce, si esce sul tetto e si continua a salire su una scala metallica fino ad arrivare alla base in alto dove c’è l’arco dell’arrivo! La visuale da quel punto è mozzafiato. Verrebbe voglia di urlare ma chi ce l’ha il fiato!

Complimenti a Marco Accardo, 3° di categoria, e ad Aldo Martucci al suo esordio con la sua maglia Orange. A tutti gli altri della squadra, Piero Frattarelli, Mirko Bucciarelli, Micaela Testa, e Marco Nazareno Merli.
Complimenti agli organizzatori per l’innegabile riuscita dell’evento e per l’idea orginale di aver portato una simile competizione a Latina con i riflettori dei media nazionali.




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