La Corsa..... di Alberto Pietromarchi, 21/12/2008Cari orange,
Finalmente ho fatto LA CORSA ... qualcosa che sicuramente vale la pena raccontare.
So che non sarò breve ... perché tutto cominica il 3 dicembre del 2006 di mattina prestissimo; avevo portato il mio Ettore di 6 mesi a Villa Pamphili dove mi raggiunge una telefonata disperata, era morto un mio compagno di classe delle medie. Lo avevo perso di vista, come spesso succede quando la vita ti divide ... lui sposato prestissimo ed io scapolo fino ai 38.
Luca (il mio amico) muore dopo 2 anni di atroce sofferenza e 19 cicli di chemio lasciando 3 bambini.
Succede qualcosa: noi suoi compagni di classe non capiamo molte cose ... perché lo avevamo perso di vista? tutti noi gli volevamo bene ma ... aveva sofferto, senza che nessuno di noi gli fosse stato vicino. Devo dire che è stato un po' scioccante per noi tutti.
Un anno dopo la sua morte, il gruppo più stretto dei suoi amici decide di fare qualcosa non solo per ricordarlo ma anche per stare insieme, e quindi estendiamo l'idea agli altri compagni di classe ed agli altri suoi amici. Non è facile mettere d'accordo tutti e concretizzare le nostre aspirazioni. A metterci tutti d'accordo come spesso avviene un incontro per me provvidienziale. Mia moglie mi presenta Marcone il fratello di una sua amica, che insieme a Fulvio e la coppia Stefano e Francesca ci fanno innamorare della loro "missione".
La loro Onlus Friends For Water vedi sito www.friendsforwater.org si occupa
esclusivamente di acqua potabile: fanno pozzi di acqua potabile nel terzo mondo del terzo mondo ... l'africa sub sahariana.
Di loro condividiamo la semplicità delle aspirazioni: non hanno la pretesa di risolvere problemi planetari, non pensano di sconfiggere la fame del mondo, o di trovare il vaccino per HIV; la loro idea è di portare in una piccola comunità qualcosa di semplice e primario.
Ma questo non è tutto, il 100% di quanto raccolgono va in attività umanitarie senza che si perda nulla in dubbie spese di rappresentanza, pubblicità o costi logistici.
Beh il gioco è fatto, troviamo i soldi ed a fine Novembre con Alessandro (un altro compagno di classe) raggiungiamo i 2 "Friends" Fulvio e Stefano in Mali. Loro hanno già costruito un pozzo e ci stanno aspettando per la costruzione del nostro pozzo, il pozzo di Luca.
Il villaggio scelto si chiama Foronidia è a circa 2 ore di macchina (di cui una di pista) dalla capitale Bamako e vi sopravvivono circa 360 persone. Le condizioni sono al limite della sopravvivenza: prima della costruzione del pozzo, l'acqua (non potabile) veniva raccolta in pozzi di superficie di cui il villaggio è provvisto, ma solo per i 3 mesi successivi alla stagione delle piogge, poi quando si asciugavano, le donne andavano a prendere l'acqua dal paese vicino (6 km).
In queste condizioni uno si aspetterebbe un viaggio di sofferenza, dolore e straziante tristezza ... tutt'altro!!! i momenti di gioia, divertimento, scherzi sono stati molto più numerosi dei momenti terribili ... non si riusciva a stare mai soli, vi era sempre un
gruppo di bimbi che ti seguiva e voleva giocare, se ti sedevi c'era sempre qualcuno che ti sedeva vicino e che cercava di comunicare, e tutto sempre con il sorriso sulle labbra.
Una mattina mi sveglio prestissimo (potevano essere le 7) e sono andato a fare una corsetta. Per la prima volta da solo dopo tanti giorni, mi sono lasciato andare e mi sono goduto quello sentivo, gli odori della savana, i rumori delle donne che pestavano il miglio, la luce del mattino, il vento caldo nell'aria fredda, ho visto uomini che andavano a lavorare, sono stato salutato da donne che ... trasportavano l'acqua.
All'inizio avevo paura di perdermi, ma dopo un po' senza accorgermene mi sono distratto e ... mi sono perso, i pensieri volavano mi veniva da piangere e da ridere, pensavo a mia moglie ed a mio figlio in Italia, e poi al pozzo ed a quello che
avremmo potuto fare dopo. Ho pensato alla corsa, allo stile, ho regolato la respirazione, ho guardato il passo sul garmin.
Passando per il villaggio dove le donne andavano a prendere l'acqua, ho incontrato dei bambini che mi hanno accompagnato ridendo e per fortuna che sono riuscito a staccarli presto. Ho incontrato il capo cantiere che con il suo 4X4 stava andando al Foronidia per la giornata di lavoro e non riusciva a credere che rifiutassi un passaggio a villaggio.
Quando poi sono tornato al villaggio Fulvio e Stefano mi hanno preparato una splendida colazione.
Quella Corsa ce l'ho ancora addosso ed io in Mali ci tornerò sicuramente, vi basti sapere che il giorno della nostra partenza, il capo villaggio ci ha fatto chiamare per ringraziarci per l'ultima volta, e ci ha detto "... ci avete portato la vita".
Molte volte prima di oggi ho cominciato a scrivere per condividere con le voi le emozioni di questo sport bellissimo ... avrei voluto raccontarvi dell'acqua presa alla mia prima gara, fino ad arrivare alla meravigliosa avventura di New York.
Sono tutte mail che ho cominciato, corretto, ricorretto, aggiustato, fatte leggere a mia moglie per approvazione, ma poi mai inviate per essere pubblicate, sempre nel dubbio che potessero non interessare, ma poi ha fatto LA CORSA.
alberto pietromarchi
|
Alberto Pietromarchi |