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Marcia trionfale alla Maratona delle Terre Verdiane
di Paolo Reali, 25/02/2015

Paolo, Lisa e Tommaso

Paolo, Lisa e Tommaso

Dopo quasi sei ore di viaggio, Salsomaggiore ci accoglie in maniera a dir poco spettrale: una città avvolta nella nebbia, neve ghiacciata ai bordi delle strade, un freddo e umido che penetra nella ossa abituate a ben altro clima e la pioggia incessante che ci accompagna sin da Livorno.
Anche all’indomani la giornata non promette niente di buono, pioggia e freddo, temperatura di 3-4 gradi e 42 km da superare, tutti gli ingredienti per collaudare il proprio stato psicologico al cospetto della summa del trail: il Monte Bianco.
Il Palazzo dei Congressi è il punto di distribuzione dei pettorali, una costruzione stile Liberty come gran parte delle costruzioni della cittadina e qui puntuali alle ore 19 viene distribuito il “rancio” vario ed abbondante, dopodiché, tempo mezzora e già tutto è terminato secondo le usanze nordiche e non ci rimane quindi che recarci in albergo.



La mattina abbiamo tutto il tempo per prepararci, il solito rituale, controlliamo più volte tutto quello che serve e ci incamminiamo alla consegna del bagaglio, del mio gruppo siamo in due io e Tommaso Corsi, ma in compagnia di tante persone che condividono la nostra stessa passione e che cariche e motivate si apprestano a raggiungere il proprio traguardo.
Al cancello di partenza incontro amici di vecchia data, e lì ci attende Lisa Magnago, la pace-maker di Roma, che ci spronerà per raggiungere il traguardo delle quattro ore, obiettivo che dubito di raggiungere, ma almeno è un bel punto di riferimento.
Oggi il programma si sviluppa su diversi fronti, 10 km, 21 km, 30 km e maratona. Tempo per salutarci anche con gli altri, scattare qualche foto e selfie, e via si parte. È la solita atmosfera festante, le gambe girano bene e dopo la Maratona di Napoli la scorsa domenica ciò mi appaga un pò, i km passano e il freddo sembra sempre più intenso, il sudore gela e mi rendo conto che gli indumenti con cui mi son coperto sono insufficienti.

Riescono a distrarmi dal pensiero del principio di congelamento alle mani e dal vento gelido proveniente dai Balcani, i continui attraversamenti di città come Fidenza, Fontanellato, Soragna e delle loro piacevoli frazioni con i loro castelli, palazzi signorili dove, nonostante le avverse condizioni meteo ci accolgono dei bambini festanti.
Un po' di stanchezza si sente, ma basta agganciarsi ad un gruppo allegro e mascherato da carnevale, che da quelle parti si festeggia, e tutto passa. L’orgoglio, la forza, la determinazione emergono e forse un po' di attitudine alla sofferenza aiutano a superare disagi continui.

Ma la prima vera perla della gara è la Rocca di Soragna, edificata nel 1385 dai marchesi Bonifacio ed Antonio Lupi che nel 1347 avevano avuto da Carlo IV l'investitura feudale sul territorio, un piacevole e comodo palazzo, una sfarzosa residenza principesca, ricca di innumerevoli opere d'arte e di inestimabili testimonianze del passato, in cui entriamo attraversando i suoi saloni dalle volte affrescate solcando un lungo tappeto rosso.
Gli ultimi km sono allietati dalla musica di Giuseppe Verdi. Lungo la strada infatti hanno piazzato degli altoparlanti che diffondono musiche lontane, grande è l'emozione al passaggio a Roncole dinanzi la casa-osteria del figlio migliore della cittadina e non solo di quella e via verso il traguardo situato a Busseto dinanzi la statua del Maestro.
Il risultato cronometrico per me buono; è stato forse merito anche degli accompagnamenti musicali, e del clima generato dai luoghi verdiani a far girare di più le gambe? Un ringraziamento va a tutti i volontari-alpini che si sono prodigati lungo il percorso resistendo al freddo e alla pioggia.


La medaglia dei finishers

La medaglia dei finishers



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