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Venezia il sogno di poeti scrittori e maratoneti
di Paolo Reali, 05/11/2015

Da Goldoni a Casanova, da Herman Hesse a John Ruskin, da Thomas Mann fino a Goethe e a Jean Giono, nessuno ha saputo resistere all’incanto di Venezia. La città lagunare ha impresso il segno del suo fascino unico, misto di vitalità e decadenza, su generazioni di scrittori e illustri viaggiatori.
“Venezia è una città così straordinaria che non è possibile farsene un’idea senza averla vista. Tutte le città del mondo sono più o meno simili fra loro: Venezia non è simile ad alcun’altra”. A ricordarlo nelle sue Memorie è uno dei figli prediletti della città lagunare, quel Carlo Goldoni (1707-1793) noto ai più per l’arte della commedia.

Per vedere il video di Paolo clicca QUI

La mattina siamo in sette alla stazione di Mestre, incontriamo altri Orange e via con le fotografie di rito; si parte con l’autobus, ed dopo 45 minuti eccoci a Stra. Scesi dal mezzo di trasporto, seguiamo la scia umana, tutto è predisposto al meglio, bagni chimici e vespasiani. Un immenso capannone ci attende per gli ultimi preparativi.
Seguiamo quel cordone umano che ci conduce alla partenza, al cospetto del frontale d’ingresso di Villa Pisani, la più grande villa veneta della Riviera del Brenta, famosa per aver ospitato Napoleone. Nel 1934 qui avvenne il primo funesto incontro ufficiale tra Mussolini e Hitler. Si intravede tra le grate l’immenso parco basato sull'incrocio di assi ottici. In fondo, le scuderie per i cavalli, create come finta facciata, palcoscenico dove Carlo Goldoni inscenava le sue commedie.

L’attesa è entusiasmante si susseguono musiche discorsi delle varie autorità presenti per poi finire con l'inno italiano che precede lo start, cantato da gran parte dei presenti podisti. Il percorso punteggiato dalle ville Pisani, Widmann, Foscari, Gradenigo, Giovanelli sino alla Malcontenta si snoda lungo il fiume. Indimenticabile al 5° km a partire da Dolo la fiumana umana festante; seguono poi iesso d’Artico, Mira, Oriago, Malcontenta. Presenti almeno otto complessi musicali di vario genere con i loro stili diversi.
Verso il ventesimo chilometro, abbandoniamo la compagnia del Brenta, e inizia la parte meno bella della percorso si attraversa la zona industriale di Marghera con le sue raffinerie e Mestre. Il Parco San Giuliano ci accompagna dal 29° al 32°, con i profondi, sconfinati orizzonti, il ponte, sulla rotonda prossima al passante di Mestre, con i suoi bracci tiranti, protesi all’infinito.

Molti sono già fuori di testa ma malgrado la fatica, ci si rende conto di essere totalmente piccoli rispetto a cotanto imponente scenario. Verso la fine di questo percorso dopo un tratto tortuoso, se pur bello, si intravedono le due colonne: inizia il ponte della Libertà e si annusa il profumo della laguna; sono gli ultimi sofferti 5 chilometri, Venezia è là con i suoi immensi transatlantici che ne deturpano la sagoma.
Si arriva a Tronchetto, rampa verso Piazzale Roma, ci si inoltra in Marittima, Giudecca, San Basilio, le Zattere, Punta della Dogana, si attraversa il meraviglioso ponte di barche sul Canal Grande che beccheggia e si arcua al nostro passaggio qui i piedi calpestano il legno sospeso sulla laguna e sbattono come la chiglia di una gondola sulle onde sono, i tre magici km più belli del mondo non si sa dove guardare, filmare, fotografare.

Centinaia sono i turisti, i piccioni volano via, il Palazzo Ducale fa da splendido sipario a quest’ultimissima parte del percorso: a destra lo splendore della laguna mentre a sinistra il muro di folla che ci incoraggia e quasi ci spinge nel percorrere l’ultimo chilometro.
Il sospirato traguardo dei 42 chilometri e 195 metri arriva sulla riva dei Sette Martiri dove è attraccata la filante nave scuola Palinuro; ci accoglie il suono della sirena di una nave da crociera che saluta il passaggio degli atleti. L’emozione è tanta e grande è la soddisfazione di avercela fatta; la soddisfazione che deriva dal raggiungimento di un risultato ottenuto con grande fatica e sofferenza.




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