Ci sono corse e ci sono percorsi di Daniela Paciotti, 14/07/2014
Ci sono corse e ci sono percorsi. I primi si fanno per la vita i secondi si fanno per sé stessi.
Poi ci sono corse che sono anche percorsi che servono per capire, per orientarsi, per imparare qualcosa di più sulle proprie emozioni e sulle proprie reazioni. Così, qualche mese fa mi sono chiesta se sarei statain grado di affrontare e finire in tempo ragionevole, ma anche solamente entro il tempo massimo previsto una ECOMARATONA, cioè una gara trail di 42,150 km. MI sono chiesta come testare gambe e mente e, per una come me, che negli ultimi tempi fa pochissime gare e allenamenti quasi nulli, riuscire a effettuare un test diventava problematico.
La soluzione e l’opportunità mi si è presentata all’improvviso con la concomitanza del trail dei monti Simbruini e della Notturna di Cerveteri, mancava solo qualcuno che avesse voglia di condividere con me il percorso dei trail e di macchina per unire i due eventi e l’ho trovato in un altro “pazzoide” come me: Tommaso Iorio.
Così, sabato 5 luglio, attrezzata con luce frontale,alle 20,00 sono partita insieme ad altri per quaesta notturna già fatta l’anno scorso e apprezzata per tanti piccoli particolari, non ultimo il panorama e le centinaia di lucciole che, insieme ai catarifrangenti, ti indicano la strada.
Per la verità le lucciole la strada te la fanno anche perdere, come è successo a qualcuno, indicandoti come fatine percorsi alternativi, ipnotizzandoti…
La notturna di Cerveteri è una gara/non gara, molto bella che attraversa un percorso vario, in mezzo ai boschi, su sterrato, nei prati, fino ad arrivare su una spianata che si apre su gran parte del litorale romano della zona. Affiancata da Bruna, ben presto rimaste ultime, ci siamo attardate a guardare non soltanto dove mettere i piedi, ad ascoltare rumori, così, mentre le spiegavo come non perdersi, i km si avvicendavano ai metri e ,mentre il bosco lasciava spazi a improvvise spianate di silenzio, lo scorrere di acqua, passaggi più stretti e voci lontane, ci accompagnavano. Poi le cascate,illuminate da sporadici bagliori delle torce, i più erano andati via, persi e dispersi sul percorso. Ci siamo attardate solo un poco per annusare l’odore del muschio e le parole che la cascata sembrava voler condividere con noi, poi siamo ripartite .
Non ho una grande esperienza di trail, di percorsi più o meno difficili in mezzo alla natura, ma credo che l’esperienza di correre e camminare nella notte in mezzo ai boschi sia indimenticabile. E’ un tuffo e un nuotare nella sicurezza e nella paura, nel silenzio in cui ogni fruscio può farti da guida o spaventarti…un percorso in cui con la luce devi contemporaneamente illuminare per terra, dove mettere i piedi e davanti a te per individuare i segni del percorso: Cuore-Mente-Istinto ti segnano il tempo e non hai spazio per restare per terra se cadi, né per soffermarti troppo a lungo a respirare la natura. Ne sei parte ma non ne sei parte!
L’arrivo, la cena, i festeggiamenti della Notturna sono simili a tanti altri percorsi, forse un pochino più coccolati e festeggiati, ma simili!
Eppure dopo poco più di un’ora, il tempo di cambiarsi e mangiare qualcosa, sono ripartita per raggiungere Monte Livata e il rifugio, immerso nel silenzio dove alle 3 passate della notte ( del giorno?)cercando di non svegliare i dormienti ( gli ultratrailers dei 54 km) alla luce dei telefonini ci siamo cercati due cuccette per dormire… Dormire? Dopo 3 ore quelli che avevamo sorpreso nel sonno poche ore prima hanno svegliato noi con le loro movimentate preparazioni: inutile provare a riposare ancora!
Con qualche titubanza e un po’ di stanchezza ci siamo portati verso la zona partenza a salutare gli altri Oranges e a prepararsi. Non ero stanca nel senso vero del termine, ancora avevo in circolo l’adrenalina della sera prima, quindi lo start non mi ha colto di sorpresa.
Di sorpresa semmai mi ha colto il percorso, bello e vario, con una salita in falsopiano appena iniziato e un bello strappo subito dopo. Dopo pochino ho perso Tiziana che ha optato per il percorso breve riunendosi al cammino degli altri, mentre io, affiancata da le due “scope” (ma perché chiamarli in questo brutto modo?) Lilia e Raffaello, ho proseguito.
MI sono aiutata in salita con i bastoncini e poi mi sono lanciata a correre su una bella e lunga discesa che portava al primo bivio e ristoro. Che dire? Bello tutto il percorso, salvo alcuni piccoli tratti e fatta salva la “cattiveria” di qualcuno, passato in precedenza che aveva strappato le strisce segnaletiche, il percorso era facile da individuare, come la mia stanchezza che cominciava a farsi sentire.
Non avevo crampi, ma le gambe e anche un po’ la testa intorno al 12 km hanno cominciato ad andare in tilt.
Come spesso accade, nei trail e nella vita, mi sono dovuta fermare e sedere su un sasso a meditare sui…massimi sistemi. Non è facile fare considerazioni su di sé in momenti critici, ti salgono alla testa solo le visioni peggiori, il senso di disfatta, la paura di dover rinunciare, la non accettazione del tempo che passa e lascia un segno pesante sulla tua forza e sulla tua velocità di esecuzione..di qualsiasi cosa!
Ma in quei momenti, in me scatta anche il coraggio, la forza di volontà, la voglia di dimostrare a me stessa soprattutto che tutto può succedere, ma che può succedere anche il contrario di tutto: così non ho mollato, ho mangiato qualcosa, bevuto un po’ di acqua e, seppure a fatica, mi sono rialzata e ho raggiunto uno dei miei “angeli custodi” che, passo dopo passo, letteralmente mi ha portato su, attraverso una salita interminabile alle “vedute” e poi passo dopo passo al monte, e poi, passo dopo passo in quella discesa da pista nera, fino all’arrivo che ho tagliato,ultima dei “25 Km” insieme al primo dei “54km”…
Che dire? La forza, la volontà, pure la paura di non farcela, ma avere sulle gambe 18 +25 km in 19 ore con 3 ore di riposo, alla mia età e soprattutto con il mio non-allenamento è stato impegnativo e duro, ma ci sono riuscita, forse esempio a non mollare mai, semmai a esser disposti a cambiare ritmi e velocità, senza vergognarsene!
Non c’è età che ti fermi se non quella della tua testa!
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Daniela Paciotti Gara: Notturna alle cascate di Castel Giuliano (05/07/2014) SCHEDA GARA |