Cosa manca? Viaggio intorno a una spedizione postale. di Patrizia De Castro, 05/07/2010
Il momento della consegna dei pacchi a Sào Josè Do Goiabal (fotomontaggio creativo)
«Mi scusi, tra quanto arriveranno a destinazione?»
«Calcoli più o meno un mese… forse qualcosa di più, visto che “Sào Josè Do Goiabal” è un piccolo centro del Brasile»
Ringrazio e saluto l’impiegato delle Poste che prende in consegna i miei preziosissimi pacchi. “Preziosissimi” perché ci ho messo più o meno due mesi per completarli e decidere che era giunto il momento di spedirli. Una scatola decorata con orsetti multicolore per Laura e una scatola con coccinelle rosse a pallini neri per Vanderleia…
…le ho tenute aperte sul tavolo grande del mio studio a lungo… non perché non avessi il tempo di completarle (anche) ma perché ogni volta che provavo a chiuderle mi sembrava che mancasse qualcosa…
Quando ho detto a Pino (il nostro amato Presidente) che volevo iniziare ad avere un “contatto diretto” con le “mie” bimbe, vista la tenacia con cui continuano a scrivere e a dedicarci belle parole… lui mi ha risposto come fa in genere quando ho qualche idea: «Hai carta bianca!»
Volevo innanzitutto mandar loro abbigliamento di squadra, per farle sentire “Orange”… ma le magliette e le bandane prese in sede mi sembravano poca cosa… e allora eccomi con la “domanda tormentone” con cui ho afflitto clienti e amici per più di un mese: “Cosa posso mandare a delle bimbe che vivono in una realtà povera che faccia loro piacere ma rispettando la loro realtà, quindi senza esagerare e rientrando nei cinque chili di peso totali per non oltrepassare una spesa postale che ho deciso essere solo mia?”
Volevo si, mandare cose utili, ma anche “alimentare” la loro “vanità” femminile…
Ha inizio così un “viaggio” nei bazar del mio quartiere, l’Esquilino, ricco di culture e tradizioni. Un quartiere in cui puoi uscire da casa una domenica mattina e ti ritrovi in mezzo a un corteo arancione (e non siamo noi Orange!) di una qualche celebrazione indiana sconosciuta… oppure …ti passa accanto un Buddha dorato su una lettiga ed il suo corteo vociante dietro… o …ti ritrovi nel bel mezzo di una danza pachistana accompagnata da strumenti musicali belli quanto ignoti... o ancora …passi accanto ad un gruppo di coreani che intorno al maestro riproducono delle figurazioni rallentate, mimi del karate…
Insomma puoi uscire una domenica mattina da casa… e non sai in che continente sei! C’è un libro che adoro che rende bene il senso di questo quartiere multietnico: “Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio” di Lakhous Amara.
Le scatole man mano si riempiono… e in contemporanea mi pongo il “problema” di “cosa” scrivere loro…
Ogni volta che le mie dita cercano la tastiera del Notebook… rimangono inesorabilmente a mezz’aria… in sospeso tra l’emozione di scrivere e la frustrazione del non saper “cosa” scrivere loro…
Entrare nella testa di bimbe povere di un continente sconosciuto… non è facile… so bene che non posso rapportarmi a loro come a bimbe occidentali che hanno tutto o quasi… non voglio scrivere cose che possano erroneamente farle sentire “diverse”… vorrei riuscire a trasmettergli il “calore” di un abbraccio… il “colore” di un sorriso… il “suono” di una risata…
…ma … ogni volta… le dita rimangono a mezz’aria… e la frustrazione incombe.
Prendo tempo e mi lascio tempo… so per “esperienza” che poi qualcosa dentro me “si muove” e la lampadina si accende!
… e si accende infatti, nel momento esatto in cui, cercando una foto da “fumettare” per l’avviso di una gara, mi capita un’immagine di Dario Gabrielli che prestandosi al mio obiettivo mi fa una linguaccia…
Eureka! Ecco l’idea! Creare dei fumetti con tanto di nuvolette in cui tutta la squadra (o quasi) possa salutarle e farle sorridere!
Mi metto al “lavoro”… cercare foto “spiritose” a cui dare l’effetto fumetto con tanto di nuvoletta e frase in brasiliano… e alla fine “partorisco” due libretti di 12 pagine ciascuno, con smorfiacce e saluti Orange!
Ma la seconda pagina la lascio vuota… voglio scrivere comunque qualcosa per presentarmi alle bimbe e dare loro il benvenuto iniziando così, spero, un carteggio epistolare…
Tita (la mia favolosa traduttrice personale) “allertata”, attende… le dita vanno a mezz’aria sul notebook e… decido per una traccia unica con poche cose semplici… e la personalizzo per ogni bimba…
«Ciao Vanderleia,
mi chiamo Patrizia De Castro, ma per gli amici sono “Pat”, e faccio parte della “Podistica Solidarietà”. Ho un cognome simile al tuo... quindi siamo quasi “parenti”... non credi? Scherzi a parte... ti scrivo a nome di tutta la squadra per dirti quanto siamo contenti di aiutarti.
Io sono la fotografa della “Podistica Solidarietà” e oltre che a correre, faccio le foto ai miei compagni di squadra.
Perché tu ci possa conoscere meglio ho creato questo libro/fumetto in cui alcuni di noi ti hanno voluto salutare e dirti quanto tu sei importante per noi!
