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Runners e Solidarietà
di Paolo Geronimi, 07/08/2010

Scritto da Renato Biagiutti su www.romacorre.it

In ogni allenamento, in ogni gara, in ogni piccola goccia di sudore, mi accorgo di quanto è bello correre.


Le sensazioni che si provano, sono "spinte" che aiutano ad apprezzare ogni momento bello della vita e ad affrontarne alcuni che a volte sono veramente duri da mandare giù.

Credo che ormai molti di voi sappiano del mio impegno nel sociale, per aiutare (o almeno provare) i "piccoletti" di un'associazione romana. La casa di Andrea, questo è il nome dell'associazione, si occupa di dare un senso di normalità a piccoli pazienti che quotidianamente, insieme ai loro genitori, affrontano patologie gravissime. Per la maggior parte dei casi sono Leucemie.

Alcuni di loro purtroppo non ce l'hanno fatta, e il dolore che provo nel rivedere i loro volti sorridenti, fa veramente male. Ricordare i loro giochi, le loro "capoccette " rasate, i loro pianti o i loro sorrisi è una sensazione di sconfitta alla quale, per me, è difficile rispondere.

Proprio in questi giorni, il cuoricino di uno di questi bambini, Darko era il suo nome, ha smesso di battere. Darko era un bambino Serbo, di 5 anni, e lui non ha mai smesso di sorridere a chiunque avesse avuto voglia di giocare con lui. Ho sottolineato la parola "serbo", non a caso e voglio ricordare che quelle terre, insieme al Kosovo, sono state martoriate da bombe infami e bastarde, oltre che inutili, che hanno riempito quei corpicini di radiazioni e di indifferenza.

Sicuramente noi del popolo non siamo colpevoli di tutto questo, ma siamo colpevoli, in parte, dell'indifferenza. Quella stessa che continua a ignorare quale sia il problema. Bè, il problema amici miei, è che ognuno di noi dovrebbe guardare dentro la sua anima e capire che i nostri governi sono colpevoli di tutto questo. Noi, nella guerra in Serbia e Kosovo, c'eravamo. Pure quella era una missione di pace? Ritengo sia un DOVERE di ognuno di noi dare una mano a chi deve affrontare questa vita nella sofferenza e nella solitudine. Perché, vedete amici miei, la ruota gira e vi posso assicurare che affrontare un disagio da soli, porta a diventare tristi e abulici. Oggi la scienza chiama questa cosa "depressione" ed è il male del secolo.

Il bisogno di aiuto di questi piccoli esserini e delle piccole associazioni nate per dare una mano, sta diventando ormai cronico e si va avanti con piccole donazioni.
Chiedo scusa per questa lunghissima ma doverosa prefazione, e vengo al punto che richiama il titolo di questo scritto.

Tempo fa, eravamo a gennaio del 2010, ho avuto l'idea di organizzare per il 2 giugno scorso, facendo parte di quel meravoglioso (?????) mondo dei podisti, una corsa non competitiva, che avrebbe portato visibilità alla sofferenza della "casa" e ovviamente un po’ di soldi, ad una situazione, a volte imbarazzante. Ero sicuro del successo, mi sarei aspettato un boom senza precedenti, un riscontro di cui si sarebbe parlato negli anni.

Ci siamo messi al lavoro insieme alle mie "vittime" preferite, della squadra di cui sono orgoglioso di partecipare: Amatori Castelfusano di Ostia. insieme a loro e a pochi altri amici, abbiamo lavorato con entusiasmo e cuore  a questo progetto. Il giorno è arrivato. Grande e commovente l'entusiasmo messo dai pochi che c'erano. In me solo tristezza. "Dove erano gli altri?". Ma è chiaro, erano a rastrellare, i-pod, pacchi gara e "titoli olimpici" nelle grandi manifestazioni organizzate a Ostia e dintorni.

Qualcuno dirà: ognuno è libero di partecipare dove e quando vuole. Sono d’accordo fino ad un certo punto. anzi non sono d’accordo affatto. Quando si ha l'occasione per essere migliori di quello che siamo, non deve esserci scelta. Leggo su fb (di cui sono un affezionato) belle parole e commoventi link. E poi? Poi il nulla. Solo inutili parole.

Sicuramente ho avuto modo di toccare con mano il cuore generoso di tanti organizzatori di gare podistiche, anche se nutro dei seri dubbi sul reale fine di alcune di queste gare di "solidarietà”. Mma questo è un'altro discorso, che spero di affrontare prossimamente.

Vada comunque il mio affetto e il mio abbraccio a chi si è profuso negli anni ad organizzare o ad essere presente negli eventi seri. Ricordo tra gli altri la Podistica Solidarietà di Pino Coccia e del mio amico Paolo Geronimi e altri di cui non so il nome.
Ma sempre poco è.


Ogni santa domenica, si corrono soltanto nel Lazio decine di gare. Basterebbe che ognuna di queste donasse qualcosa, quello che si vuole, per dare una sicurezza a chi ne ha, credetemi, infinito bisogno.
Vi assicuro amici che sono tanti ad avere questa esigenza. Più di quanto si creda.
Vale la pena rinunciare ad un I-pod, o a qualche pacco gara?

Decidete voi.
Con affetto e stima (ma mica per tutti)

Renato Biagiutti

P.S. ringrazio i miei amici della Amatori Castelfusano, i volontari della casa di Andrea, quelli della 180 che c'erano, Romacorre.

E ringrazio pure quelli che non c'erano, per averci fatto capire che noi siamo migliori di loro
.
BUONACORSA A TUTTI


Renato Biagiutti

Renato Biagiutti



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