Voglia di pedalare - L'allenamento di Mauro Cugola, 03/07/2014Ultima puntata della rubrica "voglia di pedalare", curata dal nostro Orange Mauro. A lui i più sentiti ringraziamenti per aver avvicinato, o ri-avvicinato, alcuni Orange ad uno sport che ha fatto e ancora fa parte della nostra cultura sportiva nazionale. (la Redazione Podistica)
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Dopo aver comprato la bici ed esserci attrezzati di tutto punto, siamo pronti ad uscire in bicicletta e pedalare. Okay, ma allora cosa facciamo nello specifico?
Partiamo dalla considerazione che la bici non andrà a sostituire la nostra attività principale, che rimane la corsa a piedi, ma come da premessa di questa serie di articoli il ciclismo rappresenta una variante estiva che ci consente di praticare un'attività fisica senza sudare le proverbiali sette camicie col caldo. Oltre che farci svagare un po'.
Quando si dice che sono due sport che muscolarmente non vanno d'accordo, non è quasi per niente vero. Come farebbero allora i triatleti a conciliare due attività allora in contrasto tra di loro e ad unirle poi anche al nuoto? In comune c'è il lavoro cardiaco di livello aerobico e la ripetizione di un gesto modulare, che nella corsa a piedi è la falcata, mentre nella bicicletta è la pedalata. Per questo che farsi aiutare da chi è esperto nella sistemazione sulla sella (in particolare l'altezza di questa) è fondamentale per evitare stiramenti, infiammazioni e quanto altro può essere causato da un movimento sbagliato ripetuto più volte.
Chi va in bici regolarmente utilizza la corsa a piedi soprattutto durante l'inverno, per bruciare calorie e tenere basso il peso, rimanere in esercizio a livello cardiaco e aerobico e fare attività evitando di restare troppo tempo esposto al freddo e ad un meteo non sempre clemente, ovvero le costanti delle uscite ciclistiche invernali. Anche in base all'esperienza di chi scrive (che dopo la Roma-Ostia ripone le scarpette e ritorna in sella), ci si trova con un fiato e una condizione atletica eccellente, ma con le gambe “svuotate” che pagano dazio in termini di potenza e spunto di forza. Previo un mesetto di riadattamento si torna a pedalare di buona lena ma partendo da una condizione generale molto favorevole.
E per chi corre a piedi? Il rischio maggiore del pedalare troppo è di ritrovarsi un'azione di corsa poi più lenta e macchinosa. Non è solo una questione di massa accresciuta dei muscoli. È il risultato di un'azione cinetica diversa che coinvolge appunto muscoli diversi, alle volte anche “antagonisti” tra di loro. Quando riallacceremo le nostre scarpe da corsa, inizialmente ci troveremo a combattere con una frequenza di passo più bassa rispetto a quella desiderata e non se ne riesce a venirne a capo se non dopo un po' di tempo. Questo, lo ripetiamo, se si esagera...
Per evitare tutto questo, oltre a non dimenticarci di correre di tanto in tanto per non perdere la cosiddetta “memoria atletica”, è importante pedalare a frequenze molto elevate. Il che significa rapporti agili, leggeri, che si spingono senza troppa fatica, sia in pianura che ovviamente in salita. In questo modo i muscoli sono meno sollecitati, i periodi di spinta sulla pedivella sono più brevi e si stravolgerà meno il nostro equilibrio da podisti. Usando un gergo ciclistico, andate “dietro alla catena” e girate le gambe con naturalezza, evitando di spingere troppo forte (azionando anche il cambio in ragione di ciò trovando il rapporto giusto) ed evitando inizialmente la salita, che impone grossi sforzi muscolari e frequenze più basse.
Fatte le dovute raccomandazioni, ricordatevi di non esagerare all'inizio con le distanze perché le “crisi di fame” e le gambe che si bloccano sono sempre in agguato. Considerato che alle volte le uscite possono durare anche un paio d'ore, se non tre se non anche tutta la giornata, per non rimanere a corto di energie portatevi da mangiare cose facilmente digeribili. Se non altro rispetto alla corsa a piedi si riesce a masticare e poi ingoiare senza problemi (non si sobbalza ma si rimane seduti...).
Detto questo, pedalate e divertitevi!
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Mauro Cugola |