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Un viaggio oltreoceano… in un caldo pomeriggio di quasi estate
di Patrizia De Castro, 07/06/2010

abbraccio virtuale, fotomontaggio creativo

abbraccio virtuale, fotomontaggio creativo

Odore di polvere e vento, voci di bimbi che giocano a rincorrersi… in questa ora da siesta i muri bianchi delle case riflettono ed irradiano la luce calda di questo pomeriggio “speciale”.
I murales colorati della scuola verso la quale mi sto recando si stagliano all’orizzonte.
Il volto di Joào Teixeira de Carvalho (Responsabile ACORP di Sào Josè Do Goiabal per le adozioni a distanza) mi sorride rassicurante… alle sue spalle un nugolo di bimbi curiosi mi osservano.
Mi tremano un po’ le gambe mentre ripeto tra me e me le poche parole che ho cercato di memorizzare per non farmi trovare impreparata e muta dall’emozione.
Joào non parla italiano ma si sa far capire bene con gesti accompagnati dal suono di parole armoniose come solo il brasiliano sa essere. I miei cinquant’anni mi stanno un po’ larghi mentre mi sento una bimba che vorrebbe nascondersi dietro il proprio banco.
Che faccia faranno? Le deluderò? Forse si aspettano una mamma, mentre io mi sento più una compagna di giochi… mi sorrideranno subito o aspetteranno che io faccia la prima mossa?

Mentre entro nel cortile ho un solo pensiero: “ma chi me l’ha fatto fare?” Lo stesso che normalmente ho quando corro con Salvatore a due metri da me, in versione carota, che mi incita: “dai che gliela fai!” ed io senza fiato riesco a sbiascicare un “Salvatò! Vaffa…” E lui: ”vedi che ce l’hai il fiato?”

Ed ecco che all’improvviso le vedo… sono l’una accanto all’altra, non parlano e mi osservano appoggiate al muro del cortile… solo 20 metri mi separano da loro ma mi sembrano 20 km … riesco a cancellare ogni vaga conoscenza di brasiliano, tutte le parole faticosamente memorizzate … cancellate totalmente, non mi ricordo neanche come si dice “ciao”!

Ho il tempo di osservarle bene.
Vanderleia ha i suoi bermuda di jeans preferiti, quelli con una serie di ricami sulle gambe, (ricami, riccioli, siamo sempre li!) indossa la maglietta di quasi tutte le foto, quella celeste con su disegnata una masseria con un contadino che trasporta una fascina di legna sulle spalle e, vezzo da adolescente non più bimba non ancora donna, una cavigliera di tessuto a tre fasce di colori, azzurro come i jeans, bianco come il disegno e celeste come la maglietta, infradito neri ai piedi.
Mi guarda e non mi guarda, con i capelli legati a coda ha il volto leggermente girato di tre quarti e come sempre non sorride… mi stupirei se lo facesse.

Gli occhioni neri con un bel sorriso carnoso invece sono di Laura, chiamarla bimba, per quanto sia un anno più piccola di Vanderleia, è un po’ improprio… è già una donnina. Bermuda bianchi per lei e maglietta azzurra a righe bianche, sandali color argento e capelli lunghi ricci legati a coda. Mi guarda con quegli occhioni che sembrano fari nella notte e mi sorride decisa ma con educata compostezza. Di Laura mi stupisce sempre la serenità del suo sguardo… figlia di una ragazza madre al momento in carcere per droga, arrestata davanti alla bimba separata dalla madre dalla polizia e mandata a vivere momentaneamente da alcuni zii, dovrebbe essere scontrosa, un po’ “incacchiata” con il mondo e ne avrebbe ben donde… e invece è quasi la più serena, di certo la più “adulta”… lo si vede dallo sguardo presente, dai modi garbati di chi ha dovuto accettare subito le “regole” della vita e riesce a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno.

Rita si! è proprio una bimba, ed i suoi 10 anni gliene danno ragione… codini corti incorniciano il volto smorfioso, occhioni neri anche qui, con il sorriso di chi aspetta un tuo cenno per tuffarti le braccia intorno al collo. Pantaloncini rosa per lei, marchiati su una gamba da un bel Mickey Mouse ed una maglietta viola con un collo ricercato ed una scritta eloquente: “It’s all about me” (tutto su di me). Infradito dorati ai piedi ed una collanina a due giri al collo.

Chiedo a Joào di farsi da parte e non presentarmele… abbiamo già capito vicendevolmente chi siamo, e questo “rendez-vous” è tutto nostro.

Chi parlerà per prima?

L’adulta sono io… cerco di ricordarmelo…

Faccio l’ultimo passo da sola verso di loro… tipo mezzogiorno di fuoco, ma senza pistole, armo invece un bel sorriso e invoco il pensiero di “Tita” (la mia traduttrice personale di letterine brasiliane) per ricordarmi qualcosa di sensato da dire nel mio stentato brasiliano…
Mi fermo, sono davanti a loro che un po’ si agitano… ma non osano… Rita è irrequieta, lo vedo, vorrebbe saltellarmi incontro… Laura è li pronta con la mano allungata per stringermela e presentarsi… Vanderleia fa finta di niente ma lo vedo che freme… quel cognome in comune la fa sentire “speciale”…
Mi appello mentalmente a Tita… “com’era quella frase tanto carina che mi hai insegnato per salutarle?”, poi ricordo quello che mi ha detto augurandomi buon viaggio: «Fai quello che senti!… chi se ne frega in che lingua lo fai!» e…
…cado ginocchioni a terra … allargo le braccia il più possibile per contenerle tutte e tre e rido forte con un grosso «Olá! meninas!» che mi esce dalla bocca senza neanche accorgermene… e me le ritrovo tutte e tre addosso in un groviglio di baci e abbracci… sento il loro calore e la loro gioia… il resto che importa?

«Allacciati la cintura!»…
…come … «Allacciati la cintura?»… chi me lo sta dicendo?

All’improvviso sono seduta e qualcuno alla mia sinistra mi sgomita sul braccio… mi giro ed è Marco (mio marito), mi guarda e ride dicendomi: «Buongiorno! Dormito bene? Allacciati la cintura che stiamo finalmente partendo!».
Un’ora di ritardo in partenza… fermi già dentro l’aereo per Pantelleria a causa di un atterraggio di emergenza di un altro aereo che ha bloccato il nostro decollo… ed io che avevo portato con me la busta recapitatami da Antonio de Carvalho presidente dell’ACORP con una letterina di Vanderleia e tre belle foto aggiornate delle “mie” tre bimbe…
…me le ritrovo in mano…
…invece di limitarmi ad osservarle … ci sono entrata dentro… ed ero già li!

«Sabe de uma coisa» - scrive Vanderleia - «esquecer de você è uma missão impossível…» (Sai una cosa? Dimenticarmi di voi è una missione impossibile!)

«Um Venderleia, è a verdade!» (Si, Vanderleia è vero!)… ma questo è un altro articolo…




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