Dedicato all'amico Bruno. di Giuseppe Coccia, 27/12/2009
Foto di gruppo della Podistica anni '90 In questi otto anni passati insieme quante volte vi ho esternato attraverso articoli e commenti tutte le mie emozioni per i bei risultati ottenuti in campo podistico e per i bei traguardi conquistati in campo solidale e umanitario.
Quanti articoli mi avete inviato per raccontarmi le vostre sensazioni, la vostra grande gioia di appartenere al nostro gruppo e quante volte ci siamo emozionati insieme, abbiamo scherzato, gioito, ci siamo abbracciati e anche commossi.
Oggi purtroppo, con le lacrime agli occhi che mi accompagnano da quando una telefonata dell’amico Checco mi ha informato dell’accaduto, con tutta la mia tristezza di amico oltre che di presidente, debbo darvi una brutta notizia.
Qualche tempo fa scrivevo, tra l’altro, del nostro amico Bruno Scifoni, che molti hanno conosciuto, e lo incitavo a vincere la sua gara contro la malattia, a tagliare il traguardo più importante della sua vita, a lottare per superare quel maledetto muro, di speranza e di voglia di vincere ne aveva tanta e tanto ha lottato per superare quel traguardo, ma alla fine Bruno non ce l’ha fatta e oggi purtroppo sono qui a parlavi di un amico che non c’è più, di un orange che dopo un lungo periodo di sofferenza ci ha lasciato, ed ha lasciato nel cuore dei tanti amici che aveva, maggiormente tiburtini, un vuoto incolmabile.
Aveva conosciuto il podismo e la Podistica Solidarietà diversi anni fa e se ne era subito innamorato, si era innamorato della sua squadra, di tutti gli amici Tiburtini frequentatori della Via di Pomata, di tutte le emozioni, di tutte le fatiche che il podismo ti da, si era innamorato della strada che tra due file di oliveti si inerpica fino al paese di S. Gregorio da Sassola e quello era il suo campo di allenamento, pioggia, freddo, caldo niente riuscivano a fermarlo.
Il suo sogno era quello di andare a New York per disputare la maratona, il sogno di tutti i podisti o quasi, me ne parlava spesso, ma il sogno non si è potuto realizzare, era innamorato della Speata e ne aveva corse diverse edizioni, Bruno ha corso la sua ultima gara a Tagliacozzo il 9 settembre del 2007 ma ora da lassù ci farà compagnia e ci seguirà in tante altre gare e rimarrà sempre nei cuori di chi lo ha conosciuto come una persona buona, sincera, discreta e come un forte atleta.
A Tivoli sono in molti a ricordare l’amico di tante gare e di tanti allenamenti, con il suo sorriso accattivante, il suo parlare sereno, tutti ricordano il suo passo leggero e veloce con il quale percorreva infiniti chilometri, la sua discrezione, la sua grande umanità, la sua grande forza creativa.
Purtroppo Bruno ci ha lasciato, ha corso la sua ultima gara, poco fa sono stato a dargli l’ultimo saluto, porterà con se le scarpe da footing, la nostra tshirt bleu e i pantaloncini che gli avevo regalato con l’augurio di poterli indossare ancora.
Non vado oltre, le parole servono a poco, l’amico Bruno non c’è più, ma lo ricorderemo nelle nostre corse future.
Un pensiero mio e di tutti voi amici va alla famiglia.
Ciao Bruno resterai sempre con noi, con i tuoi amici della Podistica Solidarietà e correrai insieme a noi a Pomata e tutti gli orange che correranno la Maratona di New York la correranno anche un po’ per te.
Pino Coccia
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Salve,
sono Stefano Scifoni nipote di Bruno...di "Zio Bruno".
Volevo ringraziarvi con tutto il cuore per il vostro pensiero nei confronti di quella gran bella persona, di quell'atleta, che mi ha insegnato e trasmesso lo sport in quanto sofferenza alla ricerca della soddisfazione, la corsa, la maratona e quei 42 km in quanto spirito di essere.
Sapete io sono un alpinista, amo la montagna, arrampico e scalo tutto ciò che è verticale, so benissimo cosa significa la parola fatica e ancor più so che cosa si prova nell'essere appagati, ma credetemi, aver corso insieme a lui, oggi mi da una gioia non paragonabile con tutto ciò.
Mi auguro che di lui vi rimanga impressa l'ironia e la sua voglia di partecipare per vincere.
Grazie ancora, un sincero augurio di Buon Anno a tutti voi da "il suo campione"...così mi chiamava!
Stefano Scifoni
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