Il silenzio di Luca Monescalchi, 07/07/2016
Maria Concetta Di Benedetto e Luca Monescalchi Il silenzio, i passi felpati, i saluti accennati nella penombra, i sorrisi stanchi e tristi, le strette di mano, gli abbracci sinceri, i racconti di storie di posti e vite lontane dal nostro immaginario, la volontà di non cedere e di lottare per cambiare il destino, l'umiltà di chi dà importanza al necessario, le lacrime velate nel guardare la foto di una famiglia per cui stai lottando e che ti aspetta ... questo è solo una minima parte di tutto quello che ti attraversa corpo, mente e anima durante le ore passate in un dormitorio per "senzatetto".
Un'esperienza che la Podistica Solidarietà mi dà la possibilità di fare già da un paio d'anni e che è sempre più parte di me e del mio modo di vedere la vita.
Ci sono tante storie che potrei raccontare allegre e tristi, tanti momenti condivisi con "colleghi di sudore sportivo" o con le persone della Croce Rossa ma non riuscirei comunque a trasmettere neanche un briciolo del concetto di vita, dignità, volontà che si respira in quei luoghi.
Sentirsi ringraziare per un po’ di cibo che hai procurato o per qualche vestito o scarpa usata è qualcosa che fa rabbrividire, perché ad ognuno di noi dovrebbe essere garantita la dignità.
In mezzo a tanti c'era anche qualche furbo, qualcuno di quelli che preferisce vivere a spese della società piuttosto che impegnarsi, ma sono sempre in netta minoranza e non riescono a distrarti da coloro che stanno lottando.
Di solito un "turno" notturno è di otto ore ma realmente le ore diventano ventiquattro, questo perché quando cominci a immergerti in questa realtà, che si trova dietro la porta di casa di ognuno di noi, cominci a rivalutare gli sprechi, a riconsiderare i tuoi gesti e migliora il tuo grado di gestione dei beni materiali.
Ho scoperto che avevo in casa tante cose pronte per essere buttate solamente perché "fuori moda" o "fuori misura" o, peggio ancora, "invisibilmente consumate", invece sono diventate tutte nuovamente utilizzabili.
Ho anche scoperto la gentilezza e la bontà di tanti che reputo amici o amici di amici o semplicemente conoscenti, i quali con un'inezia dei loro portafogli hanno permesso a molti di avere la garanzia di colazioni, pranzi e cene.
Mi sono anche sentito rispondere che l'aiuto non andava fatto perché "non sono italiani", "non sono italiani delle nostre zone", "non sono brava gente" e potrei continuare per tante altre righe, a loro ho sempre risposto che sono persone, anzi esseri viventi, e questo è quello che basta per aiutarli.
Ai tanti "oppositori" che ho incontrato i quali erano sempre pronti a mettere davanti a tutto la poca bontà degli utenti del dormitorio ho preferito sempre non rispondere, o perlomeno non discutere, perché è difficile spiegare la bontà di una persona che si alza tutte le mattine alle 5, fa la doccia in un container freddo, mangia quello che trova (e spesso è solo un bicchiere di thè con un cornetto), prende il proprio mezzo (piedi o bici) con qualsiasi condizione atmosferica e si dirige ad un campo coltivato, un cantiere, un mercato, per farsi dodici ore di lavoro con una retribuzione di 2/3 € l'ora nei casi migliori, torna al dormitorio stanco e spesso ferito (perchè le protezioni sul posto di lavoro sono degli optional inutili), mangia alla mensa della Caritas se ha fatto in tempo oppure termina gli avanzi del pranzo (che si è dovuto procurare perché anche servire un panino in dodici ore di lavoro è un optional inutile), scambia qualche chiacchiera con le persone del posto e si addormenta spesso durante i pochi, pochissimi minuti di conversazione con le famiglie che li attendono in altri paesi.
Queste sono le esperienze che dovrebbero essere messe a disposizione di tutti fin dalle scuole, questa è un'esperienza che spero la Podistica Solidarietà mi darà ancora modo di fare.
In alternativa tutti noi possiamo semplicemente uscire di casa ed aprire gli occhi e il cuore per aiutare gli invisibili vicino a noi.
(n.d.r. La Podistica Solidarietà anche quest'anno ha contribuito al servizio presso il dormitorio di Latina tramite una donazione di € 640 come rimborso per gli atleti che prestano servizio presso lo stesso dormitorio).
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Luca Monescalchi |