Io l'ho vissuta così.. di Giuseppe Coccia, 21/03/2008
Il pres in attesa.... (foto di Angelo Dominici) E dopo i tanti articoli coinvolgenti e intesi a celebrare l’evento sportivo più importante del mese, il più atteso, il più bello, il più duro, più emozionante, più sofferto, più avvincente, eccomi a raccontare, in maniera diversa dai miei tanti resoconti, come ho vissuto io
La Maratona di Roma
L’ultima maratona, dopo le tante disputate in età giovanile, l’avevo corsa nel non molto lontano anno 2004 trascinato dall’euforia di Fiorenzo Di Lorenzo e di Lucio Laurenti.
Da allora una lunga serie di problemi fisici, infiammazione del menisco, infiammazione del tendine di Achille e ciliegina sulla torta lo scorso anno, il 24 marzo per la precisione, una caduta sulla neve mi aveva procurato un trauma alla colonna vertebrale risultato 2 mesi di blocco completo della gamba sinistra.
Solo grazie all’intervento dell’amico Pietro Siragusa a settembre, dopo 6 mesi di inattività completa, ho ricominciato a muovere i primi passi, con la speranza remota di tornare di nuovo a correre.
Ad ottobre l’autorizzazione a correre di nuovo e finalmente, come se fossi uscito da un incubo e dopo aver corso tre tappe di 5 km. di Corri per il Verde, a dicembre la mia prima 10 km., la Best Women, da allora pian pianino è iniziato il lavoro di avvicinamento alla mezza e con la Maratona di Roma ho raggiunto il traguardo dei 15 km.
Un risultato eccezionale “per me”, impensabile solo un anno fa, finalmente dopo 4 anni di acciacchi, che comunque non mi hanno allontanato dalle gare almeno quelle corte, sono ritornato in una “gabbia”, con l’emozione e la felicità di un bambino, e con la consapevolezza che forse riuscirò a breve a terminare una mezza maratona e in un futuro, “molto lontano”, anche il traguardo maggiore.
Ma torniamo alla gara.
La giornata è iniziata con la distribuzione di uova Pasquali a tantissimi amici, poi la classica foto, la ola, i baci, gli abbracci, le pacche sulle spalle, i consigli, gli scambi di opinioni, le tattiche, e infine ci siamo avviati tutti nelle rispettive gabbie.
Nell’attesa dello sparo a farmi compagnia la simpatia di Giuseppina Pesoli e l’euforia della tanto attesa partenza pur sapendo che di li a poco avrei salutato i miei amici, e finalmente i primi passi fianco a fianco ad Arianna, Stefano Fioroni e Salvatore Quattropani, il lento avvicinamento alla linea di partenza, la musica a palla, le urla del pubblico, le tshirt antifreddo che volavano a destra e a manca, lo speaker Nerli che esaltava la nostra partecipazione, la commozione, la paura, la gioia, qualche lacrima e finalmente tutto è passato, quasi dimenticato, l’unico pensiero alla gara e poco dopo abbiamo trovato anche lo spazio per allungare, si fa per dire naturalmente.
Immersi in un arcobaleno di canotte abbiamo così circumnavigato Piazza Venezia e intravisto la nostra bellissima Bandiera, abbiamo raggiunto l’Orange Point, complimenti ai realizzatori, costeggiato il Circo Massimo, Viale Aventino dove ad attenderci c’era l’incoraggiamento di Gianfranco in pantaloncini da “pescatore”, sulla sua bici da Maratona, che mi urlava “pure tu!!!!!!... ma… ”, e poi Viale Marconi e di li a poco di nuovo nei pressi dell’Orange Point dove siamo stati accolti dal megafono di Mario Benvenuti e dalle grida di incoraggiamento dei tanti amici presenti.
A dire la sincera verità, eravamo solo al 12° km ma avevo quasi terminato la birra e tutto il resto, non ce la facevo più, ma l’incoraggiamento degli amici presenti e l’affiancamento nella corsa con sorrisi e pacche di Francesco Scarparo e Mirella Cicivelli mi hanno dato le energie per continuare per oltre due km ancora, come avrò fatto non lo so!!!.
Poi a malincuore ho salutato i miei amici e mi sono “tolto di mezzo”, e il lungo fiume di atleti si è allontanato lentamente sul Lungo Tevere e con esso la mia euforia, pian piano ho tolto il pettorale, il chip, da vecchietto “dirà Arianna” per non prender freddo, e ho indossato una tshirt che avevo portato di scorta.
In un conflitto di gioia e di tristezza, ho fatto pian piano ritorno alla macchina, stanchissimo ma ugualmente felice per aver condiviso le gioie di una gara bellissima e per essere stato vicino ai miei amici.
Ho ripreso il mio solito posto di fotografo sull’ultima rampetta del Colosseo e li ho dato il mio piccolo contributo incoraggiando tutti gli amici che si accingevano a percorrere l’ultimo tratto della maratona, quel tratto che avevo percorso anch’io nel 2004 e che mi aveva gasato non poco.
Di canotte orange ne sono passate tantissime, non finivano mai, ed è stato bellissimo condividere con loro la gioia e l’emozione che solo la Maratona ti da, vedere la carica di Fabio Bortoloni e Paolo Giambartolomei, la gioia di Tommaso Cipriani e Francesco Longo Cosmo, l’eleganza di Pietro Cirilli, Paolo Lancerin, Libero Maggioli e Bruno Tronelli, l’energia di Stefano Fubelli e Costantino Bernardini, la simpatia di Alberto Macchia e di Giampiero Togni, la felicità incontenibile di Antonella Malgrande e Massimo Pallini, l’emozione di Fabio Apolloni, Giampiero Togni, Simonetta Taddio e di Simon Martin, la forza di Agnese Zanotti e Maurizio Bernardini, l’entusiasmo di Alessio Gigli e Alessando Tavella, la normalità di Amleto e Antonio Felici, il sorriso di Lisa Magnago, Marziale Feudale, Alessandra Anselmi e Alessandro Micarelli, vorrei nominarvi tutti ma….. comunque siete tutti nei miei ricordi.
Nei ricordi di una giornata bellissima che ci ha riconfermato ai vertici del podismo italiano con un meraviglioso terzo posto nella speciale Classifica per Società.
Complimenti a tutti.
E un caro saluto.
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Giuseppe Coccia
Pino Coccia sul lungotevere (foto di Angelo Dominici) Gara: Maratona di Roma (16/03/2008) SCHEDA GARA |