Perù, i ragazzi della Sierra di Redazione Podistica, 07/10/2016 L’AMU ovvero Azione per un Mondo Unito – Onlus è una ONG costituita nel 1986 e si occupa della realizzazione di progetti di cooperazione allo sviluppo e per attività di formazione ed educazione allo sviluppo.
Si ispira alla spiritualità del Movimento dei Focolari e si propone di diffondere una cultura del dialogo e dell’unità tra i popoli. Insieme alle popolazioni coinvolte, si impegna a realizzare attività sostenibili che pongano le premesse per un effettivo sviluppo, nel rispetto della realtà sociale, culturale ed economica locale, e nella prospettiva di uno “sviluppo di comunione”.
L’AMU opera in diversi paesi dell’America Latina, Africa, Asia ed Oceania, con interventi di cooperazione che riguardano, a seconda del contesto, il sostegno alle necessità primarie (casa, alimentazione e salute), lo sviluppo dell’agricoltura e dell'artigianato, la microimprenditoria, l’educazione di base, la formazione professionale, interventi post-emergenza e sviluppo sociale.
Il progetto “Una scuola sulle Ande” nasce da una proposta di don Emeterio, parroco di Bolívar. Da tempo si è reso conto che molti bambini non frequentano la scuola pubblica, sia per le distanze da percorrere, sia per la necessità di molte famiglie di avere a disposizione i figli per lavorare la terra.
Nel 2011 don Emeterio ha dato inizio ad una scuola nei locali della parrocchia. Ha svolto un lavoro capillare, famiglia per famiglia, assicurando che avrebbe dato ai bambini anche un pasto. In seguito, ha dovuto affittare una casa perché le aule parrocchiali non erano sufficienti; in breve tempo, infatti, i bambini sono diventati 80. Obiettivo primario del progetto è proprio quello di assicurare la continuità delle attività scolastiche; per questo sarà costruita una nuova scuola, composta da 11 aule più la segreteria. Comprenderà sia la scuola primaria che quella secondaria e si prevede che sarà frequentata da circa 250 fra bambini e ragazzi.
Terminata la costruzione della scuola di Bolívar, sulle Ande peruviane, proseguono le normali attività scolastiche. In questa fase del progetto, la formazione degli insegnanti è un aspetto fondamentale.
La scuola San Francisco de Asís conta su un gruppo di insegnanti fortemente motivati. Ci vuole coraggio, o incoscienza (o entrambi) per decidere di lavorare in una piccola città nel cuore delle Ande, che si raggiunge dopo interminabili ore di viaggio su strade ricavate a ridosso di strapiombi.
La scelta di garantire accesso all’istruzione a bambini di una “periferia” del mondo è sostenuta, professionalmente parlando, dal fatto che la scuola San Francisco de Asís non persegue un’istruzione qualsiasi ma punta a livelli di eccellenza, con il riconoscimento e il pieno appoggio delle autorità scolastiche.
Ma non è per niente facile insegnare qui. Il contesto storico e sociale della regione fa sì che certi approcci educativi non funzionino. Possono davvero i ragazzi della “sierra” competere con i ragazzi della “costa”?
Durante l’anno si sono succeduti laboratori e incontri di formazione, che hanno riguardato non solo gli insegnanti, ma gli stessi alunni e i loro genitori. È fondamentale infatti che qualsiasi novità si introduca, tutti ne siano consapevoli e possano collaborare attivamente.
"Uno dei laboratori a cui gli insegnanti hanno partecipato", racconta padre Emeterio Castañeda, "ha riguardato la metodologia e le strategie di insegnamento nelle varie materie. Un’équipe molto qualificata di formatori, che includeva alcuni studenti, è venuta da Lima facendo 30 ore di viaggio, un fatto che ha colpito tutti qui a Bolívar.
Dopo un giorno di formazione più generale, gli insegnanti si sono divisi per materie di insegnamento, fino all’elaborazione di un “modello di classe” adatto per il nostro contesto.
Ad esempio, nell’area “storia”, utilizzando pochissimi materiali, il formatore ha incoraggiato gli alunni a sviluppare la loro immaginazione su un periodo storico del Perù e ad interpretarne un personaggio, analizzando poi le diverse possibilità di attualizzarlo ai giorni nostri. In questo modo c’è stato un salto di qualità da un approccio tradizionale e più “ortodosso” ad uno molto più dinamico. In questo modello di classe non c’è un professore che spiega un testo di storia. I ragazzi non prendono appunti, se non alla fine, per fissare alcune idee utili per ulteriori ricerche.
Gli insegnanti della scuola, continua padre Emeterio, si sono trovati pienamente d’accordo sulle strategie di insegnamento apprese durante il corso, anche perché contribuiranno a sradicare la convinzione diffusa che i giovani della sierra non possono essere allo stesso livello dei giovani della costa. È certo che alcune zone delle Ande, come Bolívar, sono carenti di diverse cose, ma si può supplire almeno in parte con la motivazione e l’interesse, che genera una nuova attitudine."
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Redazione Podistica |