Ci fa molto piacere ricevere le tue letterine e sapere che stai bene e sei contenta e abbiamo deciso di scriverti (sarò io a farlo) per raccontarti un po' di noi e sapere un po' di te!
Raccontami della tua famiglia... hai fratelli? sorelle? come si chiamano tuo papà e tua mamma? Ed il tuo nuovo cane? che nome gli hai dato? Quali sono i colori che ti piacciono di più? Raccontami qualsiasi cosa e chiedimi qualsiasi cosa... mi farà molto piacere leggerti e rispondere alle tue curiosità!
Noi della “Podistica Solidarietà” siamo una squadra numerosa composta da gente di tutte le età che corre per poter aiutare bambine come te a crescere serene, perché grazie ai premi che vinciamo riusciamo ad aiutare chi ha bisogno...
Con Antonio de Carvalho abbiamo al momento adottate tre bimbe tutte più o meno della tua età! e scriverò con enorme piacere ad ognuna di voi!
Sono molto felice di ciò e ogni sorriso che mi regalerai per me sarà una gioia, se tu sarai felice lo sarò anch’io!
Ti abbraccio forte forte!
tua
Pat»
«Ciao Laura,
mi chiamo Patrizia De Castro, ma per gli amici sono “Pat”, sono la fotografa della “Podistica Solidarietà” e oltre che a correre, faccio le foto ai miei compagni di squadra.
Ti scrivo a nome di tutti per dirti quanto siamo contenti di averti adottata! Ci fa molto piacere ricevere le tue letterine, sei una bimba dolcissima e siamo molto contenti di poterti aiutare!
Ho creato questo libro/fumetto per farti conoscere a poco a poco le nostre facce e per farti arrivare i saluti di tutti e dirti quanto sei importante per noi!
Raccontami di te! Ti piace disegnare? Quali sono i colori che ti piacciono di più? Che cosa ti piace studiare? Quale sono i tuoi giochi preferiti? Mi farà molto piacere ricevere e rispondere alle tue letterine... sei hai curiosità su di noi chiedi pure, ti risponderò volentieri!
La “Podistica Solidarietà” è una squadra composta da gente di tutte le età che corre per poter aiutare bambine come te, perché grazie ai premi che vinciamo riusciamo ad aiutare chi ha bisogno...
Con Antonio de Carvalho abbiamo adottato altre due bimbe oltre te e scriverò con enorme piacere ad ognuna di voi! Sarò molto felice di mandarti altre nostre foto e attendo con ansia qualche foto tua per poterti vedere crescere e sorridere!
Ti bacio e ti abbraccio forte!
tua
Pat»
Le mando a Tita insieme ai due “fumettoni” da tradurre e attendo…
…ma il suo commento non si fa attendere:
«ma che bella idea!!! ne voglio una copia anch'io!!! sono pieni di amore, coccole, cose belle in se... Se fossero per me credo che mi metterei a piangere!!»
Sempre “troppo” partecipe della mia emotività Tita… è un privilegio che spenda il suo tempo gratuitamente con me…
E mentre Tita traduce cercando sempre “…l’aggettivo giusto che renda emotivamente le tue parole”… io guardo la scatola e cerco di capire cosa manca ancora… perché manca ancora qualcosa… qualcosa di “personale” ma “comune” che le faccia sentire quasi “privilegiate”… che sia qualcosa di bello ma di un valore non eccessivo… e la trovo…
…una collanina con per ciondolo un bel cuore puntellato di cristalli Swarovski… il cuore è amore… il cuore è il nostro logo… ne prendo due uguali …
Arriva la traduzione di Tita, stampo e rilego il “fumettone” e mi accingo a chiudere le scatole… ma… non ci riesco! Cosa manca ancora? Ci sono cose utili e cose simpatiche, c’è l’affetto e l’allegria… Cosa manca?
Tamburello con le dita sul tavolo e lo sguardo mi cade sugli occhioni teneri della coccinella di peluche che è appollaiata sul mio plotter… ogni strumentazione in questo studio è in compagnia di un peluche… come ho fatto a non pensarci prima?
Manca la tenerezza!!!
Mi fiondo in un negozio di giocattoli e una scimmietta mi bussa sulla spalla e mi dice che lei è per Vanderleia, mentre un orsetto mi corre incontro per Laura! Bene! Ce l’ho fatta! Stampo le etichette con gli indirizzi e vado in posta!
Quando l’impiegato delle Poste, che prende in consegna i miei “preziosissimi” pacchi, si volta per deporli in un carrello e scompare nel retro… mi dico: “è andata!”
…ma allora …perché mi sento terribilmente in colpa?
… perché al momento della spedizione abbiamo adottato da una settimana anche Rita e il pacco per lei non c’è!
Non volevo far aspettare Vanderleia e Laura ancora un mese per fare anche il pacco di Rita… ma non voglio che Rita si senta “esclusa”…
… esco dalle Poste e mi ri-infilo nei bazar del mio quartiere…
Rita porta pazienza arriverà anche per te… questa volta ho “più esperienza” ci metterò meno tempo…
…ma questo, al solito, è un altro articolo…
Questi i "Fumettoni" inviati a Vanderleia e Laura.
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Patrizia De Castro
Vanderleia e Laura |