Una corsa unica, un’occasione imperdibile per noi maratoneti e per gli accompagnatori, una delle maratona più suggestive che abbia mai corso.
Un viaggio nella storia e nella cultura della gente del posto ricca di tradizioni e forte di un passato plurisecolare. Una sequela di paesini cinquecenteschi cinti da mura da attraversare, dame in abiti d’epoca, suonatori con i costumi e gli strumenti dell'epoca, salite e discese a non finire, gente sulla strada a fare il tifo, bambini a porgere la mano aperta a noi podisti, ristori con tutto il ben di Dio, fragole, sorrisi, Fano e tutti i paesi rivieraschi a far da sfondo a questa sorta di quadro rinascimentale.
Con Stefano, Massimiliano e Andrea non potevamo perdere quest’occasione. Fanno parte del gruppo della Podistica Solidarietà anche Antonio, Roberta, Maurizio e Germana che fa da pacemaker. La partenza è al fulmicotone con il colpo di bombarda e una pioggia di coriandoli; dalle lussureggianti alture di
Barchi (320 m s.l.m.) attraversiamo un sinuoso e dolce crinale e siamo a
Mondavio nel cui castello ottimamente conservato ci attende una passerella tra cortigiane, musicanti e arcieri in costume. Costeggiando il fortilizio ci avviamo verso
Orciano, S. Giorgio, Piagge, Cerasa e poi
S. Costanzo attraverso un percorso divertente, panoramico e suggestivo, vivacizzato da coinvolgenti animazioni di carattere musicale, storico e folcloristico, in un crescendo di emozioni. In ogni dove ci è riservata un incredibile e calorosa accoglienza lungo le strade, le colline marchigiane, 42 km di infinite salite e discese che hanno messo a durissima prova la resistenza psico-fisica di noi runners. Una maratona con una altimetria negativa come questa non è facile da gestire le gambe in discesa si imballano per cui bisogna tener a freno qualsiasi velleità di record personali. Conscio di ciò mi attengo alla tabella di marcia del gruppo delle 4,15 ore alla testa del quale c'è Germana prodiga di consigli e aiuti morali per coloro che ci si affiancano.
Dopo interminabili saliscendi ecco intravedersi sullo sfondo Marotta a destra e Fano a sinistra qui la strada, inizia a scendere ma è una fugace illusione perché subito il percorso risale per attraversare la superstrada. Una serie di svolte, sottopassaggi per evitare le strade convulse dal traffico e siamo nel centro storico animato dal vivace mercatino dell’antiquariato e non e dai turisti. Fanno da sfondo al nostro passaggio i simboli della città:
Piazza XX Settembre con il
Palazzo della Ragione e la cinquecentesca
Fontana della Fortuna, la cinta muraria difensiva cittadina, costruita dai Romani e poi ampliata dai Malatesta nel quattrocento, il Duomo e la Chiesa di S. Pietro in Valle per poi giungere attraverso il lungomare prima e il porto turistico tra pontili e barche milionarie al sudato traguardo. Felice del tempo stabilito mi avvio verso il ristoro ringraziando lo staff per lo sforzo profuso.
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