La Speranza di una Vita Migliore. di Roberto Coccia, 16/07/2008La Podistica Solidarietà ha offerto un aiuto al piccolo Alessio con una donazione di 200 euro nella speranza di una vita migliore.
Alessio
Io non posso giocare a palla, io non posso correre con i miei amici, io non posso andare in bici... . Io ho un grande sogno... . Riuscire a sostenermi con le mie gambe... .
Tutto è iniziato quando ero ancora nel pancione della mia mamma.
Le cose sembravano andare benone, finché all’ottavo mese di gravidanza, mi è stato diagnosticato un ingrossamento della vena cava. La mia mamma, allarmata dalla scoperta, si è sottoposta a dei controlli molto approfonditi da cui non è emerso nulla di preoccupante: la mia nascita sarebbe avvenuta in modo regolare, senza problemi, tutto sarebbe andato a posto e non sarebbe stato necessario prendere particolari precauzioni durante il parto.
Purtroppo le cose non sono andate così bene. Il parto è stato molto difficile ed io e la mia mamma abbiamo sofferto molto, per me è stato necessario andare in camera di rianimazione………………
Attualmente sono in cura nel centro di neuroriabilitazione dell’Ospedale Bambino Gesù e presso l’ospedale "G. Gaslini" di Genova, dove mi reco ogni due mesi per i normali controlli e dove mi somministrano dolorosissime inoculazione di tossina botulinica.
Ora ho 5 anni e mezzo e riesco a stare seduto senza scivolare, ho imparato a muovermi strisciando a terra e a scendere da solo dal divano, riesco a mettermi e restare in ginocchio, ho raggiunto una certa autonomia nell’uso delle mani. Devo molto al nuoto, che ho praticato con assiduità, con l’aiuto di terapisti e anche all’ippoterapia… e bene sì, mi sono “dato all’ippica”….un’altra speranza per avere ancora piccoli miglioramenti. Malgrado tutto questo impegno, purtroppo, sono molto lontano dal riuscire a mettermi in piedi.
A marzo di quest’anno si è aperta per me una grande speranza. I miei genitori sono venuti a conoscenza di un medico che negli Stati Uniti pratica degli interventi che hanno avuto effetti molto positivi su dei bambini affetti dalla mia stessa malattia.
Sono andato a conoscere questo medico, che si chiama Allan Strongwater, in un centro specialistico italiano, dove si reca un paio di volte all’anno. Mi ha visitato a fondo e ha detto ai miei genitori che un’operazione, seguita da intense terapie riabilitative, mi consentirebbero di migliore di molto la qualità della mia vita: riuscirei a camminare almeno con il supporto di stampelle, cosa che al momento mi risulta impossibile e inimmaginabile.
Purtroppo l’operazione è molto molto costosa anche perché dovrò recarmi presso il New York University Medical Center, dove questo medico lavora. Dovrò rimanere negli Stati Uniti per almeno 4 mesi e tornarvi per alcuni anni successivi a ripetere i trattamenti.
Per me, questo è l’inizio di un sogno…..aiutatemi a realizzarlo.
Il vostro amico Alessio
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Il fine dell'associazione è quello di aiutare il piccolo Alessio ed i suoi genitori nel sostenere le spese delle costosissime cure riabilitative cui il bambino si dovrà sottoporre in America dove, nei mesi scorsi, ha anche affrontato un delicatissimo e costosissimo intervento.
Dal Messaggero - 16 luglio 2008
Alessio, il bambino di 11 mesi con il cervello paralizzato potrà essere curato in America grazie a Kerry Kennedy.
A chiedere l'aiuto per il piccolo è stato il vicesindaco di Roma Mauro Cutrufo che ieri insieme al sindaco Gianni Alemanno ha incontrato Kerry Kennedy in Campidoglio. «Cara Kerry - ha detto il vicesindaco alla figlia di Bob Kennedy - ti affido la storia di un bambino che per impossibilità legislativa non può essere curato in Italia e dovrà per questo andare negli Stati Uniti, ti chiedo di seguire la sua vicenda, che ha commosso il Paese».
«Alessio non sta seduto dice la madre- non porta le manine alla bocca e non afferra gli oggetti, fa fisioterapia da quando aveva 25 giorni. Nei primi tre anni di vita ci sono buone possibilità affinché le cellule cerebrali si riproducano e che avvengano grandi miglioramenti. In America esistono cure specifiche, ma sono terapie costosissime: per sole quattro settimane di cure occorrono almeno 10 mila euro. Sono cifre che io e mio marito non possiamo permetterci. Siamo dipendenti Alitalia, assistenti di volo, e a prescindere dal momento che sta attraversando la nostra compagnia, il nostro è un lavoro a cottimo, più voli e più guadagni, ed in questo momento è impossibile per noi stare lontano dal piccolo. Qualsiasi aiuto sarà un grande regalo per noi. Il centro dove vorrei portare Alessio è a Miami in Florida». Ora per Alessio e i suoi genitori si sta avverando il sogno americano grazie ai Kennedy.
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Roberto Coccia |